venerdì 11 ottobre 2019

Warrior (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/09/2019 Qui
Tema e genere: Tratta dai racconti di Bruce Lee, la serie si intromette sul mercato a suon di calci, pugni e arti marziali scenografiche. Tuttavia non è solo l'azione il tema predominante, ma i diritti dei lavoratori e il razzismo, però non si sbaglia chi dice che questo è soprattutto uno spaghetti western in salsa cinese.
Trama: 1878. San Francisco è una polveriera pronta a scoppiare. Gli imprenditori americani, usando la manodopera cinese a basso costo, hanno creato disoccupazione e malcontento nella comunità nativa degli irlandesi. Chinatown si è invece espansa diventando il vero cuore pulsante della city. Il quartiere è, però, in mano alle tong, clan criminali che gestiscono loschi affari come gioco d'azzardo e prostituzione. La tensione è tale che il sindaco di San Francisco è costretto a formare una squadra speciale apposta per Chinatown, reclutando il riluttante Bill O'Hara, un poliziotto di origine irlandese, razzista, corrotto e pieno di debiti. È in questo clima che sbarca Ah Sahm (Andrew Koji, che per il suo atteggiamento, le movenze e addirittura lo stile di combattimento ricorda il leggendario protagonista de Il furore della Cina colpisce ancora), campione di arti marziali che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. È a San Francisco per cercare una misteriosa ragazza, ma quando la troverà, sarà solo l'inizio di tutti i suoi problemi.
Recensione: Davvero eccezionale è il nuovo prodotto di punta di Cinemax, già rinnovato per una seconda stagione e andato in onda nel nostro paese su Sky Atlantic. Parlo ovviamente di Warrior che, sebbene sia destinato a fare alcuni paragoni con Peaky Blinders per la sua trama incentrata sulla banda, marcia al ritmo del suo stesso tamburo ed è ancora più forte per questo. Combinando infatti combattimenti ben coreografati, trame politiche e un ambiente instabile di San Francisco del 1870, Warrior fa bene a mantenere le cose interessanti e imprevedibili (e divertenti) durante tutti i suoi 10 episodi. Supervisionato da Jonathan Tropper (lo showrunner di Banshee), Warrior si basa su un soggetto sviluppato per la televisione da parte di Bruce Lee nel 1971 che fu però cassato dalla Warner Bros e dalla Paramount, tuttavia la figlia di Lee, Shannon (che figura tra i produttori esecutivi), ha recuperato il materiale originale, annunciando nel 2015 lo show che avrebbe dovuto in principio essere diretto da Justin Lin (il regista di molti capitoli della saga di Fast And Furious), e così è stato. Fin dal pilot si nota come la nuova serie della Cinemax (canale "fratello" di HBO) prenda presumibilmente spunto non solo da Banshee (che tuttavia ancora mi manca nella sua interezza), mostrando la sua natura pulp, ma anche da Peaky Blinders: Warrior, che racconta le faide di fine Ottocento tra gang cinesi all'interno delle Chinatown americane (le cosiddette Tong Wars), mette in scena un microcosmo corrotto e razzista in cui domina la legge del più forte. Nonostante sia presente uno sguardo tutt'altro che caricaturale della società statunitense di allora, la creatura di Jonathan Tropper è principalmente intrattenimento rivolto ad un pubblico maschile: lo show non ha paura di mostrare scene di sesso esplicite (in coerenza con l'anima softcore del canale via cavo controllato dalla Warner, ricordate Strike Back? che a proposito è ancora viva) e, soprattutto, mette in grande risalto il kung fu. Attraverso il lavoro di stuntman bravissimi i combattimenti sono la vera attrazione di Warrior, capaci di tenere incollato lo spettatore davanti allo schermo per il loro realismo.

Onorando il ricordo di Bruce Lee, Warrior ha infatti alcune grandi lotte durante il suo tempo di esecuzione. Da una rissa di ispirazione occidentale in un bar (che qui è facilmente l'episodio di spicco) a una rissa totale tra le due bande, Warrior mantiene le cose interessanti con una varietà di combattimenti diversi (in tal senso fantastiche sono tutte le coreografie). Bisogna oltretutto aggiungere che, oltre al ritmo sempre incalzante e all'ottima regia (anche se abbiamo episodi che si ispirano al genere Western, molto belle proprio dal punto di vista registico, e degli episodi cittadini molto lenti e di preparazione), la serie presenta anche una buona caratterizzazione dei personaggi principali (ci sono diverse storyline che si intrecciano tra loro) e, nei suoi momenti più riflessivi, non ha nulla da invidiare a period drama più prestigiosi, perché seppur il lato action del prodotto Cinemax sia predominante rispetto alla componente drammatica, Warrior crea un proprio equilibrio senza mai snaturarsi nel corso dei primi dieci episodi. Al netto di uno sviluppo narrativo non sempre impeccabile (al termine delle dieci puntate, la serie ha appena incominciato ad entrare nel vivo della storia, si ha dunque la sensazione di aver assistito ad una lunga introduzione, con pochi avvenimenti realmente fondamentali, però nonostante il piccolo difetto di trama appena riportato, la serie è molto bella e offre diverse sfumature di razzismo che possono far riflettere lo spettatore), lo show Cinemax non delude le aspettative mettendo in risalto la sua spiccata personalità (in tal senso l'immersione nella San Francisco del 1878 è totale, si vive la differenza di classe presente nei diversi quartieri della città grazie ai numerosi personaggi principali, di diverse estrazioni sociali ed etniche, ogni fazione ha la sua location e la sua caratterizzazione). Warrior offre allo spettatore uno spettacolo adrenalinico ma mai banale e, in vista della seconda stagione (già annunciata dal network), l'augurio è che il prossimo anno possa mantenere lo stesso livello qualitativo, anche per onorare al meglio la figura di un gigante della cultura popolare come Bruce Lee.
Regia/Sceneggiatura: Sfortunatamente Warrior scivola un po' con i suoi dialoghi. Chi è alla ricerca di una sceneggiatura fluida e memorabile poeticamente rimarrà sicuramente senza niente di tutto questo. A volte le sceneggiature sono un po' semplicistiche con il dialogo, condite con alcune parole chiave e molte minacce che finiscono con un personaggio che se ne va. A volte sembra un po' cartoons ma se riesci a guardare oltre questo e prendere la storia e i personaggi, Warrior è molto divertente, anche grazie al ritmo imposto, capace di non annoiare nemmeno per un minuto ed alla regia, semplicemente efficace.
Aspetto tecnico: La qualità tecnica delle scenografie, ricostruite nei Cape Town Studios in Sudafrica, è eccellente così come i costumi e la fotografia, e come le arti marziali, benissimo coreografate. Tuttavia a spiccare particolarmente è l'efficace colonna sonora e la stupenda sigla, quest'ultima spettacolare.
Cast: Sebbene non ci siano grandi nomi del mondo televisivo cinese, questa serie potrebbe fungere benissimo da ottimo trampolino di lancio per il suo cast. Ogni personaggio riesce ad avere un suo momento di introspezione e approfondimento, pienamente sfruttato e interpretato dall'attore (Andrew Koji e Jason Tobin su tutti). Un particolare complimento va fatto alle attrici di questa produzione (Olivia Cheng, Joanna Vanderham e Dianne Doan), che riescono a incarnare donne di potere lasciando però bene intendere quanto fosse difficile vivere in un mondo diverso da quello odierno.
Commento Finale: Con una seconda stagione già praticamente alle porte, Warrior prepara tutti i pezzi per il secondo atto di questo thriller incentrato sulle bande. Se stai cercando uno spettacolo divertente e pieno d'azione pieno di combattimenti e drammi, non puoi davvero sbagliare con questo. L'impostazione volatile e realisticamente rappresentata del 1870 aiuta a mantenere le cose fresche e, sebbene questo possa quasi sicuramente fare un paragone con Peaky Blinders, Warrior è abbastanza diverso da scolpire la sua fetta unica della torta. È brutale, pieno di azione ed eccitante, rendendolo una delle più grandi sorprese dell'anno. Più di Cobra Kai, che simile nell'azione (marziale) ma decisamente più spettacolare e avvincente.
Consigliato: Sì, a tutti gli amanti delle arti marziali, ma anche a tutti gli altri, perché sebbene la serie si incentri solo su quelle, c'è comunque tanto altro.
Voto: 8--

Nessun commento:

Posta un commento