Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/03/2018 Qui - Dopo la più che discreta e sorprendente prima stagione (qui la mia recensione), ecco nuovamente tornare The Exorcist, la serie tv ispirata al terrificante mostro sacro del cinema horror del 1974, che con la seconda stagione conferma e non smentisce le sue peculiarità di una serie che è riuscita ad appassionare (anche inquietare e sconvolgere) molti spettatori, soprattutto gli amanti del genere, anzi, proprio quest'ultimi, che avevano sicuramente apprezzato il primo movimentato atto, in cui i nostri due eroi in talare e colletto bianco avevano fronteggiato una serie devastante di possessioni e un complotto demoniaco all'interno della Chiesa, erano i primi ad attendere con impazienza. È dunque per questa ragione che anch'io attendevo molto anche dalla seconda stagione che, tentando fin da subito una nuova formula scenografica, abbandonando i grattacieli e la neve di Chicago, per abbracciare il clima torrido, ma anche piovoso di un'isola semi-desolata, faceva però storcere un po' il naso. Tuttavia, nonostante la mancanza di nessi evidenti con l'intrigante storyline del culto di Chicago, esplorata appunto nella prima stagione, si faccia sentire di tanto in tanto, la nuova ambientazione delle avventure di Tomas (Alfonso Herrera) e Marcus (Ben Daniels) riesce immediatamente (e nuovamente) a inquietare lo spettatore. Anche perché nella seconda stagione di The Exorcist non sarà facile immediatamente intuire chi sarà il bersaglio del demone, come invece lo era stato nel caso della famiglia Rance, dato che stavolta si ha a che fare con più di una personalità facilmente attaccabile da un demone, che non sempre sceglie la stessa tipologia di vittima. Il Demone stesso stavolta si insidia in maniera differente dal solito che siamo abituati a vedere. Differente è anche il modus operandi di Padre Tomas e Padre Marcus nel combattere il Male. Imprevedibile è anche l'esito della battaglia (le conseguenze dello scontro saranno molteplici, per tutti i personaggi principali), perché a differenza della prima stagione in cui sin da subito si era capito dove saremmo andati a parare con l'esorcismo della giovane Casey Rance (che avrà ancora qualcosa da dire a Padre Tomas nel finale di stagione), in The Exorcist 2 la trama principale si delinea dopo un po', intrecciandosi non da subito con la vicenda dei due padri esorcisti. La vicenda di Andy e della sua famiglia allargata infatti arriva in un secondo momento al centro della storia.
All'inizio difatti ritroviamo i due uomini di Dio impegnati nella rocambolesca fuga dallo sceriffo Jordy (Warren Christie) la cui moglie Cindy (Zibby Allen), reduce dalla morte della figlioletta, si è abbandonata alle lusinghe del Maligno. Rifugiatisi in un fienile, l'esorcismo che tentano sulla donna mette in luce una nuova dinamica sentimentale, che vede i servi di Satana accendere il fuoco della rivalità tra Marcus e Tomas, indicato come il nuovo "preferito di Dio". Esorcismo che ci offre l'occasione non solo per rispolverare i punti di forza già mostrati nella prima stagione (efficacissimo make-up, suggestivi effetti visivi) ma introduce un nuovo livello di connessione tra Tomas e il Maligno, per scacciare il demone dalla mente della donna, il prete è infatti disposto a entrare nella sua mente, condividendo quindi con lei le minacce e le lusinghe delle forze del Male. Il che ci porta, attraverso dei sapienti richiami visivi, alla seconda location che si presenta nel secondo episodio di The Exorcist, un'isola appropriatamente nebbiosa, in cui il mite Andy Kim (John Cho) dirige una casa famiglia, prendendosi cura di cinque ragazzini che, per un motivo o per un altro, sembrano tutti possedere le carte in regola per attirare le attenzioni di Satana. Tanto che, come detto, sarà difficile capire chi sarà il prescelto, il tutto poi senza contare che la presenza sull'isolotto, della vecchia catapecchia (con pozzo annesso) di una strega sterminatrice di bambini non contribuisce certo a creare un quadro roseo e idilliaco dei dintorni della casa in cui Andy e i suoi protetti dimorano, perché il diavolo sembra pronto ad assumere forme inedite e terrificanti, per la gioia dello spettatore.
Di certo a non cambiare sono i temi e in parte la trama, addirittura simile a quella precedente, la lotta del bene contro il male, problemi personali e la Fede, ma tuttavia estremamente diversa. Perché qui la storia prosegue e troviamo Padre Tomas (che sarà messo alla prova e dovrà dimostrare non solo a Marcus, ma anche a se stesso di sapersela cavare) con Marcus che gli insegna il mestiere di esorcista, ma con dei problemi perché Tomas crede di essere bravo e di poter osare, portando poi se stesso e Marcus (ed entrambi tuttavia dimostreranno che oltre alla fede ci vuole anche istinto nel capire le cose e le persone) lungo una strada pericolosa ed insidiosa. Infatti tra i due, nonostante la chimica tra i protagonisti risulta invariata (se non accresciuta) rispetto a quanto visto nella prima stagione, ci saranno parecchi battibecchi. Come non mancheranno parecchie sorprese e nuove situazioni, anche perché nel corso degli episodi capiremo molto di più riguardo questa vita e questo mestiere solitario (l'esorcista), difficile e che non sempre ha a che fare con casi scontati. E vedremo altresì i vari modi con cui diverse persone affrontano i problemi. Inoltre scopriremo di più riguardo Marcus, del suo passato e anche altre cose, soprattutto una che lascerà un po' storditi e indispettiti, ovvero il solito "Queerbating" (cioè quando metti qualcosa di LGBT senza approfondire il personaggio e la storia a dovere, ma solo per acchiappare consensi o dissensi). In ultimo ma non per ultimo questa famiglia particolare, che vive su un'isola a Seattle dove Andrew, un padre adottivo, cerca di vivere con dei ragazzi dal passato tormentato, tentando di dargli amore e una normalità che prima non avevano mai avuto, riserverà parecchi momenti interessanti.
Una famiglia appunto con problemi, che perciò vedrà la quotidianità rovinata da qualcosa che si muove sull'isola da moltissimi anni e che sembra averli presi di mira, e che rischia, colpa o fortuna dell'assistente sociale Rose (Li Jun Li) di essere frantumata. Famiglia formata da Verity (Brianna Hildebrand, la ribelle della famiglia, scopriremo lentamente come mai di questo carattere molto forte), Shelby (Alex Barima, un ragazzo molto religioso, ma di cui non scopriremo molto il passato), Truck (Cyrus Arnold, un ragazzo molto robusto e con alcuni problemi mentali, ma dal cuore d'oro), Caleb (Hunter Dillon, non vedente, arrivato in casa da poco ed ancora alle prese con l'essere accettato da tutti), Grace (la più piccola della "famiglia" e l'ultima arrivata, che si nasconde da tutti in soffitta) e infine Harper (Beatrice Kitsos, che scombinerà non poco le carte in tavola per colpa della madre). Parallelamente conosceremo Mouse (Zuleikha Robinson), una donna che fin da subito ci farà capire chi è per il suo carattere forte e il suo temperamento. Attraverso di lei scopriremo il lato "cattolico" del problema perché, rispetto a come avevamo lasciato la Chiesa nella precedente stagione, i demoni si stanno impossessando sempre di più di quell'ambiente sacro, portando la guerra contro gli esorcisti ad un livello più alto, ora o li trasformano in demoni, oppure li uccidono, e gli esorcisti stanno perdendo. Insomma tante tematiche che si svilupperanno in dieci episodi fin troppo veloci da vedere e che metteranno alla prova il fan più fedele (perché non si accontenta mai), davvero ben fatti, toccano tasti profondi, facendo sentire la mancanza di questi protagonisti, una volta che l'ultima puntata finisce. Perché quando tutte le varie trame si incroceranno in una sola, daranno vita a qualcosa di inaspettato.
Il finale di stagione infatti, che renderà altresì omaggio, con una delle scene più spaventose del film del 1990, a "L'esorcista III", promette un terzo (sempre se ci sarà concesso di vedere e sempre se sarà ben gestita), catastrofico capitolo. Specie se, a tutto quello che è successo (in positivo ma soprattutto in negativo), aggiungiamo che il celebre complotto, scoperto nella prima stagione, si diffonde a macchia d'olio all'interno della Chiesa, appestando perfino un inerme Padre Bennet. Dicevo inaspettato, perché anche se poteva sembrare prevedibile, in verità a dispetto dei momenti di prevedibilità che comunque in parte ci sono, la serie riesce (sfruttando meglio un tema importante che per altre, vedi Outcast, non è stato ben sfruttato come in questo caso) sempre a tener incollato lo spettatore. Tuttavia, in questa seconda stagione molte cose non hanno comunque funzionato, oltre a qualche piccolo momento di pausa, una colonna sonora e sigla quasi praticamente uguale, anzi, qualcosina in meno e tante altre cose che fanno abbassare il voto ad una stagione che conferma la qualità ma non il coinvolgimento o il livello di paura. Ammettendo forse che l'ambientazione di Chicago era molto più affine al capolavoro cinematografico degli anni '70, e anche se non possiamo non elogiare il coraggio degli autori, che hanno voluto virare su una novità stilistica, climatica e scenografica, per rendere appetibile e fresca una seconda stagione, a conti fatti essa è meno appassionante della prima, con troppi dialoghi, alcuni colpi di scena prevedibili ed appunto, un fattore "paura" troppo anemico ed inoffensivo (seppur sufficientemente apprezzabile).
Il finale di stagione infatti, che renderà altresì omaggio, con una delle scene più spaventose del film del 1990, a "L'esorcista III", promette un terzo (sempre se ci sarà concesso di vedere e sempre se sarà ben gestita), catastrofico capitolo. Specie se, a tutto quello che è successo (in positivo ma soprattutto in negativo), aggiungiamo che il celebre complotto, scoperto nella prima stagione, si diffonde a macchia d'olio all'interno della Chiesa, appestando perfino un inerme Padre Bennet. Dicevo inaspettato, perché anche se poteva sembrare prevedibile, in verità a dispetto dei momenti di prevedibilità che comunque in parte ci sono, la serie riesce (sfruttando meglio un tema importante che per altre, vedi Outcast, non è stato ben sfruttato come in questo caso) sempre a tener incollato lo spettatore. Tuttavia, in questa seconda stagione molte cose non hanno comunque funzionato, oltre a qualche piccolo momento di pausa, una colonna sonora e sigla quasi praticamente uguale, anzi, qualcosina in meno e tante altre cose che fanno abbassare il voto ad una stagione che conferma la qualità ma non il coinvolgimento o il livello di paura. Ammettendo forse che l'ambientazione di Chicago era molto più affine al capolavoro cinematografico degli anni '70, e anche se non possiamo non elogiare il coraggio degli autori, che hanno voluto virare su una novità stilistica, climatica e scenografica, per rendere appetibile e fresca una seconda stagione, a conti fatti essa è meno appassionante della prima, con troppi dialoghi, alcuni colpi di scena prevedibili ed appunto, un fattore "paura" troppo anemico ed inoffensivo (seppur sufficientemente apprezzabile).
Ma al di là di ciò, e nonostante il secondo capitolo di The Exorcist non possa ritenersi a livello del primo, si assiste comunque ad una produzione ben infiocchettata, caratterizzata, anche se forse un po' troppo piena di personaggi e quindi poco approfondita in alcuni aspetti. Il riferimento è ovviamente quello verso gli abitanti della casa famiglia, costellata forse da troppi figli, tutti diversi fra loro, poco specificati e con un unico punto in comune, nei loro occhi brilla la fiamma della sofferenza, ma anche quella della speranza che, nonostante la cecità, è cristallina perfino in Caleb. Lo studio sociologico fatto dietro alla famiglia Kim è puntiglioso e ben cucito, non fosse appunto per il fatto che non tutti i bambini hanno la possibilità di mettersi troppo in evidenza (complici i soli 10 episodi). L'unica che veramente partecipa ai fatti a pieno ritmo è senza ombra di dubbio Verity (ovvero Ellie Phimister in arte Testata Mutante Negasonica in Deadpool), la giovane ragazza dai capelli corti e dal coraggio e dall'altruismo invidiabili. La personalità di Verity (senza contare la bravura dell'attrice che la interpreta) è davvero forte e rocciosa, sicuramente atipica rispetto ai più timorosi altri componenti della truppa (in tal senso John Cho di Start Trek Beyond e tanti altri film, solo sufficientemente bravo). La sceneggiatura dunque usufruisce di personaggi azzeccati, ma non sempre convincenti e carismatici, tuttavia poco importa quando davanti all'obiettivo compaiono i due preti e quella forza della natura chiamata Mouse. I tre infatti danno vita ad una seconda stagione certamente bella, sicuramente interessante, ovviamente da vedere ma soprattutto discreta. Voto: 7+
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