Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/11/2018 Qui - Trasmessa da settembre ad ottobre su Sky Atlantic, Save me (Salvami) ha subito catturato la mia attenzione e mi ha spinto (con ancor più vigore) a vedere una dietro l'altra le sei puntate della serie. Una serie dal forte legame padre/figlia (che prende spunto dalla sempre più delicata tematica delle conoscenze online, per presentare appunto un rapporto, quel rapporto, ben noto al pubblico grazie a innumerevoli film e produzioni a riguardo, per citarne uno, Io vi troverò con Liam Neeson), una serie attualissima, cruda, diretta, che non prende mai scorciatoie, una serie che mostra il lato oscuro della società con un bellissimo cast ed una narrazione veloce e accattivante. La serie infatti, una serie televisiva britannica del 2018, creata, sceneggiata e interpretata da Lennie James, al quale va riconosciuto il merito di aver interpretato, creato e sceneggiato un prodotto davvero avvincente da fruire tutto d'un fiato sin dalla primo episodio dal titolo "Il lato oscuro", la puntata pilota difatti getta le basi di una corsa contro il tempo adrenalinica, appassionante e coinvolgente, che avrà sviluppi e intrecci fatali davvero imprevedibili, è affascinante, intrigante e tiene davvero col fiato sospeso. Le vicende non a caso si svolgono abbastanza rapidamente e la serie (sono sei gli episodi totali della serie, già rinnovata per una seconda stagione) ha un potenziale enorme che si nota fin dalle prime battute e che cresce di episodio in episodio. Questo perché innegabilmente avvincente è la lotta instancabile di un padre contro il destino che gli impedisce di incontrare la figlia. Giacché per la polizia e per l'ex moglie e il suo nuovo compagno è lui l'unico sospettato del rapimento (un giorno infatti Jody, Indeyarna Donaldson-Holness, sua figlia, scompare proprio mentre la ragazzina è in cammino per andare a trovarlo, dopo tanti anni, proprio per questo motivo accusano l'uomo di aver rapito la figlia), con tutte le prove e gli indizi sulla carta schiaccianti che sembrano inchiodarlo. Lui però non c'entra, non vede e non sente la figlia da quanto aveva 3 anni, ma ora si sente coinvolto, ancora legatissimo all'ex moglie interpretata benissimo da Suranne Jones, che tuttavia non sta di certo con un uomo migliore, anzi tutt'altro, si è trovata un altro compagno, suo marito Barry (Barry Ward), che gestisce dei traffici di certo non limpidissimi.
Comincia quindi, nonostante i suoi problemi di soldi, donne e quant'altro, e nonostante solo la Detective O'Halloran (Nadine Marshall), colei che si occupa del caso, è l'unica a tutti gli effetti che crede nell'innocenza dell'uomo, ad indagare tra sospetti, dubbi, soffiate che finiscono col farlo cercare nello squallido mondo della pedofilia. Ma ovviamente il percorso non sarà per nulla semplice (anche perché ben presto le accuse si espandono) e per giungere alla verità dovrà fare di tutto (si capisce fin da subito che non ci si può fidare di nessuno e come nei più classici thriller si cerca di carpire dove si cela la bugia e dove sta la verità): salvare vittime, trovare altre persone scomparse, riunire i propri cari (o conoscenti, tra questi il transessuale Tam ovvero Jason Flemyng) e rischiare la sua stessa vita. Proprio perché da quel maledetto giorno l'unico obiettivo del protagonista sarà quello di scovare la verità e di avere vendetta. Chi sarà quindi il colpevole? Save Me è una serie che va assolutamente seguita tutta d'un fiato, in sei episodi adrenalinici, intriganti, che spingono la mente del telespettatore a lavorare molto, a tentare di capire cosa si nasconde davvero dietro il rapimento della piccola Judy. Una serie perciò di gran livello. Merito di una scrittura ben calibrata e di una regia (di Nick Murphy) capace in fase di trasposizione e messa in quadro di valorizzarne le atmosfere malsane e di pericolo costante, dove la linea mistery regge il peso della serialità senza particolari intoppi grazie alle accelerate ritmiche iniettate nella timeline. E qui entra in gioco il contributo notevole alla causa dato dalle performance attoriali di Lennie James in primis (già presente nel cast di numerose pellicole, tra cui Lost in Space, Snatch e Blade Runner 2049, e diventato popolare grazie al personaggio di Morgan Jones nella celebre serie The Walking Dead) e di alcune spalle di peso come Stephen Graham nei panni di Melon, amico di vecchia data del sospettato. Quest'ultimo è uno dei tanti tasselli di un puzzle fatto di segreti e bugie dove tutti, ma proprio tutti, hanno i propri scheletri nell'armadio da preservare. E insomma Save Me, che ha avuto così successo che ne è subito stata messa in cantiere una seconda stagione che spero di vedere al più presto, che nel suo mescolare dramma, crime, noir e poliziesco, crea un ponte ideale tra la migliori serie crime e il classico schema collaudato di hitchcokiana memoria, ossia dell'uomo sbagliato nel posto sbagliato gettato senza rete di protezione in una situazione più grande di lui, fa davvero centro, perché anche non essendo una serie eccezionale, ma solo discreta, merita tanti complimenti, apprezzamenti e una visione. Voto: 7
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