giovedì 27 giugno 2019

Fortitude (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/06/2019 Qui
Tema e genere: Fine della storia sui ghiacci del Circolo polare Artico. Terza ed ultima stagione (di quattro episodi) per la serie a metà tra l'horror e il thriller ambientata tra le nevi della Norvegia nella cittadina di Fortitude.
Trama: Dopo gli eventi terribili degli ultimi mesi (della seconda stagione, qui la recensione), dal caos generato dallo sciamano Vladek, alla scomparsa della dottoressa Khatri fino alla morte del governatore Munk, la comunità di Fortitude cerca di riconoscersi in quelle strade che fino a poco tempo fa erano considerate uno dei posti più tranquilli al mondo. Ma le difficoltà di cittadini, poliziotti e agenti della scientifica nel gestire le conseguenze degli orrori che hanno lasciato una scia di sangue sulla città, sono evidenti. Lo sceriffo Dan Anderssen (Richard Dormer) e il capitano Michael Lennox (Dennis Quaid) combattono contro i loro demoni: il primo, sopravvissuto al Parassita che aveva attaccato la comunità, tenta disperatamente di tornare in sé e distinguere il bene dal male, il secondo affoga nell'alcol il dolore per la perdita della moglie Freya e prova a redimersi salvando la vita di un'altra donna che ama. Ma nel vento gelido di Fortitude, i destini dei due uomini prenderanno a girare in maniera completamente diversa. In questo clima oscuro e indecifrabile, nuovi volti fanno il loro ingresso nella fredda comunità: la misteriosa Elsa Schenthal (Aliette Opheim) e suo marito Boyd (Abubakar Salim) sono arrivati dagli Stati Uniti per fare delle ricerche sul Parassita che ha colpito l'isola. Inoltre, le autorità di Oslo hanno inviato a Fortitude due poliziotti, Ingeborg Myklebust (Maria SchraderDeutschland 83 e Deutschland 86) e il suo assistente Torsten Oby (Set Sjostrand) per risolvere il caso della morte del governatore Munk. Scoraggiati in un primo momento dal silenzio dei cittadini che cercano faticosamente di tornare alla loro quotidianità, i due detective si avvicineranno pericolosamente alla verità.
Recensione: Succede così tanto e così poco, di negativo nel primo caso, di positivo nel secondo caso, che parole per esprimere il mio dissenso non ce ne sono abbastanza. E quindi invece di scrivere e parlare di questa deleteria stagione, di cui troverete qualcosa comunque nella scheda sottostante, farò riferimento all'intera serie. Creata da Simon DonaldFortitude, ha appassionato il pubblico fin dal suo esordio, fin da quando un grandioso Stanley Tucci nei panni di Eugene Morton, investigatore londinese, indagava sul macabro ritrovamento di un corpo maciullato ritrovato tra i ghiacci, fin quando il virus, questo patogeno voleva essere lo specchio e il riflesso dell'immagine dell'oscurità che alberga dentro ogni essere, anche in quello più buono, anche in quello più giusto, ma poi qualcosa si è spezzato, anche se poi alla fine, indubbiamente bisogna dire che al netto di alcune (ahimè troppe) imperfezioni e arrangiamenti, la serie di Fortitude è riuscita ogni volta a distinguersi per singolarità del soggetto, per un'ambientazione che sfoggia paesaggi magnifici e irrimediabilmente malati ed inospitali, per l'interpretazione brillante di alcuni protagonisti, coadiuvati da una sceneggiatura volutamente confusionaria, ma che è riuscita a pennellare anche tratti di genialità. Molto bene anche il comparto musicale e sonoro in generale, capace, fin dalla sigla, di premiare quell'alone di giallo e mistero che avvolge la piccola e glaciale cittadina di settecento abitanti. Il criptico cielo artico, episodio dopo episodio, porta alla luce l'impurità dei suoi abitanti, svelando i segreti di ognuno di essi, mescolando le loro vite, facendole incontrare e scontrare, e dando loro il giusto e, perché no, anche brutale epilogo. Peccato solo per il deludente intermezzo centrale e quello finale (questo di più, pessimo proprio), perché anche se nel complesso si rimane soddisfatti dalla particolarità del prodotto, stregati dai paesaggi e dal clima corrotto e tenebroso che certamente è riuscito ad assorbirci per tutte e tre le stagioni, la disillusione resta ed è cocente.

Regia: Tutti gli episodi della terza stagione sono diretti da Kieron Hawkes (già dietro la macchina da presa di molti dei vecchi episodi), egli ha le sue colpe, ma non è tutta colpa sua, che colpa avrebbe dopotutto se sbagliata è stata la scelta di produrre una terza di stagione.
Sceneggiatura: Già la seconda stagione aveva insoddisfatto molti compreso me (colpa soprattutto di uno script sempre traballante), per cui non proprio contento ero quando ho saputo che ne avrebbero prodotto una terza, tuttavia speravo chiudesse e rispondesse a molte domande, ma invece rimane aperte alcune strade ed inoltre più che spiegare fa esplodere la follia in modi assai irragionevoli e sconclusionati. La sceneggiatura non a caso traballa continuamente.
Aspetto tecnico: Rimane invariato gran parte di esso, la sigla sempre affascinante, ambientazioni ugualmente spettacolari, fotografia di livello, la colonna sonora efficace sempre, ma sono gli unici pregi di una stagione altamente difettosa.
Cast: Al netto dei nuovi arrivi e dell'uscita di scena di alcuni, rimane invariato il cast rispetto alla stagione precedente, tra questi oltre a quelli "principali" Luke Treadaway e Sofie GrabolSienna Guillory e Darren Boyd, comunque tutti svolgono bene il loro lavoro, peccato che venga nella maggior parte sprecato.
Commento Finale: Un breve ma intenso (finalmente è finito, che soddisfazione) addio alla produzione britannica targata Sky di Fortitude. Nell'insieme 26 episodi, dei quali gli ultimi 4 decisamente clandestini, perché forzati e chiamati a dare un degno epilogo alle viscerali e gelide vicende di questa sperduta cittadina norvegese. Ma non la danno, anche perché alla fine saranno più le domande che le risposte. Infatti in questa stagione si arriva (forse, ma proprio no) al termine di tutta quella pazzia collettiva che l'epidemia di mosche aveva portato con sé. E insomma era meglio non produrre questa terza.
Consigliato: No, anzi, per chi ha seguito la serie fino alla seconda si fermasse lì, alla prima anche meglio.
Voto: 4

Nessun commento:

Posta un commento