Paese: USA
Anno: 2015-2019
Genere: Thriller, Drammatico
Episodi: 10
Durata: 40-65 minuti (episodio)
Ideatore: Sam Esmail
Cast: Rami Malek, Carly Chaikin, Portia Doubleday, Martin Wallström
Christian Slater, Michael Cristofer, Stephanie Corneliussen
Grace Gummer, BD Wong, Bobby Cannavale
Christian Slater, Michael Cristofer, Stephanie Corneliussen
Grace Gummer, BD Wong, Bobby Cannavale
Rete Originale: USA Network
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2020 Qui - Son passati tre anni, e non so perché è passato tutto questo tempo, comunque ho visto la terza stagione di Mr. Robot (e intendo entro l'anno vedere anche la quarta, quella conclusiva) e penso di aver fatto bene a recuperarla questa "delirante" serie. Infatti dopo la seconda stagione, che rispetto alla terza è stato un prodotto più caotico e scombussolante a livello mentale (qui la recensione), torniamo (oppure per la prima volta) ad una situazione più stabile ed esplicativa, dato che comprendiamo finalmente il quadro generale ed il piano "dell'Esercito Oscuro", che passo dopo passo sta arrivando ad un traguardo davvero crudo, ambizioso e fatale. Il "doppio gioco" di Elliot, in questa stagione ha più senso, visto e considerato le vicende a cui si è assistiti durante i precedenti episodi, che avevano rilasciato una visione poco chiara e sbiadita del percorso che il protagonista ha tentato di seguire, riuscendo a raggiungere in parte alcuni traguardi da lui designati. L'ambizione, il progetto e la fame contro la Società sono stati il punto focale, in primis della prima stagione, ma anche parte della seconda ha sviluppato questa situazione. Ma il tutto diventerà troppo grande per il protagonista, che nel corso di questi 10 episodi tenterà di distruggere quello che ha creato: ovvero una situazione troppo grande per lui. E tante cose insomma succedono, in una stagione che tecnicamente rimane di qualità e che narrativamente torna ad essere chiara. Rispetto allo scorso ciclo di episodi Sam Esmail infatti, corregge il tiro riportando Mr. Robot su un territorio molto più convenzionale: nella terza stagione i toni surreali e allucinati sono stati in gran parte accantonati a favore di una narrazione più lineare. Egli dimostra di aver imparato dagli errori commessi (per esempio nella gestione del ritmo) e, ancora una volta, decide di prendere in mano la regia di tutti gli episodi con un'ambizione decisamente maggiore: oltre a proporre soluzioni visive suggestive, il regista e sceneggiatore statunitense di origine egiziana nella puntata eps3.4_runtime-error.r00 (la migliore) da il meglio di sé. Altro elemento vincente della terza stagione è l'inserimento in pianta stabile di due personaggi secondari molto interessanti come Irving (un maestoso Bobby Cannavale), e l'agente dell'FBI DiPierro (una brava Grace Gummer, la figlia di Meryl Streep, anche se l'aspetto amoroso puzza un poco di politicamente corretto), una servitrice dello Stato che si trova suo malgrado in un meccanismo più grande di lei. Per il resto è superfluo elogiare le interpretazioni del cast (Rami Malek e Christian Slater giganteggiano ma anche Martin Wallström e Charly Chaikin si difendono alla grande) ma la nota stonata continua a rimanere Angela (una Portia Doubleday poco convincente): la sua storyline è in assoluto il vero punto debole di Mr. Robot. Nonostante si sia chiarito per quale motivo Price fosse così interessato a lei (il tema del rapporto padre/figlio è stato centrale quest'anno), le vicende della giovane manager sembrano quasi slegate rispetto al quadro generale e la sua caratterizzazione è fastidiosamente contraddittoria. Nonostante ciò va benissimo così, in attesa di una quarta stagione che, a questo punto (visto e considerato quello che ci viene proposto), mischierà nuovamente le carte in tavola, dopo aver chiuso, come sembra, un cerchio ampiamente esplorato in questi anni. Voto: 7+
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