Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/10/2019 Qui
Tema e genere: Quinta stagione per la serie televisiva canadese di genere storico creata e scritta da Michael Hirst, incentrata sulle gesta del popolo vichingo.
Tema e genere: Quinta stagione per la serie televisiva canadese di genere storico creata e scritta da Michael Hirst, incentrata sulle gesta del popolo vichingo.
Trama: Ivar, ancora pieno di rabbia per la morte del padre, dopo l'uccisione del fratello Sigurd al termine di Vikings 4, continua a sfogare la sua rabbia muovendo ancora guerra sul suolo inglese per espandere le conquiste dei Norreni (ma anche altro vorrebbe ed avrà). Floki, dopo la morte di Helga, parte per seguire la voce degli dei e si imbarca su una minuscola barca alla ricerca di una nuova vita (la troverà ma ad un prezzo). Dopo che Re Ecbert ha firmato il trattato per cedere parte delle sue terre ai Norreni, suo figlio, Re Aethelwulf, cerca di sfuggire ai pagani con l'aiuto del Vescovo Heahmund. I figli del Re Aethelwulf, Alfred e Aethelred, però non saranno in accordo col modo di agire del padre (che ben presto morirà, e complicata sarà la successione, ingombrante lo zampino della madre). Lagherta continuerà a regnare a Kattegat, ma sarà sempre più minacciata.
Recensione: La serie Vikings, al termine della quarta stagione (qui la recensione), aveva gettato le basi per un'importante svolta nella trama mostrando la morte di Ragnar Lothbrok e le prime anticipazioni su chi avrebbe assunto un ruolo da protagonista nelle puntate inedite. Il creatore dello show, Michael Hirst, ha chiuso (forse sbagliando) un importante capitolo della storia e ha dato vita a spunti narrativi inediti che, tuttavia, forse per colpa dell'assenza della sua punta di diamante, non sono riusciti a mantenere intatta l'atmosfera che aveva contraddistinto fin dal suo inizio il progetto targato History. Questa stagione infatti, segna non solo il punto più basso, ma lascia nello spettatore un senso di frustrazione notevole. Rabbia per aver lasciato che un prodotto valido, innovativo ed indipendente venisse abbandonato a sé stesso. Rabbia per una sceneggiatura quasi inesistente, se non in alcuni momenti di tensione davvero alta (che si possono contare sulle dita di una mano). Delusione per la mancanza di personaggi nuovi a cui appassionarsi, a cui interessarsi e legarsi, come era accaduto nelle stagioni precedenti. Guardando questa stagione si ha l'impressione di osservare una nave che affonda senza la possibilità di salvarla. Una stagione povera di novità e dove quei pochi personaggi che potevano sembrare interessanti scadono nella banalità, prima di essere eliminati completamente per mancanza di logica o coerenza di trama (la suddetta è infatti abbastanza confusa). Il personaggio di Jonathan Rhys Meyers, che prometteva di portare nuova linfa vitale, è stato sballottato da un lato all'altro, finendo in una rete di monotona inutilità. Si tratta tuttavia soltanto di un rappresentante di quella che è una serie lunga di esempi. Personaggi male utilizzati o poco sfruttati, in questo contesto, sono stati davvero tantissimi. Sono mancate le fondamenta che avevano reso la serie tv di Michael Hirst un punto di riferimento tra gli sceneggiati storici. Vikings era un'innovazione nel suo genere: per i dialoghi, le dinamiche e le trame. In questo caso, dato che si è già detto come i personaggi siano allo sbaraglio, non si può che sottolinearne anche la scialba parlantina. Forse si poteva definire Vikings ai suoi albori come "acerba" nei dialoghi, ma quest'ultimi non sono mai stati così brutti come in queste circostanze (e il doppiaggio non aiuta).