Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/07/2023 Qui - Brillante, divertente, geniale: tutto quello che si potrebbe desiderare da una serie sci-fi è in questa serie creata da Dan Ericksen col patrocinio di Ben Stiller (nientemeno), qui regista e produttore esecutivo. Protagonisti e comprimari fanno a gara in bravura (Adam Scott in particolare), mentre la storia si dipana con trovate così originali da far dimenticare qualche possibile buco di trama o complicatezze un poco indigeste. Questa metafora dell'alienazione lavorativa è difatti una delle più originali e angoscianti distopie proposte negli ultimi anni. In generale, sorprendente. E in questo senso assolutamente da non perdere. Se spesso la serialità americana si caratterizza infatti per l'omologazione dei contenuti, "Severance" rappresenta una boccata d'aria fresca per personalità e originalità della storia. Una raggelante e incisiva distopia del mondo lavorativo rappresentato da un impersonale e asettico edificio in cui si muovono impiegati "scissi" tra realtà lavorativa e vita privata. All'estetica appagante si associa la profondità dei contenuti e l'ottima caratterizzazione dei personaggi. L'ottima regia di Ben Stiller (che torna a dirigere Patricia Arquette come accaduto con Escape at Dannemora) e Aoife McArdle riesce efficacemente a sottolineare il continuo senso di oppressione della storia. Peccato solo che nella parte centrale la stagione perdi un po' di smalto, dilungandosi e appiattendo a tratti il racconto. Malgrado ciò, gli ultimi episodi registrano una grande crescita di tensione, insieme alla qualità della trama e alle caratterizzazioni dei vari personaggi, fino a raggiungere il culmine con un finale letteralmente al cardiopalma, che invita lo spettatore ad aspettare con ansia la seconda stagione, che per fortuna ci sarà. Voto: 7,5
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