venerdì 5 luglio 2024

Commenti random alle serie dal 2018 ad Oggi

I commenti relativi a NCIS, dalla tredicesima stagione in poi, li trovate tutti nello stesso post, nella recensione appunto della tredicesima. Come nel caso delle ultime stagioni di TWD o degli spin-off della prima stagione di Euphoria, gli aggiornamenti trovate nella recensione della stagione in oggetto. Tutto il resto ecco qui, questi che, più che recensioni, "brevi" commenti.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/04/2018 Qui - Ecco cosa, anzi, quali documentari e spettacoli ho visto grazie all'interessante (alquanto spesso) canale tematico Sky Arte di Sky. Partendo dalla serie di documentari Soundtracks: Canzoni che hanno fatto storia, una coinvolgente serie che ci permetterà (perché le puntate, 8, non sono ancora finite, anche se in verità ne ho vista solo una e non ho ancora deciso se vederle tutte) di rivivere la storia delle canzoni (indimenticabili che hanno fatto da sfondo a cambiamenti storici, sociali, culturali e politici) che hanno segnato appunto la storia della nostra civiltà. Di queste molto interessante è quella della musica che ha accompagnato gli anni della costruzione e dell'abbattimento del muro di Berlino, in cui David Bowie e incredibilmente David Hasselhoff (e tanti altri artisti) ha dato una grossa mano.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/01/2020 Qui - Documentari che, chi piaciuti più o piaciuti meno, sono tanto interessanti. Il primo è un racconto sull'affascinante mondo di Hollywood tra gli anni '30 e '60, appunto I segreti di Hollywood, quattro puntate che raccontano il dietro le quinte di un mondo all'apparenza dorato che ha dovuto invece lottare con il gossip, la censura e lo spionaggio, e che ha affrontato "di petto" la sessualità. Il secondo è l'esplorazione al mondo del cinema fantascientifico attraverso interviste e interventi di registi, attori e produttori, tutto coadiuvato dal regista e premio Oscar James Cameron, appunto James Cameron - Viaggio nella fantascienza, sei puntate che esplorano in tutti i suoi aspetti il cinema della fantascienza, dai mondi di Spielberg e Scott al suo lato "oscuro", dalle "Robot Invasion" ai mostri, dagli alieni ai ritorni al futuro, praticamente tutto quello che riguarda il genere fantascienza.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 26/05/2021 Qui - Ne hanno, se n'è parlato così tanto, che alla fine non ho resistito ed ho visto anch'io la prima stagione (dico prima perché a quanto pare ci sarà una seconda e chissà quante dopo) di LOL - Chi ride è fuori, il game show distribuito da Prime Video e condotto dal "chiacchierato" Fedez con la partecipazione di Mara "parolaccia facile" Maionchi che ad Aprile ha monopolizzato l'attenzione e l'ilarità generale. E giustamente direi, perché non mi sono proprio sganasciato dalle risate, ma ho riso bene e spesso, difficile infatti resistere al tutto. Dieci comici rinchiusi in una casa-teatro per sei ore consecutive con l'obiettivo di far ridere gli altri concorrenti con qualsiasi mezzo: battute, gag, oggetti. Si può quindi immaginare la baraonda (infatti è successo di tutto e di più come molti avranno visto), se poi tra i partecipanti alcuni dei comici nostrani più famosi e divertenti del momento, allora il gioco è fatto, divertimento assicurato. E così appunto è stato, tra un Elio (delle storie tese) in versione Gioconda-ballerino tip-tap-suonatore flautista e un Lillo (della coppia con Greg) in versione Supereroe-illusionista-mascherato, senza dimenticare Pintus e Matano, la Katia e il Ciro (dei Jackal), una gabbia di matti (non particolarmente spassosi gli altri). Ho riso così tanto che quasi mi faceva male la mandibola, anche perché per evitare di ridere per non essere eliminati, certe smorfie fantastiche facevano, io appresso. Penso che comunque non avrei resistito, come molti credo, neanche 5 minuti se tra loro ci fossi stato.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 21/02/2022 Qui - E' da un po' di tempo che l'ho vista (fine dicembre), ma non c'è stata possibilità di dirlo se non adesso, che ho visto la serie documentaristica (in 8 episodi) di Prime Video sulla mia squadra del cuore, ovvero All or Nothing: Juventus (che narra le vicende della Juventus nella stagione 2020/2021, un'annata che si è rivelata piena di emozioni forti e intrecci interessanti), e mi è piaciuta parecchio (però fuori classifica finale finirà). Perché parla di calcio ma non solo. Parla anche di passione, di emozione, di mentalità, e questi sono discorsi che possono capire tutti gli essere umani, non solo quelli che amano il calcio. In questo senso quello che a me ha lasciato questa serie è infatti soprattutto il lato umano del calcio, quello che appare negli spogliatoi prima e dopo la partita, quello che si mostra durante gli allenamenti, i pranzi, le cene, le riunioni. Sono questi i momenti in cui la squadra diventa squadra, in cui l'allenatore può intervenire sulla testa dei suoi ragazzi. Perché al di là degli schemi, delle tattiche e delle marcature, conta tantissimo la testa, conta soprattutto quella. La stagione 2020/2021 della Juventus è un esempio fulgido di come un racconto possa cambiare, di come ci siano momenti chiave che fanno la differenza, nella testa e nelle gambe. All or Nothing: Juventus riesce a raccontarli, lo fa bene, e dà autorevolezza ad una vicenda che, alla fine, si rivela per quello che è: un glorioso fallimento. Ma tutto merita d'esser raccontato, e vissuto, nonostante tutto.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Stavolta non ho perso tanto tempo per vederlo, ed in breve posso affermare che nella seconda stagione di LOL si ride. L'effetto novità è svanito ma si ride molto anche questa volta. Approdato su Prime Video in un periodo non proprio favorevole, considerando gli eventi nel mondo reale, LOL è (e rimane) senza dubbio un piacevole passatempo, grazie al quale trascorrere alcune ore in spensieratezza. Rispetto alla prima stagione, ho percepito molta più tensione, voglia di strafare e di stupire, non c'era più il piacere della novità, l'inconsapevolezza della prima stagione, ma la pressione di fare meglio di Lillo o Elio. Questo ha condizionato e condizionerà le stagioni successive, con i comici sempre più in crisi e soppressi dalla pressione di dover strafare. Nel complesso però, anche questa stagione ha momenti molto divertenti e da fare piangere dal ridere, molti comici ci regalano momenti esilaranti, e ognuno soddisfa la comicità che più ci piace, dalle imitazioni di Virginia Raffaele, ai giochi di parole di Maccio Capatonda, la spontaneità del Mago Forrest, ai personaggi iconici di Corrado Guzzanti. Se avete visto la prima stagione e vi è piaciuta, LOL 2 è assolutamente consigliato. Il cast regge bene lo show, gli episodi scorrono velocemente e i vari intoppi rendono tutto spassoso, al netto di quanto detto prima.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 24/05/2022 Qui - Con un dubbio (di visione) e un desiderio (sempre di visione) in testa, non potevo perdere l'occasione di recuperare finalmente una serie d'animazione tanto acclamata quanto celebrata, quella relativa a Conan, non il Detective però, ma ad Il ragazzo del futuro (scusatemi la battuta...ora divenuto passato), il primo capolavoro del maestro Hayao Miyazaki (il primo di tanti). In questo senso, realizzato nel 1978 e composto da 26 episodi, Conan, oltre ad essere uno splendido esempio di serie per ragazzi (probabilmente tra le migliori mai realizzate, insieme ad altre più o meno simili), è un'opera chiave per comprendere a pieno la poetica del regista nipponico, e non averlo presumibilmente visto era imperdonabile. Ovviamente il risultato (dopo averlo finalmente visto e recuperato nella sua totalità) è clamoroso, un film eccezionale diviso in più parti, personaggi perfetti con Lana che è stata il prototipo di tutte le sue eroine cinematografiche. Un inno alla natura, una condanna all'uomo industriale. Sigla italiana bellissima. Perciò che dire che non è già (presumibilmente) stato detto? Praticamente niente, semplicemente una bellissima avventura senza tempo, un racconto di fantascienza ricco di tematiche: amore, amicizia, resistenza, natura, politica. Offre appunto spunti di riflessione con le tematiche trattate, i personaggi e le numerose gag azzeccatissime. Gli intrecci e gli sviluppi sono intelligenti e coinvolgono lo spettatore sino a un attesissimo finale che dà speranza. Inutile dire che le animazioni e il character design sono splendidi. Liberamente ispirata al romanzo The Incredible Tide di Alexander KeyConan il ragazzo del futuro insomma lascia il segno, e dovrebbe essere da tutti visto, soprattutto da quelli che ancora non l'hanno fatto. Lo si trova su VVVVID e su Prime Video, ed anche su Netflix, non ci sono più scuse.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/06/2022 Qui - Dai cortometraggi ai documentari il passo è breve, e se questi di Cinema parlano/descrivono, "manco la bocca devi aprire". Ho infatti atteso di avere Netflix e dell'occasione per vedere la docuserie I film della nostra infanzia, spin off della serie I giocattoli della nostra infanzia (che anch'esso forse recupererò), ed è stato un gran divertimento. Certo, ho visto delle 3 solo la prima di stagione, ovvero delle 16 puntate solo quattro, ma sicuramente non mi perderò le altre, non mi perderò le storie dietro alcuni dei film che hanno influenzato intere generazioni, comprese le interviste con gli attori, i registi e gli addetti ai lavori che si sono impegnati nella realizzazione di questi classici. Eppure l'inizio non è stato dei più eccezionali, difatti si comincia con Dirty Dancing - Balli proibiti, che, qui lo dico e qui lo nego, non ho mai sopportato, ma i retroscena davvero interessanti, alla fine più del film penso d'aver più apprezzato tutto quello che nel documentario (durata variabile 50 minuti) viene svelato. Fortunatamente dal secondo si comincia a ragionare, ecco infatti Mamma, ho perso l'aereo, che nonostante alcuni retroscena già sapevo e/o conoscevo ho apprezzato moltissimo. Sapevo quasi tutto invece del terzo, di Ghostbusters - Acchiappafantasmi, ma anche più del secondo ho ammirato il tutto, perché i Ghostbusters sono i Ghostbusters. Ultimo, un gran bel botto, quelli tantissimi che c'erano in Trappola di cristallo, uno degli action più belli di sempre. A tal proposito, grazie al nostro Cassidy di quartiere (conoscete tutti il blog La Bara Volante vero?) che di cinema se ne intende, alcune chicche erano già state svelate (ed anni addietro), ma tra sorprese che non sapevo ed espedienti che non conoscevo, un piacevole e godibilissimo intrattenimento.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 15/07/2022 Qui - Presto detto presto fatto, avevo accennato all'intenzione di recuperare oltre alle tre stagioni dello spin-off  sui film della nostra infanzia (ancora da completare) anche quello "originale" su I giocattoli (della nostra infanzia), e così ho fatto, vista la prima stagione delle tre complessive (sempre su Netflix) sulla storia di importanti linee di giocattoli. Giocattoli che, paradossalmente, non ho mai avuto l'onore, l'onere di ricevere e/o avere, ma questo non mi ha impedito di apprezzare questa docuserie incentrata appunto sulle tecniche di marketing e i processi creativi che hanno portato alla creazione di alcuni dei più famosi giocattoli del mondo. Un documentario a puntate in cui le menti che hanno ideato i giocattoli più famosi della storia parlano dell'ascesa, e a volte della caduta, delle loro creazioni da miliardi di dollari. Perché di certo non potevo mica possedere una Barbie, nel caso specifico traendo ispirazione da un'audace bambola tedesca, il cofondatore di Mattel rivoluziona per sempre l'industria dei giocattoli destinati alle bambine, ma potevo forse possedere un giocattolo della linea di G.I. Joe (un gruppo di esperti di marketing, a cui si deve anche la creazione del termine "action figure" più di 50 anni fa, inventa un nuovo tipo di bambola per i maschietti), di He-Man (i creatori che hanno ridato lustro a una linea di action figure in crisi discutono dell'epica ascesa e della caduta del loro impero miliardario), ma soprattutto Star Wars (una piccola azienda di giocattoli di Cincinnati ottiene i diritti per il progetto più grande che abbia mai gestito, dando vita al franchise più redditizio della storia), però non è successo. Poco male, presumo di aver risparmiato tantissimi soldi, e continuerò probabilmente a risparmiare.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 26/08/2022 Qui - Ho posseduto pochi giocattoli di marca da quando ero bambino, al massimo mi saranno passati tra le mani qualche mattoncino di una famosa azienda ultimamente molto in voga, proprio i LEGO sì, di cui "storia" è raccontata in una delle 4 puntate della seconda stagione de I giocattoli della nostra infanzia (sempre reperibile su Netflix), dagli umili inizi nella campagna danese, questo produttore di mattoncini in plastica assemblabili è diventato il più grande produttore di giocattoli al mondo. Ogni puntata è nuovamente accompagnata da una voce narrante brillante, che con ironia e leggerezza detta i tempi di una narrazione, scandita da tanti filmati di repertorio, e riempita con interviste ai personaggi simbolo dei vari marchi. Facendo diventare il tutto molto interessante, tanto che si segue la "storia" dell'odiato Hello Kitty (grazie al motto "Piccolo regalo, grande sorriso" alla base della sua filosofia, il fondatore di Sanrio Shintaro Tsuji ha fatto di una gattina un fenomeno globale) senza grossi problemi. Ma ben più interessante è decisamente anche il resto, dato che si parla dei giocattoli di Star Trek (dopo anni di cattiva gestione del brand e incongruenze nei prodotti, il noto franchise di una saga fantascientifica deve affrontare il competitivo mercato dei giocattoli) e di Transformers (dal connubio tra ingegnosi giocattoli giapponesi e una storia targata Marvel ComicsHasbro ha dato vita a una linea che ha cambiato per sempre il settore). Insomma una bella serie documentaristica nostalgica davvero ben fatta.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Altri quattro grandi ed iconici film nella seconda stagione (come avvenuto nella prima) della docuserie gemella dei "giocattoli", che racconta la storia e la realizzazione (di alcuni) de I film della nostra infanzia più importanti. Essa propone infatti titoli di livello assoluto, per raccontare la genesi di alcuni grandi cult del cinema. Si tratta di una stagione un po' più lineare con racconti di produzioni meno tribolate, ma sempre nel senso dell'arricchimento culturale e dell'intrattenimento. Nel dettaglio e secondo le mie preferenze cinematografiche, si parte dal discreto Pretty Woman, la commedia romantica con Richard Gere e Julia Roberts che inizialmente doveva chiamarsi "Tremila", si continua con il bellissimo Forrest Gump, film che ai Premi Oscar del 1995 ottenne ben 6 statuette a fronte di 13 nomination e che malgrado i problemi di casting e budget divenne un classico degli anni '90, si prosegue con lo straordinario Jurassic Park, il film del 1993 diretto da Steven Spielberg e tratto dal romanzo di Michael Chrichton (ottenne un successo tale da dare il via a un enorme franchise che continua ancora oggi) che sconvolse il modo di fare cinema, e si finisce con il capolavoro Ritorno al futuro, con Robert Zemeckis e Bob Gale che da anni avevano in progetto l'idea di realizzare il film, ma che sono stati più volte bloccati dagli insuccessi delle loro produzioni precedenti. Conoscevo già bene la storia di Eric Stoltz, ingaggiato per il ruolo di Marty McFly perché Michael J. Fox durante il periodo delle riprese era impegnato con il telefilm Casa Keaton e della sua successiva sostituzione in corso di riprese, ma ho scoperto tante altre curiosità, tra cui la storia legata al nome del film, che agli inizi non doveva chiamarsi Ritorno al Futuro. E insomma altro grandissimo tuffo nostalgico, ed un altro a disposizione ancora c'è, ma nel frattempo goduto al massimo.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - La terza ed ultima stagione de I giocattoli della nostra infanzia racconta la storia delle Tartarughe Ninja, di due fumettisti relativamente sconosciuti che s'imbattono in un'idea che farà esplodere la Tartamania, mettendo sottosopra l'industria del giocattolo, di quella dei Mighty Morphin Power Rangers, ispirata alle serie giapponesi Super Sentai, l'innovativa visione del compositore Haim Saban è diventata una dinastia che regna da decenni in TV e nel mondo dei giochi, dei My Little Pony, di questi piccoli quadrupedi che hanno reinventato la bambola moderna in un'epoca dominata da Barbie e Fragolina, regalando un'immensa gioia ai bambini, ma anche ai fan adulti, e infine del Wrestling agonistico, da WrestleMania alla mania dei giocattoli: i fautori dell'invasione del wrestling sugli scaffali dei negozi riflettono su trionfi e battute d'arresto, personalmente anche a questo giro ho apprezzato, nonostante nessuno di questi giocattoli neanche sfiorati, ma dalla televisione tante belle e grandi cose ho visto. Rispetto alle stagioni precedenti (e quindi anche alla seconda) ci sono meno ricostruzioni di aneddoti e retroscena, alcuni episodi sono meno riusciti (o interessanti, indovina quale) di altri, e a volte si esagera con la ripetizione della stessa gag, ma nel complesso abbastanza buono, e soprattutto ancora e sempre godibile, anche perché il mood fortunatamente non cambia. Alla fine una serie documentaristica davvero piacevole, da amante della cultura pop imperdibile, per tutti i nostalgici e per gli amanti della cultura nerd se non l'avete ancora vista, vedetela.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - La terza ed ultima stagione de I film della nostra infanzia non solo è la più corposa e la più completa, ma anche la più spettacolare. Vengono inglobati i due episodi speciali dedicati ai film delle feste usciti a cavallo tra la prima e seconda stagione e così ben 8 sono i film presi in "questione" in questa stagione che, svaria tra tanti generi (horror, thriller, fantascienza e commedia) e che ha al suo interno due capolavori, due eccezionali capostipiti, due classici (natalizi) e due cult, il meglio del meglio soprattutto in certi ambiti, per una stagione appunto grandiosa e decisamente mirabile. Ricca di aneddoti e retroscena rimasti sepolti per anni di film che hanno fatto storia e sono rimasti nel cuore di tutti, film quali: Halloween - La notte delle stregheVenerdì 13Nightmare - Dal profondo della notte (che neanche a farlo apposta ho rivisto poco tempo fa), RoboCopAliens - Scontro finaleIl principe cerca moglieNightmare Before Christmas e Elf - Un elfo di nome Buddy. Io infatti ho trovato più di un film a cui sono legato, e di sicuro per ognuno stessa sorte, ed è stato un grandissimo piacere nonché divertimento. Dispiace solo che finisca così, se arriverà o meno un'altra stagione non è lecito sapere, ma una cosa è certa, pochissimi di questi film visti in questo mese di Settembre riusciranno a rimanere nella memoria così a lungo come quelli (tutti 16) della serie completa, ma accontentarsi a volte è giusto, e comprensibile.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Non è stato un caso invece che dopo aver recuperato un'opera eccellente anime, ne abbia recuperata (spinto da molti baldi giovini) un'altra, e con lo stesso risultato, ascrivibile appunto al capolavoro. Da Conan, il ragazzo del futuro a Cowboy Bebop il passo è stato breve, ed anche in questo caso, cosa aggiungere che non sia già stato detto? Vabbè dai lo dico lo stesso, Cowboy Bebop è forse il miglior esempio dello stile anni '90: una storia che si sviluppa a tratti, con un'attenzione molto ampia verso i personaggi e con la presenza di storie intermedie utili all'approfondimento del contesto. Un mosaico di episodi che tuttavia possono, per la maggior parte, essere assaporati in ordine sparso. Ecco, questo l'unico difetto, non c'è infatti una progressione proporzionata della storia, e forse ci poteva stare un po' più di spazio per qualche storia sul passato dei protagonisti, ma comunque non sono elementi tali da far pensare che ci siano stati errori grossolani. Anche perché dal punto di vista tecnico decisamente ottimo: specialmente il comparto sonoro (comprendente le spettacolari musiche) è tra i punti di forza di quest'anime. Pervaso da una vena malinconica, conosce tuttavia momenti esilaranti. Originale nei contenuti (almeno per l'epoca, a me ha ricordato un po' Mass Effect e un po' Borderlands, giochi abbastanza recenti), nelle pensate, nell'ambientazione. Praticamente un capolavoro, che consiglio vivamente a tutti, specialmente a chi non l'ha mai visto, che possono ora vederla da più piattaforme, su Netflix in primis, da cui tra l'altro è possibile vedere (ma io difficilmente adesso potrei) la serie live action, da molti considerata però pessima, ma anche su VVVVID, che merita certamente considerazione nonostante la pubblicità, io infatti anche per "supporto" l'ho vista da lì. Fine, See You Space Cowboy...

Post pubblicato su Pietro Saba World il 24/03/2023 Qui - Sempre seguendo la continuità delle serie Marvel, che mi sta portando ad intraprendere, seppur con alcune defezioni, un piccolo viaggio a ritroso dalle serie ex Netflix in poi, ecco ritrovatomi con un piccolissima serie, una simpatica raccolta di cortometraggi ben realizzati con cui i Marvel Studios fanno (nuovamente dopo lo speciale natalizio uscito però successivamente) centro. Cortometraggi brevissimi, di tre minuti e mezzo, quasi completamente muti ma pieni di idee sfiziose. Generi diversi, tante risate e anche qualche momento emozionante, con una CGI davvero ben realizzata. Parlo (come se non l'aveste già capito) di I am Groot, serie di cinque corti dedicati all'amato personaggio della saga dei Guardiani della Galassia, in cui la tematica comune è la crescita, riprendendo ottimamente lo stile scanzonato della saga di James Gunn. Piccole grandi storie per un piccolo grande personaggio. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla naturalezza con cui, grazie a pochi elementi, si lasciano intendere momenti di totale tranquillità in viaggio sulla nave o in sosta su qualche pianeta. Queste piccole grandi avventure di (Baby) Groot mi hanno stampato il sorriso in faccia per tutto il tempo, facendomi genuinamente esplodere in fragorose risate di tanto in tanto. Tra l'altro, mi fa sorridere anche solo il pensiero che sia sempre Vin Diesel a doppiare il personaggio. E tra slapstick e black humor, intrattenimento assicurato per una mezz'oretta, e in questo senso l'unica pecca è proprio questa, si consuma davvero in un batter d'occhio. Ma al di là di questo una serie semplicemente deliziosa, che ha bisogno di sole tre parole per convincere: I am Groot! Ne faranno altri di questi fantastici corti, e non ne vedo l'ora, ma intanto ecco la lista delle serie viste nell'ultimissimo periodo.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 24/05/2023 Qui - Detto fatto, come sempre, peccato che LOL 3 non si è dimostrata una delle migliori stagioni dello show, se non forse la meno entusiasmante. La formula del programma rimane vincente, ma questa terza stagione presenta un forte calo qualitativo rispetto alle due stagioni precedenti, presentando un'enorme criticità: non c'è un'esplosione di risate. Quello che c'è in LOL 3 (che risulta essere ridondante e alcune formule del passato vengono ripetute, fallendo) al massimo sono sorrisi o piccole risate sparse nel corso di ogni episodio, ma le risate fragorose delle prime due stagioni sono da dimenticare. Almeno nelle premesse, poteva essere fra le più divertenti per via delle performance di artisti come Cevoli e Frassica, ma che ha deluso per la scarsezza di numeri davvero degni di nota (però Cevoli e Frassica sono eccezionali, eh, cioè, non mi fraintendete). Il finale è un bel gesto, sicuramente da apprezzare, ma che purtroppo toglie anche comicità e attesa da uno dei momenti che, teoricamente, dovrebbe essere di massima "tensione". In ogni caso mi ha intrattenuto per tutto il tempo che c'è voluto, alla fine "così così".

Post pubblicato su Pietro Saba World il 23/06/2023 Qui - Dai giocattoli ai videogiochi il passo è breve, e dopo la bella docuserie (in tre stagioni) de I giocattoli (della nostra infanzia), che era appunto incentrata sulla storia di importanti linee di giocattoli, ho finalmente visto/recuperato anche High Score, da Space Invaders a Doom, un viaggio con Netflix, un viaggio nostalgico, appassionante e galvanizzante, nella storia dei videogiochi, dalla loro nascita fino alle console moderne. E questo attraverso varie interviste a sviluppatori e videogiocatori protagonisti del periodo di riferimento, che va dagli anni '70 ai '90. Memorabili soprattutto tutti i retroscena dietro alla creazione di giochi come Pac Man e Sonic. Nel complesso in ogni caso, sono rimasto piacevolmente soddisfatto da tutto quello visto, certo, non sempre, nel corso dei sei episodi, la serie centra perfettamente toni, ritmo e l'alto interesse verso la materia (e comunque non è perfetto, non è completo come una enciclopedia, e si "dimentica" molti protagonisti, sia persone che videogiochi o hardware), ma il documentario si dimostra comunque un ottimo viaggio nella (ri)scoperta delle prime console e nel successo crescente, crisi annesse, dei videogiochi dal 1978 al 1993. Inoltre, vero e proprio punto di forza, High Score riesce ad elevare la semplice cronaca arrivando ad affrontare tematiche sociali, morali e culturali che ancora oggi vengono discusse quando si parla di videogiochi. Un tocco di nostalgia ben dosato e l'emozione è completa, soprattutto per chi ha speso un bel po' di tempo durante l'infanzia e l'adolescenza in sala giochi o davanti ad una console. E per gli altri (che non rientrano nella categoria dei gamer) l'opportunità di scoprire un sacco di informazioni sul mondo dei videogame, perché insomma è imperdibile.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - In un mese di ottobre ancora troppo poco autunnale, l'occasione di rivedere un amico del piccolo schermo, con il suo atteggiamento buono e perennemente gentile, che spiazza sempre i co-protagonisti e lo spettatore stesso. L'assistente medico personale più bianco e teneramente tondeggiante del mondo animato (Baymax chi altro) torna infatti con 6 (mini) avventure in cui aiuta amici, persone comuni, animali a risolvere problemi fisici sempre correlati a questioni emotive. Spin-off naturale pur se chissà fino a che punto necessario del personaggio più riuscito di Big Hero 6 (che nella serie prequel terminata poco prima di questa nuova serie animata di cortometraggi si era già fatto notare anche per ben altre doti, in primis supereroistiche), ci dà tuttavia modo di rivedere scorci di San Fransokyo e soprattutto farsi ammantare di quella dolce svenevolezza di cui ogni tanto sentono bisogno grandi e piccoli. In un episodio si sfiora la tematica omosessuale, in un altro si parla apertamente di mestruazioni. Forse troppo politicamente corretta e/o dispersiva, ma comunque carina

Post pubblicato su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Per il prossimo mese è previsto che io veda e recensisca un bel bottino di serie, più di quanto mai fatto, ma nemmeno in questo mese mi sono poi tanto risparmiato, tant'è che ho visto pure, anche se mezz'ora o meno di tempo l'avrei potuto trovare ugualmente, la seconda stagione di I Am Groot. Una seconda stagione (piena di buffe esplorazioni) che ne conferma la semplicità ed efficacia dei corti dedicati al personaggio dei Guardiani della Galassia (con la voce di Vin Diesel). Cinque nuove (baby)storie che mostrano un'altra fase della crescita dell'arbusto, ovvero pubertà e pre-adolescenza, con un'animazione fluida, dinamica e molto slapstick. Poche settimane fa "prendeva" parte all'ultimo viaggio dei Guardiani, nel capitolo conclusivo della trilogia di James Gunn, ora lo si ritrova nella sua versione più dolce e irriverente (sempre su Disney Plus). Baby Groot, un po' cresciuto rispetto alla prima stagione, animato da una curiosità invincibile e una naturale propensione a cercar guai. Brevi, tecnicamente ottimi e divertenti, manca la "magia del gruppo" sì, ma è sempre bello ritrovarlo in "azione", tutto semplice però tremendamente efficace.

Post pubblicato su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Oltre alle serie in programma per questo mese, che come altri si è dimostrato variabile in termini di qualità, ho finalmente guardato la quarta stagione di LOL, il famoso show comico di Amazon, come avevo anticipato il mese scorso. Questa nuova edizione conferma sia i suoi limiti che i suoi punti di forza. Vantando un cast affascinante e iconico, il programma comico tenta nuovamente di stupire lo spettatore con momenti divertenti e sorprendenti, mantenendo lo spirito fluttuante che lo distingue dagli altri. Tuttavia, il divertimento generale rivela alcune lacune man mano che gli episodi avanzano, senza riuscire a raggiungere un apice nel finale. LOL 4 ha sicuramente dei pregi, riuscendo a far ridere e intrattenere come al solito. Le critiche più severe provengono da alcune performance e, in particolare, dalla conduzione, che appare ormai un po' datata. Comunque, sono felice per il vincitore o la vincitrice (senza fare spoiler) e penso che la vittoria sia stata davvero meritata. Mi piacerebbe molto vedere una Stagione 5 con artisti del calibro di Checco Zalone o Aldo Giovanni e Giacomo, ma resta tutto da vedere, chi può dirlo?

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