lunedì 30 settembre 2024

Le serie tv del mese (Settembre 2024)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/09/2024 Qui - Inizialmente, non erano queste le serie che avevo in programma di guardare questo mese, ma circostanze impreviste hanno cambiato i miei piani. Così, ho selezionato e visionato queste sei serie per necessità e urgenza. Per il prossimo mese ho già tutto organizzato, mentre per i mesi successivi dipenderà dalle nuove uscite e da ciò che non posso posticipare. Comunque, come dico sempre, ci sarà sempre materiale disponibile e non ci sono problemi; prima o poi riuscirò a vedere "quella serie".

[Paramount Plus] A Bloody Lucky Day (Miniserie) - Non è il prodotto perfetto o dell'anno, ma ha le sue valide ragioni e svolge bene il suo ruolo. "A Bloody Lucky Day" non è solo la vicenda di un tassista "sfortunato", ma una miniserie che mantiene un ritmo costante, accelerando senza pause, e pur rischiando di esagerare o deviare, riesce a mantenere alta l'attenzione. Attingendo dal cinema americano e dalle eccellenti produzioni coreane, come Bargain, rimane fedele ai canoni del thriller, ma si fa notare per i suoi stratagemmi narrativi e tecnici. La regia vivace bilancia una sceneggiatura talvolta prolissa ma mai banale, che risplende nei momenti cruciali. Fotografia e colonna sonora sono sempre azzeccate, e le interpretazioni, sebbene prevedibili, sono convincenti: lo spettacolo va visto e apprezzato tutto d'un fiato. Voto: 7+

[Sky] The Blacklist (9a stagione) - Raymond Reddington ha finalmente scoperto chi ha ucciso Elizabeth Keen. La rivelazione, benché non scioccante, ha assicurato un'altra stagione alla serie. Tuttavia, la stagione che avrebbe dovuto segnare una rinascita dopo l'uscita del personaggio più controverso, si è trasformata in un periodo di stallo (l'ottava stagione qui). All'inizio, The Blacklist era accettabile nonostante la premessa insolita. L'interpretazione di James Spader era il punto di forza, ma l'effetto sorpresa si è attenuato nel tempo, con gli showrunner che hanno diluito troppo la trama attorno al mistero dell'identità di Reddington, deludendo i fan più fedeli. La nona stagione ha peggiorato le cose, con un finale insoddisfacente e senza rivelazioni decisive, e i personaggi che hanno ripetuto gli stessi errori di Liz. Con la decima stagione all'orizzonte, sarebbe meglio risolvere le questioni in sospeso e concludere la serie con dignità. Questa stagione ha davvero testato la mia pazienza. Voto: 5

[Disney Plus] Shōgun (Miniserie) - Nel XVII secolo in Giappone, un marinaio inglese viene coinvolto in una guerra tra signori feudali per il titolo di Shogun. La serie, basata su un romanzo del 1975, offre un'ampia panoramica della cultura feudale giapponese. È interessante e avvincente, con un ritmo che riflette la cultura del paese. L'ambientazione è realizzata con cura, con scene e costumi dettagliati e una presenza significativa di violenza visiva, ma non gratuita. Hiroyuki Sanada offre una performance carismatica. Tuttavia, dal punto di vista dell'intrattenimento, i 10 episodi presentano una trama a volte troppo complessa e personaggi statici. Il protagonista John Blackthorne è il punto debole: le sue interazioni e la recitazione semplicistica creano un contrasto marcato e poco credibile. La storia, che sembra sempre sul punto di culminare, non raggiunge un apice definito. Il finale è suggestivo ma lascia inconcluso. Nonostante ciò, la serie è ben realizzata e piacevole da guardare. Voto: 7

[Netflix] The Gentlemen (1a stagione) - Dopo il successo di The Gentlemen nel 2019, Guy Ritchie espande il suo mondo narrativo con una serie TV su Netflix. Questa crime comedy, caotica e stravagante, è imprevedibile e genuinamente divertente. La serie riprende lo stile e i temi di Ritchie, con alcuni attori del film, raccontando di un giovane aristocratico immischiato nel traffico di marijuana dopo aver ereditato un titolo nobiliare. The Gentlemen riflette il marchio di Ritchie: è violenta ma anche leggera, avvincente e umoristica. Ricca di colpi di scena e con un ritmo veloce, la serie vanta un cast selezionato e toni che variano dalla commedia all'umorismo nero. Nonostante qualche esagerazione e verbosità (e molti cliché), il ritmo e lo stile distintivo mantengono la narrazione vivace. Pur non deviando molto dall'originale, la serie è notevole, in alcuni punti superiore al film, in altre peggiore, ma merita comunque di essere apprezzata. Il finale apre a una seconda stagione, creando grande attesa. Voto: 6,5

[Netflix] Maid (Miniserie) - "Maid", ispirata al memoir di Stephanie Land, è una serie che evoca emozioni complesse. Narra le peripezie di Alex, una giovane in fuga da un marito violento, in cerca di una nuova vita. È una storia di resistenza, errori e speranza. La miniserie, intensa e veritiera, si avvicina più a un documentario sulla vita di Alex che a una finzione, e la sua base in una storia reale la rende particolarmente commovente nei suoi momenti più bui. I personaggi sono complessi, specialmente la madre di Alex. La protagonista, una giovane addetta alle pulizie, è ingenua e circondata da persone che ostacolano il suo progresso. Il percorso di Alex verso la felicità è pieno di ostacoli; cade spesso e le sue scelte sono a volte incomprensibili, ma è impossibile non desiderare un lieto fine per lei (magnificamente interpretata da Margaret Qualley) e per sua figlia. Anche se talvolta si può disapprovare Alex e le sue scelte autodistruttive, il suo tentativo di uscire dall'oscurità merita riconoscimento e rispetto. Voto: 7

[Prime Video] Loro (Them) (2a stagione) - Deborah Ayorinde e Pam Grier emergono come stelle in "Them 2", una serie di otto episodi tecnicamente impeccabili, ma con una identità sfuggente. Questo crime thriller-horror pone una detective donna al cuore di un omicidio, intrecciando pregiudizi e forze soprannaturali. Più horror e complesso nella trama rispetto a The Covenant, il secondo capitolo, "The Scare", evoca meno rabbia e oppressione. Ambientato nel 1991 a Los Angeles, mantiene lo stile narrativo della prima stagione e si lega ad essa tramite un filo conduttore sottile, esplorando l'orrore senza fine radicato nell'umanità. Nonostante alcuni difetti e non eguagliando la stagione precedente, "Them 2" soddisfa le aspettative, rimanendo inquietante e disturbante, e lasciando il pubblico profondamente coinvolto. Voto: 6,5

venerdì 23 agosto 2024

Alice in Borderland (1a & 2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/08/2024 Qui - Alice in Borderland si colloca tra il thriller e l'horror in un contesto post-apocalittico. È una rivisitazione giapponese di "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll, con elementi che ricordano Squid Game, ma con una crudeltà ancora maggiore. È un peccato che il successo di Squid Game abbia oscurato questa serie, che in alcuni aspetti la supera. Alice in Borderland è stato rilasciato su Netflix prima della serie coreana ed è basato sull'omonimo manga di grande successo in Giappone, pubblicato a partire dal 2010. La serie è un eccellente survival che, pur non essendo particolarmente originale e talvolta eccessiva nel citazionismo e in alcune incongruenze, ha il suo fascino, un notevole livello di cattiveria e follia, e un ritmo incalzante. I personaggi sono caratterizzati in modo molto dettagliato e interessante, soprattutto nella seconda stagione, dove vengono esplorate molte storie dei protagonisti. La serie alterna momenti di tensione e azione a situazioni toccanti e originali. L'evolversi degli eventi è coinvolgente e spinge lo spettatore a proseguire non solo per scoprire l'esito delle vite dei personaggi, ma anche per esplorare i loro risvolti psicologici, paure e sentimenti che influenzano i loro comportamenti. Le stagioni, pur essendo uscite a due anni di distanza l'una dall'altra, sono coerenti e riprendono la narrazione senza interruzioni. Le scenografie, migliorate nella seconda, rendono la visione più gradevole, con scorci suggestivi e inquietanti di una Tokyo deserta. Il finale sorprendente lascia senza parole, facendo pensare alla possibilità (mai presa in considerazione) di una terza stagione, che pazzesco ci sarà. Voto: 7,5 [Netflix]

See (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/08/2024 Qui - In un futuro alternativo, l'umanità ha perso la vista e la capacità di vedere è considerata eresia. La nascita di gemelli vedenti porta grandi sconvolgimenti. Nonostante alcune ingenuità narrative e rappresentative, la serie, creata da Steven Knight, possiede un fascino legato alle premesse della storia. Pur con incongruenze e un certo grado di violenza visiva, il racconto è avvincente e solleva questioni importanti riguardo lo sfruttamento delle risorse naturali, religione e fede, scienza e tecnologia. La serie Apple riesce a creare un mondo nuovo e suggestivo, sebbene con alcune ingenuità e passi falsi. È l'ennesima storia di grandi poteri e responsabilità? Forse. Tuttavia, nonostante i rimandi scontati e una trama che si sviluppa su binari più tradizionali, la forza evocativa di un prodotto imperfetto come See, il suo mito e la tensione morale, conferiscono un fascino unico. See è una serie profonda, accattivante e avvincente, con personaggi che sorprendono ad ogni episodio. Sono 24 episodi in totale: 3 stagioni da 8 episodi ciascuna, che si susseguono troppo velocemente. La narrazione fluisce senza intoppi, la trama ti tiene incollato allo schermo, in attesa di scoprire il destino non solo dei protagonisti, ma dell'intera umanità. Non si può dimenticare la bravura degli attori, con una performance memorabile di Jason Momoa. Le scene di combattimento, progettate per evidenziare la cecità dei personaggi, sono uniche. Una serie che, pur non esprimendo completamente il proprio potenziale, ha introdotto un nuovo modo di concepire il drama sci-fi, evolvendosi e migliorando la formula per giungere ad un finale spettacolare quanto inevitabile. Voto: 7 [Apple Tv Plus]

Halo (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/08/2024 Qui - Un piccolo miglioramento rispetto alla prima stagione, che non aveva convinto appieno. Il ritorno di Master Chief evidenzia un impegno nel superare le debolezze precedenti con una trama più solida. C'è ancora spazio per crescere, aggiungendo originalità e profondità ai contenuti tecnici. Le basi per la prossima stagione sono promettenti, allontanandosi dagli eventi e personaggi dei videogiochi. La serie eccelle nelle scene d'azione. Gli sforzi per sviluppare il personaggio di John oltre il ruolo di mero esecutore non hanno portato a un reale progresso. Il suo cammino, ostacolato più dagli umani che dagli alieni, risulta prevedibile. I misteri dei Precursori restano irrisolti, con promesse di sviluppi solo nel finale di stagione, lasciando le risposte per una futura terza stagione. Le scene d'azione, tuttavia, bilanciano queste incertezze con momenti di successo. Infiltrazioni spaziali, assedi planetari, sparatorie e combattimenti sono ben realizzati. Nonostante non sia perfetto, rappresenta un buon inizio. Dopo un inizio incerto, la seconda stagione ha superato le aspettative, alimentando la speranza che i progressi proseguiranno. Voto: 6+ [Paramount Plus]

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/08/2024 Qui - Un cast perfetto per una produzione Disney Plus di lusso, promettendo di guidarci attraverso cinque stagioni, una per ogni libro pubblicato. Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo si rinnova in una serie dopo film non troppo memorabili, ricordando "Harry Potter tra gli dei" per le somiglianze. L'avventura fluisce senza intoppi, arricchita dalla mitologia e storie conosciute. I tre giovani protagonisti, guidati dall'eccezionale Walker Scobell nei panni di Percy, combattono nemici e ostacoli per recuperare il fulmine rubato a Zeus e tenuto da Ade, evitando una guerra tra divinità. Al Campo Mezzosangue, la Hogwarts dei semidei, Percy scopre alleati, nemici e indizi su un mondo nuovo. La serie procede senza colpi di scena, con un mix di generi adatto a tutti. Nonostante alcune imperfezioni e un target forse giovane, la serie convince. Si avverte una perdita di ritmo con episodi brevi che condensano gli eventi. Battaglie, capricci, vino e intrighi rendono l'Olimpo vivace, come la serie, che potrebbe essere l'inizio di un'avventura epica o un semplice intermezzo. Attendiamo la seconda stagione per vedere. Voto: 6,5 [Disney Plus]

mercoledì 17 luglio 2024

The Regime - Il palazzo del potere (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Forse è la prima volta che una miniserie targata HBO non mi soddisfa del tutto, probabilmente dovuto al fatto che avevo discrete aspettative legate anche ai nomi del cast coinvolto. Invece ho visto un prodotto che non sa che direzione prendere, troppo debole per essere una satira sul potere e troppo poco drammatico per lo stesso motivo, appunto il potere. "The Regime" è come un fucile che spara a salve, con cecchini che mancano il bersaglio: la confezione è di prim'ordine, quasi leziosa (grazie alle musiche di Alexandre Desplat), e gli attori sono degni della TV di prestigio di cui la miniserie fa parte. Tuttavia, non riesce né a suscitare la risata amara che vorrebbe, né a intrigare come un serio lavoro sul reale. La materia politica alla base resta fumosa, nonostante l'intento fosse chiaro. L'opera di Will Tracy e soci si regge solo sulla performance di una delle più grandi attrici del nostro tempo (Kate Winslet) e sulla consapevolezza di essere dalla parte della ragione politica. Forse è un po' poco per una produzione simile. In definitiva, "The Regime" è una satira che ha ben poco di tagliente e non riesce mai a essere incisiva quanto dovrebbe (a differenza di Morto Stalin, se ne fa un altro). Il risultato è un prodotto dall'equilibrio tanto instabile quanto quello della sua protagonista. Voto: 5 [Sky]

Silo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - "Silo" su Apple TV+ prende intelligentemente l'eredità di Lost e Scissione per creare qualcosa di nuovo. È un'esperienza intrigante e coinvolgente che fonde una trama post-apocalittica con temi classici di potere, sopravvivenza e scoperta della verità, dimostrando l'attenzione della piattaforma per il genere sci-fi e la scrittura di qualità. Nonostante gli elementi narrativi familiari, la serie li combina in modo nuovo ed emozionante, generando suspense e attirando lo spettatore nel misterioso mondo del Silo. Le interpretazioni di Rebecca FergusonDavid Oyelowo e Will Patton aggiungono gravità e autenticità alla serie. Inoltre, i collegamenti con elementi culturali e storici arricchiscono la trama, offrendo ulteriori livelli di comprensione. La trama è accattivante e solida, senza episodi filler: ogni puntata aggiunge un tassello e contribuisce allo sviluppo della storia. Le atmosfere, tra il distopico (che ricorda vagamente "1984" per alcune tematiche) e il claustrofobico, sono ben realizzate. È un esempio di come fare fantascienza di qualità senza CGI o effetti speciali esagerati. La fotografia e la regia sono ottime, e le musiche sono evocative e in tema con le immagini. I dieci episodi volano via, lasciando molte domande e un finale a sorpresa, in attesa impaziente della seconda stagione. Voto: 7 [Apple Tv Plus]

What If...? (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La seconda stagione di What If...? conferma tutto ciò che di buono si era visto in precedenza, risultando nuovamente tra i migliori prodotti Marvel degli ultimi tempi, escludendo il terzo capitolo dei Guardiani della Galassia. Ma tra le serie, è certamente una delle migliori, soprattutto dopo la deludente Echo. Questo secondo capitolo è narrativamente più complesso e tortuoso da seguire, ma a livello di animazione ha fatto notevoli passi avanti. L'idea di puntare su personaggi minori e inediti non funziona come gli autori avrebbero voluto, e ancora una volta a tenere incollati allo schermo sono i personaggi della vecchia guardia, confermando forse il problema e il trend generale del MCU degli ultimi tempi. Tra gli episodi più riusciti, infatti, ci sono quelli che ruotano intorno agli Avengers originali e ai Guardiani della Galassia. Nel complesso, non c'è un episodio che si possa definire mal realizzato. La varietà delle puntate, estremamente diverse fra loro, è sorprendente. Non tutto funziona perfettamente, ma per un prodotto che nasce come "paradossale", What If...? 2, con tutti i suoi limiti, fa il suo dovere. Le nove puntate complessivamente intrattengono e mostrano le enormi potenzialità del multiverso. E non finisce qui, perché un'altra stagione ci sarà, e non si vede l'ora di scoprire cosa riserverà. Voto: 7 [Disney Plus]

Supersex (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Il biopic su Rocco Siffredi punta troppo sugli aspetti (insopportabilmente) drammatici legati al fratello Tommaso (un Adriano Giannini sempre carico a pallettoni), trascurando la figura di Rocco stesso. La confezione generale è curata e funziona bene fino a metà, ma perde efficacia nella seconda parte, dove le situazioni (melo)drammatiche non sono gestite al meglio. Alessandro Borghi offre una prova impressionante, incarnando Rocco in tutto e per tutto, e il cast nel complesso è da promuovere. Tuttavia, questo non basta a dare sostanza a una fiction dallo sviluppo convenzionale. Il sesso è presente e abbastanza esplicito, ma rappresentato in modo fastidiosamente teatrale. Alcuni dialoghi delle ultime puntate sono ai limiti del possibile. Il primo episodio sarebbe bastato come cortometraggio sull'infanzia del pornodivo, dicendo tutto senza bisogno dei successivi. Non si capisce cosa si volesse rappresentare e narrare, poiché nulla viene davvero approfondito, lasciando il tutto frammentario e insoluto. Non rappresenta né un'epoca, né il mondo del porno, né la vera persona di Rocco fuori dal set. Ingenuo e privo di prospettiva. Voto: 4,5 [Netflix]

La casa di carta - Berlino (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - In generale, è un prodotto piacevole, con ambientazioni interessanti e ricco di colpi di scena. Tuttavia, l'avventura non ha abbastanza forza per essere paragonata alla storia originale. L'equilibrio si perde, con troppo spazio dedicato all'amore e alle relazioni: il personaggio amato della serie spagnola di successo (interpretato da Pedro Alonso) meritava di più. L'intento di riportare in auge lo spirito iniziale è evidente nel tratteggio dei comprimari che delineano i caratteri dei personaggi originali, ma gli episodi non condividono la stessa verve della serie originale, già compromessa nelle sue stagioni finali. "Berlino" premia i dialoghi rispetto all'azione, che è più contenuta e decisamente inferiore rispetto alla serie principale, relegata quasi interamente alla parte finale, con un'ultima puntata ad alta tensione. La componente amorosa è elevata, distribuita tra tutti i personaggi e argomento principale della maggior parte dei dialoghi, anche se spesso oscura il personaggio stesso di Berlino. Nonostante la serie non riesca a bilanciare correttamente i suoi contenuti in determinati momenti, "Berlino" intrattiene e risponde ad alcune questioni accennate nella serie principale, aprendo anche altre per una possibile seconda stagione. Un ritorno non eccezionale ma comunque interessante. Voto: 6 [Netflix]

Devilman Crybaby (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La serie tenta di rimanere fedele all'opera originale, ma perde incisività e impatto filosofico a causa della sceneggiatura. La narrazione è frenetica, condensando l'intera storia in 10 episodi, il che porta a tagli drastici di elementi chiave del manga. L'introduzione di novità come lo sport (corse di atletica) e la forte presenza di scene di sesso (quasi assenti nel manga), predominano inutilmente, sottraendo spazio a particolari più essenziali. Tuttavia, l'opera nel complesso non è spiacevole. In sintesi, Masaaki Yuasa dimostra di aver letto attentamente l'opera originale, ma aggiunge troppo del suo, realizzando una rilettura piuttosto scialba e annacquata, introducendo personaggi e situazioni non presenti nel manga. Il risultato finale non è male, nonostante alcune scelte discutibili, ma non è ciò che ci si poteva aspettare. Devilman Crybaby è un progetto originale e ambizioso, che mira a riportare alla luce una versione più moderna della storia creata da Go Nagai nel 1972, ma a volte si perde in dettagli futili, tralasciando sezioni fondamentali della storia, e non impressiona dal punto di vista estetico. È vedibile, ma per una comprensione più profonda delle tematiche affrontate da Go Nagai, è meglio leggere (come ho fatto io) l'opera originale, assolutamente attuale, ricca, profonda e inarrivabile. Voto: 6+ [Netflix]

What We Do in the Shadows (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - La commedia sui vampiri di FX è ancora piena di esilaranti sorprese. La quinta stagione di What We Do in the Shadows esplora il dramma della svolta di Guillermo (riprendendo il finale cliffhanger della scorsa stagione) e ripropone ciò che amiamo delle buffonate dei vampiri. Tuttavia, nonostante faccia ancora ridere, sembra perdere un po' di grinta, nascosta dietro una trama a volte dispersiva. What We Do in the Shadows potrebbe probabilmente continuare a seguire la stessa commedia stupida e divertente su cui spesso si fa affidamento, ma è più interessante quando si lascia evolvere e diventa persino leggermente introspettivo. Lo spettacolo è intelligente, divertente e avvincente al suo meglio, ma sfortunatamente l'ultima stagione è un po' meno del suo meglio. Dopo cinque stagioni, la commedia sui vampiri di FX non è la più acuta che sia mai stata, ma vale comunque la pena guardarla grazie al suo cast sempre stellare. Voto: 6,5 [Disney Plus]

Call My Agent - Italia (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Nella prima stagione, i quattro agenti erano alle prese con la crisi dell'agenzia e le esigenze delle star che rappresentano. Anche questa nuova stagione inizia con difficoltà: il flop del film "Bastianazzo", un grande investimento per la CMA, e la ricerca di un nuovo socio per salvarla. Le storyline dei personaggi intanto, continuano in parallelo, tra lavoro e vita privata. La stagione 2 è godibile, ma presenta alti e bassi. La sceneggiatura prende infatti una piega negativa come molte produzioni italiane, esplorando le bassezze del panorama cinematografico italiano, ma resta solida. La brillante scrittura di Lisa Nur Sultan colpisce difatti ancora e, come nel primo ciclo di episodi, anche qui un regista ruba la scena: Gabriele Muccino, che raccoglie il testimone di Paolo Sorrentino, offre una prova magnetica. Alcuni episodi brillano per originalità e approfondimento, in particolare quello con Elodie e Dario Argento, altre no, ma la stagione nel complesso risulta godibile, grazie appunto alle boutade di queste e altre (ma non tutte) guest star. Il risultato è una serie (ancora) divertente, fresca e coinvolgente, con attori di grande talento e un team produttivo capace di esaltare le qualità del prodotto. Un prodotto che merita (nuovamente) di essere visto (ed apprezzato) perché intelligente e capace di far ridere di gusto. Voto: 7 [Sky]

Fallout (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2024 Qui - Sembra davvero un periodo entusiasmante per i fan dei videogiochi e delle serie TV. Dopo il successo di The Last of Us di HBO, anche Prime Video ha colto nel segno con l'adattamento di "Fallout" (gioco a cui ho giocato al contrario dell'altro). La serie riesce a sfruttare al meglio l'ambientazione, l'atmosfera e la vena di follia del gioco, rendendola accessibile anche a chi non ha mai giocato alla serie videoludica. Tuttavia, i fan del gioco possono apprezzare le piccole citazioni sparse qua e là. Ambientata in una Los Angeles pre e post apocalisse atomica, la serie ruota attorno a tre personaggi chiave, tra cui spicca il carismatico cowboy mutante interpretato da Walton Goggins (però quanto è fantastica Ella Purnell). La caratterizzazione dei personaggi, la cura nella messa in scena, gli effetti speciali di qualità e la miscela ben dosata di azione e ironia, sostenuta da una colonna sonora accattivante, rendono questa serie una delle migliori del genere. L'idea di distribuire la narrazione su più protagonisti è perfetta per rappresentare un open world, soprattutto uno così ricco di direzioni possibili. I personaggi funzionano bene sia individualmente che nelle interazioni, grazie alle loro differenze e esperienze formative. Anche se il ritmo della prima stagione può sembrare introduttivo, c'è comunque molta sostanza, e il finale è davvero sorprendente. La serie riesce a immergere gli spettatori nel mondo di "Fallout", offrendo intrattenimento e critica sociale tipica del franchise. L'unico problema? Finisce troppo presto, lasciandoti con la voglia di vedere di più. Speriamo (che gli autori di Westworld) realizzino la seconda stagione al più presto. Voto: 8 [Prime Video]

venerdì 5 luglio 2024

Commenti random alle serie dal 2018 ad Oggi

I commenti relativi a NCIS, dalla tredicesima stagione in poi, li trovate tutti nello stesso post, nella recensione appunto della tredicesima. Come nel caso delle ultime stagioni di TWD o degli spin-off della prima stagione di Euphoria, gli aggiornamenti trovate nella recensione della stagione in oggetto. Tutto il resto ecco qui, questi che, più che recensioni, "brevi" commenti.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/04/2018 Qui - Ecco cosa, anzi, quali documentari e spettacoli ho visto grazie all'interessante (alquanto spesso) canale tematico Sky Arte di Sky. Partendo dalla serie di documentari Soundtracks: Canzoni che hanno fatto storia, una coinvolgente serie che ci permetterà (perché le puntate, 8, non sono ancora finite, anche se in verità ne ho vista solo una e non ho ancora deciso se vederle tutte) di rivivere la storia delle canzoni (indimenticabili che hanno fatto da sfondo a cambiamenti storici, sociali, culturali e politici) che hanno segnato appunto la storia della nostra civiltà. Di queste molto interessante è quella della musica che ha accompagnato gli anni della costruzione e dell'abbattimento del muro di Berlino, in cui David Bowie e incredibilmente David Hasselhoff (e tanti altri artisti) ha dato una grossa mano.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/01/2020 Qui - Documentari che, chi piaciuti più o piaciuti meno, sono tanto interessanti. Il primo è un racconto sull'affascinante mondo di Hollywood tra gli anni '30 e '60, appunto I segreti di Hollywood, quattro puntate che raccontano il dietro le quinte di un mondo all'apparenza dorato che ha dovuto invece lottare con il gossip, la censura e lo spionaggio, e che ha affrontato "di petto" la sessualità. Il secondo è l'esplorazione al mondo del cinema fantascientifico attraverso interviste e interventi di registi, attori e produttori, tutto coadiuvato dal regista e premio Oscar James Cameron, appunto James Cameron - Viaggio nella fantascienza, sei puntate che esplorano in tutti i suoi aspetti il cinema della fantascienza, dai mondi di Spielberg e Scott al suo lato "oscuro", dalle "Robot Invasion" ai mostri, dagli alieni ai ritorni al futuro, praticamente tutto quello che riguarda il genere fantascienza.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 26/05/2021 Qui - Ne hanno, se n'è parlato così tanto, che alla fine non ho resistito ed ho visto anch'io la prima stagione (dico prima perché a quanto pare ci sarà una seconda e chissà quante dopo) di LOL - Chi ride è fuori, il game show distribuito da Prime Video e condotto dal "chiacchierato" Fedez con la partecipazione di Mara "parolaccia facile" Maionchi che ad Aprile ha monopolizzato l'attenzione e l'ilarità generale. E giustamente direi, perché non mi sono proprio sganasciato dalle risate, ma ho riso bene e spesso, difficile infatti resistere al tutto. Dieci comici rinchiusi in una casa-teatro per sei ore consecutive con l'obiettivo di far ridere gli altri concorrenti con qualsiasi mezzo: battute, gag, oggetti. Si può quindi immaginare la baraonda (infatti è successo di tutto e di più come molti avranno visto), se poi tra i partecipanti alcuni dei comici nostrani più famosi e divertenti del momento, allora il gioco è fatto, divertimento assicurato. E così appunto è stato, tra un Elio (delle storie tese) in versione Gioconda-ballerino tip-tap-suonatore flautista e un Lillo (della coppia con Greg) in versione Supereroe-illusionista-mascherato, senza dimenticare Pintus e Matano, la Katia e il Ciro (dei Jackal), una gabbia di matti (non particolarmente spassosi gli altri). Ho riso così tanto che quasi mi faceva male la mandibola, anche perché per evitare di ridere per non essere eliminati, certe smorfie fantastiche facevano, io appresso. Penso che comunque non avrei resistito, come molti credo, neanche 5 minuti se tra loro ci fossi stato.

venerdì 21 giugno 2024

Yellowjackets (1a & 2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Ispirata a Lost, ecco la versione femminile de La società della neve, che si rivela interessante ma tendenzialmente ripetitiva, con salti temporali che esplorano gli stessi eventi da prospettive diverse. Questa tecnica, seppur utile per "allungare il brodo", crea una serie che mantiene un certo equilibrio tra i generi (dramma, survival e thriller con spruzzate d'horror) e a livello narrativo, ma rischia di annoiare lo spettatore con la ripetizione degli stessi eventi. La prima stagione getta comunque delle buone basi e delle buone aspettative per la stagione successiva. Una stagione, la seconda che, sebbene leggermente inferiore in termini di prestazioni, presenta dei momenti di forza e segue la struttura narrativa della precedente con due linee temporali. I migliori di questi momenti si trovano nella linea temporale del passato, mentre quella del presente risulta più debole, con una trama poliziesca meno avvincente e personaggi meno sviluppati (notevoli tuttavia le prove attoriali delle tre "grandi nomi"). Il finale cerca un colpo di scena scontato, ma lo realizza goffamente. Si percepisce ancora l'intento di dilatare la narrazione, il che non è positivo. Una terza stagione sembra inevitabile, ma a mio avviso dovrebbe essere l'ultima. Voto: 6,5 [Paramount Plus]

La caduta della casa degli Usher (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La miniserie di Mike Flanagan è un'ottima reinterpretazione delle opere di E. A. Poe, trasportate con maestria ai giorni nostri, mantenendo lo spirito originale e tessendo una rete di riferimenti. È una narrazione intelligente e affascinante, ricca di critiche verso la società capitalista e l'industria farmaceutica. Considero questo il suo miglior lavoro, con episodi che variano in bellezza ma rimangono di alto livello. Flanagan ha l'abilità di inserire elementi inquietanti e "scomodi", mescolati a momenti di sarcasmo (forse involontari, ma so che alcune scene mi faranno sorridere). In questa miniserie, ha raggiunto l'apice grazie a inquadrature e ambientazioni eccellenti, e un cast (che varia di alcuni elementi ma rimane immutato) che si esibisce (talvolta più che in altre occasioni) in modo impeccabile. Carla Gugino, nonostante il limitato tempo a schermo, riesce a dare vita al suo personaggio cruciale in maniera impeccabile. Anche il resto del cast non è da meno, interpretando le diverse personalità della famiglia Usher in modo tale da non farci tifare per loro. La violenza è un tema ricorrente in questa famiglia mentalmente instabile e piena di vizi. La durata della miniserie è adeguata e, anche se a volte sembra dilungarsi, un evento significativo rinvigorisce la trama. L'esperienza è molto piacevole, anche dal punto di vista ludico, grazie a sequenze horror ben realizzate. Flanagan naviga abilmente tra diversi piani temporali, rendendo il racconto fluido. Ogni dettaglio è curato attentamente, con un uso del colore che rende ogni episodio unico. L'episodio finale non risponde a tutte le domande e non tutto è perfetto, ma è un'opera magistrale che, con un po' di attenzione, cattura completamente. Voto: 7,5 [Netflix]

True Detective: Night Country (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Non è il True Detective di Nic Pizzolatto, bensì quello di Issa Lopez, ed è evidente. Una stagione debole che tenta di eguagliare la gloria della prima e inimitabile stagione, ma che non riesce a raggiungere quel livello di qualità (mi ha fatto pensare, negativamente, a Fortitude, che si è rivelata una delusione). La coppia di agenti deve districare un caso al limite dell'assurdo e trovare una soluzione realistica. L'inizio segue la tradizione della serie, evocando John Carpenter e un senso di orrore indefinito alla H.P. Lovecraft, sostenuto dalla notte artica perpetua (ambientazione che richiama a varie serie e pellicole di genere) e dai magnifici paesaggi naturali, ma dopo l'incipit si sviluppa una serie statica che tocca molti temi (questa stagione è la più esplicitamente politica e apertamente un manifesto femminista), senza però lasciare un'impressione duratura. È necessario attendere il finale del quinto episodio per risvegliarsi dal torpore. Purtroppo, la sceneggiatura non funziona. Gli episodi sono lenti e sovraccarichi di sotto-trame. Il finale migliora leggermente la narrazione, e nonostante ci sia un buon approfondimento dei personaggi e funzioni (Jodie Foster è perfetta nel ruolo), non è però sufficiente per rendere la stagione (la prima stagione a portare un sottotitolo) un minimo memorabile. Una stagione che, nel tentativo di differenziarsi, mette da parte tutti gli elementi narrativi e atmosferici che avevano reso interessanti (in modi diversi) le prime tre stagioni. Un vero peccato, decisamente la peggiore delle quattro. Voto: 6 [Sky Atlantic]

Seven Seconds (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La miniserie crime Seven Seconds (che inizialmente miniserie non doveva essere, ma una seconda più non ci sarà) si presenta come piuttosto anonima. Essa può essere suddivisa in due parti: la prima parte ci immerge nel contesto di una realtà degradata, dove temi come il razzismo e il pregiudizio sono fortemente evidenziati e offrono spunti di riflessione attuali. Tuttavia, il problema risiede nella narrazione frammentata e nel disequilibrio dei personaggi. Alcuni, come il sostituto procuratore KJ Harper e il padre della vittima, risultano irritanti e talvolta incomprensibili nelle loro azioni e parole. In contrasto, il personaggio del detective Fish emerge come il più riuscito, mostrando diverse sfaccettature e un'evoluzione significativa. La seconda parte, orientata verso il legal thriller, guadagna in solidità. Complessivamente, la miniserie oscilla tra pregi e difetti. Gli antagonisti mancano di una caratterizzazione memorabile, sono cattivi e basta. Inoltre, la narrazione risulta eccessivamente diluita con forzature nella sceneggiatura (buone invece le atmosfere gelide). Nonostante l'indagine poliziesca serva da filo conduttore per affrontare temi più ampi, alcune scelte narrative sono discutibili. La serie può essere guardata, ma non è essenziale. 5,5 [Netflix]

Echo (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La serie Marvel Echo si concentra su un personaggio poco noto, esaltando la diversità (la protagonista è sordomuta e monca di una gamba) e celebrando le origini native americane della tribù Choctaw. Tuttavia, al di là delle scene d'azione, la serie delude. Cinque episodi sembrano girare in tondo, appiattendo un personaggio che aveva più sfaccettature come antagonista in Hawkeye. Cinque episodi avrebbero potuto arricchire il personaggio, ma dopo il primo è evidente che Echo serve solo "a riempire", un progetto poco convincente e un investimento mal riposto che non onora né se stesso, né la protagonista, né le comunità che intende rappresentare (per un confronto, Reservation Dogs, che condivide alcuni attori, è la scelta migliore). Azioni senza peso e inseguimenti in moto che sprecano tempo. In definitiva, Echo è una miniserie da guardare in un'unica sessione, ma che si dimentica subito dopo. L'assenza di un'identità estetica coerente e comprimari che eclissano la protagonista, in particolare Vincent D'Onofrio, che nonostante la sua presenza non può compiere miracoli, sono le principali ragioni del fallimento di Echo. A maggior ragione è considerata la peggior serie Marvel dall'epoca di Iron Fist. Voto: 5 [Disney Plus]

Shrinking (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Un psicoterapeuta in lutto per la scomparsa della moglie rivisita il suo approccio professionale e le relazioni personali e familiari. La serie di Apple, bilanciata tra dramma e leggerezza, vanta personaggi solidi e ben delineati dalla sceneggiatura, rea solo di non essere riuscita a costruire un intreccio più avvincente di quello proposto, che comunque coinvolge e riesce ad interessare. Jason Segel stenta a calarsi nel suo ruolo e a sintonizzarsi con il cast, in particolare con Harrison Ford, che arricchisce la serie con una delle sue interpretazioni più riuscite. Superati alcuni ostacoli però, la narrazione fiorisce in una sequenza di eventi comici e tragici che lasciano un retrogusto agrodolce ma piacevole. Shrinking parte infatti in sordina ma si sviluppa gradualmente, trovando un equilibrio tra dramma e commedia. È una serie che sa emozionare e divertire, lasciando alla fine un'impressione di successo e interesse, nonostante un inizio incerto. In definitiva, è un prodotto televisivo essenzialmente divertente e al contempo significativo, decisamente brillante. Voto: 7 [Apple Tv Plus]

giovedì 23 maggio 2024

La fantastica signora Maisel (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/05/2024 Qui - Scrivere una recensione completa di una serie tanto lunga e complessa come questa, composta da cinque stagioni e 43 episodi che superano l'ora ciascuno, e che racconta le vicende di Miriam "Midge" Maisel nel suo percorso verso il successo nel mondo della comicità americana degli anni '50 e '60, è una vera sfida. Nonostante i suoi difetti, "La fantastica signora Maisel" (interpretata dalla straordinaria Rachel Brosnahan) è un magnifico tributo agli anni d'oro della comicità, con personaggi principali affascinanti. È normale che in una serie così estesa non tutto sia impeccabile: a mio parere, avrebbe potuto concludersi una stagione prima, ma il COVID e le relative restrizioni hanno modificato molti dei piani originali degli sceneggiatori per la quarta stagione, che risulta essere la meno convincente. Tuttavia, rimane una narrazione ben riuscita sulle luci e ombre dell'affermazione personale e dell'emancipazione, con interpretazioni eccellenti, dialoghi incisivi (talvolta surreali o alienanti) e una colonna sonora e costumi eccezionali. E come accade con tutte le grandi serie, il finale lascia un senso di amarezza. La serie chiarisce il suo intento sin dall'inizio e lo segue, nonostante gli inevitabili alti e bassi, bilanciando perfettamente forma (meticolosa) e contenuti fino a un'ottima conclusione. La prima stagione è brillante, intelligente e originale nell'idea di base, la seconda, sebbene irregolare, si rivela sorprendentemente migliore, superando la precedente in ironia e virtuosismo visivo con una sequenza di situazioni intelligenti e audaci. La terza stagione, pur essendo buona, affina alcuni difetti della seconda diventando più consistente e mantenendo l'evoluzione dei personaggi al centro. La quarta stagione, considerata la "peggiore" a causa di alcune scelte discutibili, precede l'ultima, che si distingue per i numerosi flashforward sul futuro dei personaggi, un elemento che non convince del tutto ma che funziona come espediente narrativo fino alla sua inevitabile e magnifica conclusione. Ed alla fine quel che resta è una serie di alta qualità e ampio respiro che rimarrà impressa nella memoria. Voto complessivo: 7,5 [Prime Video]

Reservation Dogs (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/05/2024 Qui - "Tutto è connesso" è il mantra che scorre nelle vene delle tre stagioni di Reservation Dogs, segnando profondamente il percorso sia collettivo che individuale dei suoi personaggi. Creata interamente da nativi americani, attori e sceneggiatori inclusi, la serie si focalizza su un gruppo di adolescenti delle aree rurali dell'Oklahoma, bagnate da un sole perpetuo e avvolte da una serenità immobile. Reservation Dogs affronta il tema del lutto e i drammi adolescenziali con un linguaggio che parla direttamente ai giovani, raccontando di coetanei alle prese con problemi, ansie e turbamenti. Con toni ironici, lirici e penetranti, è una storia di crescita che tocca argomenti come il lutto, il confronto tra generazioni, le ripercussioni della colonizzazione e la sopravvivenza. Ma soprattutto, evidenzia l'importanza vitale delle relazioni che si instaurano e si coltivano sia all'interno della famiglia che della comunità, un insegnamento prezioso delle persone nativo americane. Lo show di Sterlin Harjo e Taika Waititi (sì, proprio lui) non si limita a seguire, episodio dopo episodio (28 in totale di 30 minuti ciascuno), i suoi quattro protagonisti nel loro percorso di scoperta personale, ma intreccia costantemente le storie, i timori, i traumi e le aspirazioni di quattro giovani nativi americani costretti a maturare troppo velocemente, insieme a quelli dell'intera loro comunità. È proprio grazie all'alternanza sapiente di episodi corali e introspettivi, così come al prezioso confronto intergenerazionale, che la straordinaria storia di vita dei membri speciali di questa comunità viene trasmessa allo spettatore. Un racconto originale e non scontato, per nulla chiassoso, anzi. Una commedia amara che cerca di esorcizzare il dolore con battute e sarcasmo. Tuttavia, tra l'ironia e l'umorismo, emerge la vera essenza di Reservation Dogs, la sua introspezione, la sua capacità di essere così incisiva e brillantemente acuta. Mentre la seconda stagione si concentra sugli eventi che mettono alla prova l'amicizia tra i protagonisti, la terza diventa ancora più intensa, esplorando il contesto con uno stile narrativo particolare e tocchi di puro surrealismo. Non sarà forse una di quelle serie da vedere almeno una volta nella vita, poiché a volte è troppo stravagante per essere credibile, ma rimane comunque una serie degna di considerazione. Voto complessivo: 7+ [Disney Plus]

Made for Love (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/05/2024 Qui - Basata sull'omonimo romanzo di Alissa Nutting, che qui figura anche come produttrice esecutiva, Made For Love (due stagioni per un totale di 16 episodi da 30 minuti l'uno) è una serie controversa, un ibrido di fantascienza e commedia nera, ma anche una rom-com e un dramma femminista. Offre molteplici interpretazioni, il che può essere positivo o negativo: i messaggi sono utili e necessari, ma il percorso per arrivarci è complicato. La serie è talmente stravagante che risulta difficile seguirne gli sviluppi. Tra microchip e bambole gonfiabili, personaggi al limite e ingenuamente astuti, amori tossici e insoliti, la narrazione è intelligente ma non sempre coinvolgente o emozionante. La prima stagione non è male, confermando come la dark comedy possa basarsi su una storia solida che rivela molto sulle relazioni contemporanee e sulla nostra società, con atmosfere simili a Black Mirror ma con un gusto per il black humour, e una messa in scena focalizzata sugli sguardi e sulla meta-narrazione, oltre all'interpretazione magnetica dei due protagonisti (Cristin Milioti più che Billy Magnussen). È un peccato che la seconda stagione ne attenui l'effetto. Perde incisività riproponendo dinamiche ripetitive e ridondanti, ma riesce comunque a raccontare qualcosa di nuovo, come l'incomunicabilità della società moderna post-abuso emotivo, anche attraverso stratagemmi come il triangolo amoroso che cerca di rimescolare le carte (non sempre con successo), ma alla fine ciò che rimane è poco significativo. Colpisce, ma non lascia un'impressione duratura. Voto complessivo: 6 [Sky]

Lost in Space (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/05/2024 Qui - Rifacimento dell'omonima serie TV del 1965, Lost in Space narra le avventure della famiglia Robinson che, diretti verso un nuovo pianeta abitabile, sono costretti a un atterraggio di emergenza su un mondo ignoto a seguito del guasto della loro nave spaziale, dove un Robot alieno stringe amicizia con il più giovane del gruppo. La serie si focalizza sulla ricerca di Alpha Centauri, nonostante il percorso sia arduo, turbolento e pericoloso fin dall'inizio. Sotto costante pressione e impegnati in una scalata senza fine verso un obiettivo che sembra allontanarsi ad ogni passo, i Robinson (un cognome che evoca avventura) scoprono nelle avversità una soluzione ai loro problemi personali e familiari. Con tre stagioni e 28 episodi, la serie è ricca di azione e suspense. Gli effetti speciali sono più che adeguati e l'intrattenimento è assicurato. Lost in Space esibisce il suo valore produttivo con una messa in scena accattivante e, a momenti, esaltante, anche se in parte derivativa. Nonostante ciò, è un esempio eccellente di fantascienza per tutta la famiglia, dimostrando che non sono necessarie volgarità o violenza grafica per rappresentare il male. Nonostante non sia perfetta e alcuni aspetti della trama siano rivedibili, nel complesso è più che valida. I personaggi maturano, si sviluppano e non sono superficiali. Il legame uomo-macchina è ben esplorato, così come il tema dell'amicizia. Anche se è una serie destinata alle famiglie, non mancano momenti di malinconia e il finale è toccante, anche se giunge a una conclusione troppo affrettata (con un ritmo rapidamente eccessivo). Tuttavia, nel complesso è soddisfacente e questa serie di fantascienza ben realizzata, sebbene a volte forzata, è comunque sorprendente. Voto complessivo: 7 [Netflix]

martedì 23 aprile 2024

Mercoledì (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Si distingue per una realizzazione decorosa e un coinvolgimento efficace, nonostante una certa prevedibilità che emerge progressivamente. La scrittura degli episodi è comunque di buon livello, mescolando con abilità il black humor caratteristico degli Addams e momenti più cupi, con la protagonista asociale, austera e pallida, impegnata a risolvere un mistero in un college dalle atmosfere gotiche che ricordano Harry PotterJenna Ortega brilla nel ruolo di Mercoledì, rendendo iconico il suo balletto in uno degli episodi, divenuto poi un meme. Si apprezza anche la presenza di Christina Ricci, la storica Mercoledì dei film degli anni '90, in un passaggio di testimone simbolico, e infine Mano, fonte di numerose gag e momenti di ilarità. Forse le puntate sono troppe, forse c'è qualche filler di troppo, però non annoia, diverte abbastanza e scorre veloce. La firma di Tim Burton è evidente, anche se avrei gradito un'impronta ancora più marcata (influenzata probabilmente dalla produzione e dal target di riferimento), ma nel complesso rimango estremamente soddisfatto. Speriamo che la prossima stagione mantenga questa qualità. Voto: 7+ [Netflix]

The Society (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Un teen drama che aspira alla grandezza, tentando di affrontare tematiche adulte, riuscendoci solo in parte. Purtroppo gli stereotipi abbondano e la sceneggiatura è lacunosa. Nonostante le buone intenzioni, il progetto non raggiunge la sua piena realizzazione. I primi due episodi delineano i personaggi, ma un'imprevista svolta non riesce a elevare The Society al livello sperato. La trama si complica inutilmente, virando verso una soap-opera trita e ritrita. Il desiderio di esplorare temi attuali si perde in una narrazione lenta e frammentata. Inoltre, le domande sollevate rimangono senza risposta, lasciando il finale di stagione carico di dubbi e poche certezze. Un'opportunità mancata per questo teen drama Netflix che, nonostante segua l'esempio di "13", non decolla e soffre di una scrittura trascurata, mancante di vitalità ed emozione. Voto: 6 [Netflix]

The Continental (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Il mondo criminale di John Wick (cui quarto film sembrerebbe aver chiuso il cerchio) ambientato negli anni Settanta, con Colin Woodell (che ricorda Paul Newman) nel ruolo di un giovane Winston in lotta contro un malvagio Mel Gibson. L'opera convince nel primo e nell'ultimo episodio, dove la violenza si scatena senza freni, ma l'episodio centrale è tedioso e insipido. Le scene d'azione sono curate come sempre, tuttavia l'effetto sorpresa della Gran Tavola e degli altri elementi si è dissipato, perdendo la freschezza originale. Il cast è appropriato, l'ambientazione retrò degli anni '70 è ben realizzata e la colonna sonora è efficace. Nel complesso, non è male. Voto: 6+ [Prime Video]

Il meraviglioso mondo di Topolino (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Per celebrare il novantaduesimo anniversario del mitico topastro, Disney Plus ha lanciato una serie di cortometraggi animati (della durata di sette minuti ognuno) che riportano in scena Topolino e i suoi famosi amici, da Minnie la dolce a Paperino il simpatico, quest'ultimo "tornato" dopo il successo di DuckTales. La serie è continuata con una seconda stagione composta da "pacchetti" di episodi basati sulle quattro stagioni, culminando in uno speciale episodio celebrativo. Il meraviglioso mondo di Topolino offre compagnia di qualità con episodi vivaci che promettono molte risate. La diversità degli ambienti impedisce la noia, e le numerose citazioni stimolano l'attenzione alla ricerca di tutte. Lo stile grafico può essere apprezzato o meno, in particolare il nuovo look dei personaggi che potrebbe necessitare di un periodo di adattamento. Complessivamente, nonostante alcuni difetti che possono distogliere dallo spettacolo, non ritengo siano così gravi da compromettere l'esperienza. Un'esperienza piacevolmente comica e divertente, anche per un pubblico adulto. Voto complessivo: 6,5 [Disney Plus]

1883 (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - In questa narrazione, non sono tanto i personaggi a contare, sebbene siano ben delineati, quanto il racconto di un'epopea e la durezza delle sfide che le famiglie dovevano affrontare. La violenza e la brutalità non sono mitigate, ma sono dettagli necessari per il quadro generale e non risultano mai fastidiosi. Si tratta di un viaggio emozionante con protagonisti magnetici e credibili (bravo il cast, con un eccezionale Sam Elliott), che si conclude con un finale di forte impatto emotivo. Alcuni episodi potrebbero sembrare appesantiti dalla costante presenza di una narratrice (Isabel May, che comunque brilla per talento e bellezza) e da alcune trame meno convincenti, ma è difficile non farsi coinvolgere da questa grande miniserie (prequel di 1923 e a sua volta prequel di Yellowstone), che si distingue per la sua ricchezza di scene evocative e la capacità di adattare il genere ai gusti moderni. Certo, alcune trame possono sembrare forzate e i difetti sono presenti, ma rimane comunque notevole. Voto: 7 [Paramount Plus]

Scott Pilgrim - La serie (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - La serie brilla per la sua creatività e l'eccezionale animazione. È un punto di forza il ritorno degli attori originali nei loro ruoli, tuttavia la narrazione risulta confusa e a tratti illogica. Questo porta a riconsiderare il film originale, che nonostante non fosse del tutto convincente, non risultava così caotico. La serie, composta da otto episodi, si discosta dalla trama del film e può essere vista come un seguito delle graphic novel e del film stesso, reinterpretando gli eventi in chiave giallistica. I temi trattati sono seri e ben sviluppati, ma la trama principale è eccessivamente bizzarra e complicata. Inoltre, la serie non riesce ad essere un thriller coinvolgente, mancando di suspense nell'indagine di Ramona. Nonostante ciò, non mancano momenti divertenti e la colonna sonora è adeguata. È un vero peccato che la sceneggiatura sia così disordinata, soprattutto considerando la qualità dell'animazione. Nonostante le criticità, è però difficile respingere completamente la serie, che pur non raggiungendo il potenziale sperato, non è da considerarsi un fallimento, grazie soprattutto alla sua spiccata originalità ed inventiva. Voto: 6 [Netflix]

The Witcher: Blood Origin (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Con un materiale originale come quello di Andrzej Sapkowski, è un peccato che questo prequel non arricchisca significativamente l'universo di The Witcher, risultando in un'occasione sprecata o mal sfruttata. Dopo i 4 episodi, si desidera saperne di più, ma questo desiderio nasce dal sentire che ciò che è stato presentato non basta. Blood Origin ha gli elementi per divertire anche chi non conosce bene la serie principale e la qualità produttiva è indubbiamente alta. Tuttavia, come spin-off, non soddisfa pienamente le aspettative, lasciando i fan dell'universo di The Witcher parzialmente delusi. Blood Origin, quindi, è una miniserie fantasy che sta in piedi da sola, ma come prequel aggiunge poco al già noto, risultando più un intermezzo nell'attesa che un'opera di spessore, riscattata solo da un cast di qualità che dà il massimo. Voto: 5,5 [Netflix]

Onimusha (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 Qui - Takashi Miike dirige l'adattamento del celebre videogioco fantasy-storico, un lavoro svolto con onestà ma privo di particolari scintille. Si tratta di un esperimento affascinante, sebbene non completamente riuscito. C'erano tutte le premesse per un prodotto di qualità, dalla scenografia al cast. Purtroppo, la serie non mantiene tutte le sue promesse, limitandosi a un action fantasy piuttosto tradizionale. Onimusha si distingue comunque per la sua estetica notevole, offrendo uno spettacolo visivo coinvolgente. Tuttavia, non tutto funziona come dovrebbe: la trama è eccessivamente lineare, con pochi e poco convincenti colpi di scena. Di conseguenza, ne emerge un anime efficace nella rappresentazione delle ambientazioni e nell'animazione all'avanguardia, ma che avrebbe potuto essere molto di più se fosse stato sostenuto da una trama più complessa e un ritmo più incalzante. Onimusha rimane comunque un'esperienza piacevole, ma persiste il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere: molto più di una semplice trasposizione in grafica computerizzata di un film di samurai tradizionale, benché affascinante. Voto: 6+ [Netflix]

Fargo (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2024 QuiFargo è una serie che rimane fedele al proprio stile sin dalla prima stagione, in linea con il film da cui trae ispirazione, spesso evocato attraverso il suo leitmotiv. Presenta dramma, un gusto per il grottesco e abbondante ironia nera. È eccellente nella creazione di personaggi memorabili. La trama e il suo sviluppo coinvolgono costantemente, bilanciando temi come la violenza sulle donne e le milizie paramilitari, che rappresentano un problema crescente in America. Le interpretazioni sono ottime, a partire da Juno Temple, fragile ma resiliente come una tigre, e Jon Hamm, che incarna un patriarcato arcaico, la cui ossessione lo porterà alla rovina. La stagione mantiene l'alta qualità consueta (nonostante i difetti ed una certa prevedibilità di fondo), superando la quarta stagione, leggermente deludente, e lasciando un retrogusto più dolce grazie a una stagione inaspettata che, fortunatamente, ha visto la luce. E chissà, forse in futuro ne arriveranno ancora altre. Voto: 7,5 [Sky Atlantic]

venerdì 22 marzo 2024

Happy! (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2024 Qui - Serie che ci proietta in un rutilante mondo sospeso tra realtà e fantasia dagli accenti pulp. Una storia e dei personaggi figli di un fumetto reso serie televisiva in maniera (per quel che mi è parso di vedere) perfetta. Happy! è il viaggio strafatto nella mente un uomo sull'orlo del baratro. Una serie gradevole, che tiene incollati davanti allo schermo dal primo all'ultimo episodio. Un mix unico nel suo genere, immaginarsi un Chi ha incastrato Roger Rabbit? in versione serie TV ma dalle tinte estremamente più scorrette, violente, ciniche e folli. Un misto di violenza e surreale, che sembra voler competere con serie quali American Gods e PreacherHappy! si rivela perciò esattamente questo, una storia brutta, sporca e cattiva, tra boss mafiosi, poliziotti corrotti, prostitute e serial killer vestiti da scampo, in cui ogni singolo elemento pare messo sullo schermo per disturbare e scioccare. Christopher Meloni ce la mette tutta e dà vita a un personaggio adorabilmente sopra le righe, il mondo creato è piacevolmente weird, anche dopo un po' si perde quota con storie parallele confuse, personaggi sottili che appaiono e scompaiono e una sensazione di stiracchiamento. Ma sebbene la narrazione non sia sempre all'altezza, la prima stagione fila che è un piacere. La seconda stagione di Happy! riparte sulla falsariga della prima ma colpisce, come un pugno del caro Nick Sax, ancora più forte, ancora più a fondo. Perché, dopo le peripezie vissute dai protagonisti (Hayley su tutti), ognuno decide di uscire dal guscio evolvendosi in maniera spropositata ma in linea con quello che è lo stile della serie stessa. Ma se la trama nella prima stagione funzionava, in questa seconda stenta un po', anzi farraginosa in alcuni punti, con meno originalità e con la tendenza a ripetere situazioni e vicende. Inoltre con meno mordente anche le scene comiche. Insomma una seconda stagione deludente rispetto a una prima scoppiettante, ma non è tutto da buttare: i personaggi mantengono una loro coerenza e hanno un loro arco narrativo sensato, le scene splatter ben realizzate comunque ci sono e qualche risata la strappa ugualmente. In conclusione: una serie nel complesso dei suoi 18 episodi non esente da difetti ma godibile e con spunti assolutamente originali. Perché alcune cose e alcune scene forse sono fin troppo surreali (persino per una serie così volutamente surreale) e un po' buttate lì senza troppe spiegazioni, però sono tutte cose abbastanza trascurabili e che non intaccano la godibilità della serie. Una serie scandalosamente accattivante. Voto complessivo: 7 [Netflix]