sabato 1 giugno 2019

I testimoni (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/12/2017 Qui - Avevo visto a suo tempo la prima stagione de I testimoni (Titolo originale: "Les Témoins"), la miniserie televisiva francese di stampo noir drammatico, e mi era piaciuta come in genere mi piacciono i thriller francesi e non (qui la mia breve ma intensa recensione). Ora dopo esser andata in onda sul canale FoxCrime a Maggio, ho recuperato la seconda che, stuzzicato dall'intrigante ed enigmatico trailer, ho subito guardato e ne ho ricevuto un'ottima impressione. La serie francese infatti, torna a proporre al pubblico televisivo un racconto di genere poliziesco che ricorre a espedienti thriller per accrescere il coinvolgimento dello spettatore. Le fasi iniziali della prima puntata difatti sono dedicati al pretesto narrativo e instaurano un clima di mistero e suspense. Anche perché, la protagonista, che è nuovamente il tenente Sandra Winkler (Marie Dompnier), si trova di fronte ad un caso veramente oscuro e tenebroso. Una mattina sulla strada del paese, fermo come se stesse aspettando i passeggeri, freccia inserita, c'è un autobus come quelli di linea, ma la ragazza che sale per andare al lavoro ha la sgradevole sorpresa di vederlo pieno di 15 persone completamente congelate.
Le attenzioni dei personaggi principali (tra cui non c'è più la spigliata Roxane Duran di Riviera e Thierry Lhermitte, mentre c'è sempre il fidato Justin, ovvero Jan Hammenecker) si concentrano ben presto su una misteriosa donna (l'intrigante Audrey Fleurot) che sembrerebbe avere dei collegamenti con le vittime. La trama è resa ancor più enigmatica da una serie di indizi scovati dalla protagonista, la quale è seguita prevalentemente all'interno della sua sfera lavorativa, nella quale dimostra acuto intuito. Peccato che il suo intuito non solo la porti a scoprire l'agghiacciante verità in modo abbastanza goffo e prevedibile, ma che molto lascia lo spettatore un po' basito per le sue scelte insensate e controverse. Anche se per fortuna, grazie proprio alla narrazione molto affascinante e sempre alquanto misteriosa (e comunque sempre saldamente concentrata sul caso da risolvere), non si sente spesso il peso della scontatezza e semplicità della storia stessa. Perché nonostante tutto si lascia vedere senza troppi problemi. Tuttavia, dopo una prima certamente migliore (e originale) stagione e questa seconda meno appassionante e intrigante, la cosa migliore sarebbe concludere qui. Anche perché una sigla e una colonna sonora identica non aiutano a far sì che una terza stagione ci sia. D'altronde la serie dopo aver perso mordente e interesse soprattutto da parte mia, dopo questa discreta ma prevedibile stagione, non ha più senso di esistere. Voto: 6

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