mercoledì 17 luglio 2024

The Regime - Il palazzo del potere (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Forse è la prima volta che una miniserie targata HBO non mi soddisfa del tutto, probabilmente dovuto al fatto che avevo discrete aspettative legate anche ai nomi del cast coinvolto. Invece ho visto un prodotto che non sa che direzione prendere, troppo debole per essere una satira sul potere e troppo poco drammatico per lo stesso motivo, appunto il potere. "The Regime" è come un fucile che spara a salve, con cecchini che mancano il bersaglio: la confezione è di prim'ordine, quasi leziosa (grazie alle musiche di Alexandre Desplat), e gli attori sono degni della TV di prestigio di cui la miniserie fa parte. Tuttavia, non riesce né a suscitare la risata amara che vorrebbe, né a intrigare come un serio lavoro sul reale. La materia politica alla base resta fumosa, nonostante l'intento fosse chiaro. L'opera di Will Tracy e soci si regge solo sulla performance di una delle più grandi attrici del nostro tempo (Kate Winslet) e sulla consapevolezza di essere dalla parte della ragione politica. Forse è un po' poco per una produzione simile. In definitiva, "The Regime" è una satira che ha ben poco di tagliente e non riesce mai a essere incisiva quanto dovrebbe (a differenza di Morto Stalin, se ne fa un altro). Il risultato è un prodotto dall'equilibrio tanto instabile quanto quello della sua protagonista. Voto: 5 [Sky]

Silo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - "Silo" su Apple TV+ prende intelligentemente l'eredità di Lost e Scissione per creare qualcosa di nuovo. È un'esperienza intrigante e coinvolgente che fonde una trama post-apocalittica con temi classici di potere, sopravvivenza e scoperta della verità, dimostrando l'attenzione della piattaforma per il genere sci-fi e la scrittura di qualità. Nonostante gli elementi narrativi familiari, la serie li combina in modo nuovo ed emozionante, generando suspense e attirando lo spettatore nel misterioso mondo del Silo. Le interpretazioni di Rebecca FergusonDavid Oyelowo e Will Patton aggiungono gravità e autenticità alla serie. Inoltre, i collegamenti con elementi culturali e storici arricchiscono la trama, offrendo ulteriori livelli di comprensione. La trama è accattivante e solida, senza episodi filler: ogni puntata aggiunge un tassello e contribuisce allo sviluppo della storia. Le atmosfere, tra il distopico (che ricorda vagamente "1984" per alcune tematiche) e il claustrofobico, sono ben realizzate. È un esempio di come fare fantascienza di qualità senza CGI o effetti speciali esagerati. La fotografia e la regia sono ottime, e le musiche sono evocative e in tema con le immagini. I dieci episodi volano via, lasciando molte domande e un finale a sorpresa, in attesa impaziente della seconda stagione. Voto: 7 [Apple Tv Plus]

What If...? (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La seconda stagione di What If...? conferma tutto ciò che di buono si era visto in precedenza, risultando nuovamente tra i migliori prodotti Marvel degli ultimi tempi, escludendo il terzo capitolo dei Guardiani della Galassia. Ma tra le serie, è certamente una delle migliori, soprattutto dopo la deludente Echo. Questo secondo capitolo è narrativamente più complesso e tortuoso da seguire, ma a livello di animazione ha fatto notevoli passi avanti. L'idea di puntare su personaggi minori e inediti non funziona come gli autori avrebbero voluto, e ancora una volta a tenere incollati allo schermo sono i personaggi della vecchia guardia, confermando forse il problema e il trend generale del MCU degli ultimi tempi. Tra gli episodi più riusciti, infatti, ci sono quelli che ruotano intorno agli Avengers originali e ai Guardiani della Galassia. Nel complesso, non c'è un episodio che si possa definire mal realizzato. La varietà delle puntate, estremamente diverse fra loro, è sorprendente. Non tutto funziona perfettamente, ma per un prodotto che nasce come "paradossale", What If...? 2, con tutti i suoi limiti, fa il suo dovere. Le nove puntate complessivamente intrattengono e mostrano le enormi potenzialità del multiverso. E non finisce qui, perché un'altra stagione ci sarà, e non si vede l'ora di scoprire cosa riserverà. Voto: 7 [Disney Plus]

Supersex (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Il biopic su Rocco Siffredi punta troppo sugli aspetti (insopportabilmente) drammatici legati al fratello Tommaso (un Adriano Giannini sempre carico a pallettoni), trascurando la figura di Rocco stesso. La confezione generale è curata e funziona bene fino a metà, ma perde efficacia nella seconda parte, dove le situazioni (melo)drammatiche non sono gestite al meglio. Alessandro Borghi offre una prova impressionante, incarnando Rocco in tutto e per tutto, e il cast nel complesso è da promuovere. Tuttavia, questo non basta a dare sostanza a una fiction dallo sviluppo convenzionale. Il sesso è presente e abbastanza esplicito, ma rappresentato in modo fastidiosamente teatrale. Alcuni dialoghi delle ultime puntate sono ai limiti del possibile. Il primo episodio sarebbe bastato come cortometraggio sull'infanzia del pornodivo, dicendo tutto senza bisogno dei successivi. Non si capisce cosa si volesse rappresentare e narrare, poiché nulla viene davvero approfondito, lasciando il tutto frammentario e insoluto. Non rappresenta né un'epoca, né il mondo del porno, né la vera persona di Rocco fuori dal set. Ingenuo e privo di prospettiva. Voto: 4,5 [Netflix]

La casa di carta - Berlino (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - In generale, è un prodotto piacevole, con ambientazioni interessanti e ricco di colpi di scena. Tuttavia, l'avventura non ha abbastanza forza per essere paragonata alla storia originale. L'equilibrio si perde, con troppo spazio dedicato all'amore e alle relazioni: il personaggio amato della serie spagnola di successo (interpretato da Pedro Alonso) meritava di più. L'intento di riportare in auge lo spirito iniziale è evidente nel tratteggio dei comprimari che delineano i caratteri dei personaggi originali, ma gli episodi non condividono la stessa verve della serie originale, già compromessa nelle sue stagioni finali. "Berlino" premia i dialoghi rispetto all'azione, che è più contenuta e decisamente inferiore rispetto alla serie principale, relegata quasi interamente alla parte finale, con un'ultima puntata ad alta tensione. La componente amorosa è elevata, distribuita tra tutti i personaggi e argomento principale della maggior parte dei dialoghi, anche se spesso oscura il personaggio stesso di Berlino. Nonostante la serie non riesca a bilanciare correttamente i suoi contenuti in determinati momenti, "Berlino" intrattiene e risponde ad alcune questioni accennate nella serie principale, aprendo anche altre per una possibile seconda stagione. Un ritorno non eccezionale ma comunque interessante. Voto: 6 [Netflix]

Devilman Crybaby (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La serie tenta di rimanere fedele all'opera originale, ma perde incisività e impatto filosofico a causa della sceneggiatura. La narrazione è frenetica, condensando l'intera storia in 10 episodi, il che porta a tagli drastici di elementi chiave del manga. L'introduzione di novità come lo sport (corse di atletica) e la forte presenza di scene di sesso (quasi assenti nel manga), predominano inutilmente, sottraendo spazio a particolari più essenziali. Tuttavia, l'opera nel complesso non è spiacevole. In sintesi, Masaaki Yuasa dimostra di aver letto attentamente l'opera originale, ma aggiunge troppo del suo, realizzando una rilettura piuttosto scialba e annacquata, introducendo personaggi e situazioni non presenti nel manga. Il risultato finale non è male, nonostante alcune scelte discutibili, ma non è ciò che ci si poteva aspettare. Devilman Crybaby è un progetto originale e ambizioso, che mira a riportare alla luce una versione più moderna della storia creata da Go Nagai nel 1972, ma a volte si perde in dettagli futili, tralasciando sezioni fondamentali della storia, e non impressiona dal punto di vista estetico. È vedibile, ma per una comprensione più profonda delle tematiche affrontate da Go Nagai, è meglio leggere (come ho fatto io) l'opera originale, assolutamente attuale, ricca, profonda e inarrivabile. Voto: 6+ [Netflix]

What We Do in the Shadows (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La commedia sui vampiri di FX è ancora piena di esilaranti sorprese. La quinta stagione di What We Do in the Shadows esplora il dramma della svolta di Guillermo (riprendendo il finale cliffhanger della scorsa stagione) e ripropone ciò che amiamo delle buffonate dei vampiri. Tuttavia, nonostante faccia ancora ridere, sembra perdere un po' di grinta, nascosta dietro una trama a volte dispersiva. What We Do in the Shadows potrebbe probabilmente continuare a seguire la stessa commedia stupida e divertente su cui spesso si fa affidamento, ma è più interessante quando si lascia evolvere e diventa persino leggermente introspettivo. Lo spettacolo è intelligente, divertente e avvincente al suo meglio, ma sfortunatamente l'ultima stagione è un po' meno del suo meglio. Dopo cinque stagioni, la commedia sui vampiri di FX non è la più acuta che sia mai stata, ma vale comunque la pena guardarla grazie al suo cast sempre stellare. Voto: 6,5 [Disney Plus]

Call My Agent - Italia (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Nella prima stagione, i quattro agenti erano alle prese con la crisi dell'agenzia e le esigenze delle star che rappresentano. Anche questa nuova stagione inizia con difficoltà: il flop del film "Bastianazzo", un grande investimento per la CMA, e la ricerca di un nuovo socio per salvarla. Le storyline dei personaggi intanto, continuano in parallelo, tra lavoro e vita privata. La stagione 2 è godibile, ma presenta alti e bassi. La sceneggiatura prende infatti una piega negativa come molte produzioni italiane, esplorando le bassezze del panorama cinematografico italiano, ma resta solida. La brillante scrittura di Lisa Nur Sultan colpisce difatti ancora e, come nel primo ciclo di episodi, anche qui un regista ruba la scena: Gabriele Muccino, che raccoglie il testimone di Paolo Sorrentino, offre una prova magnetica. Alcuni episodi brillano per originalità e approfondimento, in particolare quello con Elodie e Dario Argento, altre no, ma la stagione nel complesso risulta godibile, grazie appunto alle boutade di queste e altre (ma non tutte) guest star. Il risultato è una serie (ancora) divertente, fresca e coinvolgente, con attori di grande talento e un team produttivo capace di esaltare le qualità del prodotto. Un prodotto che merita (nuovamente) di essere visto (ed apprezzato) perché intelligente e capace di far ridere di gusto. Voto: 7 [Sky]

Fallout (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Sembra davvero un periodo entusiasmante per i fan dei videogiochi e delle serie TV. Dopo il successo di The Last of Us di HBO, anche Prime Video ha colto nel segno con l'adattamento di "Fallout" (gioco a cui ho giocato al contrario dell'altro). La serie riesce a sfruttare al meglio l'ambientazione, l'atmosfera e la vena di follia del gioco, rendendola accessibile anche a chi non ha mai giocato alla serie videoludica. Tuttavia, i fan del gioco possono apprezzare le piccole citazioni sparse qua e là. Ambientata in una Los Angeles pre e post apocalisse atomica, la serie ruota attorno a tre personaggi chiave, tra cui spicca il carismatico cowboy mutante interpretato da Walton Goggins (però quanto è fantastica Ella Purnell). La caratterizzazione dei personaggi, la cura nella messa in scena, gli effetti speciali di qualità e la miscela ben dosata di azione e ironia, sostenuta da una colonna sonora accattivante, rendono questa serie una delle migliori del genere. L'idea di distribuire la narrazione su più protagonisti è perfetta per rappresentare un open world, soprattutto uno così ricco di direzioni possibili. I personaggi funzionano bene sia individualmente che nelle interazioni, grazie alle loro differenze e esperienze formative. Anche se il ritmo della prima stagione può sembrare introduttivo, c'è comunque molta sostanza, e il finale è davvero sorprendente. La serie riesce a immergere gli spettatori nel mondo di "Fallout", offrendo intrattenimento e critica sociale tipica del franchise. L'unico problema? Finisce troppo presto, lasciandoti con la voglia di vedere di più. Speriamo (che gli autori di Westworld) realizzino la seconda stagione al più presto. Voto: 8 [Prime Video]