Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/06/2019 Qui
Tema e genere: Giunge al giro di Boa numero 4 la serie di Sky prodotta dal trio Sollima-Cupellini-Comencini. Una quarta stagione, composta da 12 episodi, e conclusasi poco tempo fa, che nuovamente tratta dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, continua nel suo percorso del potere criminoso.
Tema e genere: Giunge al giro di Boa numero 4 la serie di Sky prodotta dal trio Sollima-Cupellini-Comencini. Una quarta stagione, composta da 12 episodi, e conclusasi poco tempo fa, che nuovamente tratta dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, continua nel suo percorso del potere criminoso.
Trama: La quarta stagione riparte esattamente da dove si era chiusa la terza: Genny Savastano da solo sullo yacht a largo del Golfo di Napoli su cui pochi istanti prima ha ucciso, su ordine di Enzo, Ciro Esposito. Dopo la morte de "L'Immortale" il protagonista viene riportato a riva. Solo e in pericolo di vita decide quindi di volare a Londra, con lui la moglie Azzurra, per cominciare a costruire qualcosa di vero. A Napoli intanto gli equilibri sono saltati, ma un accordo viene trovato, e tutto sembra ristabilito, però niente dura in eterno.
Recensione: Sì è fatta attendere quasi un anno e mezzo la quarta stagione di Gomorra, serie che dopo il finale choc dell'annata precedente (qui la recensione) lasciò gli spettatori appesi a un filo, curiosi di sapere dove gli autori della serie avrebbero deciso di dirigere il racconto. La quarta stagione arrivava quindi accompagnata da tantissimi punti interrogativi, sia per quanto riguarda il piano prettamente drammaturgico (come sarà il racconto senza la presenza di Ciro?) sia per quanto concerne il rapporto di pesi e contrappesi tra i personaggi più importanti della serie, vista la necessità di creare nuovi equilibri. Ebbene, il responso non è del tutto positivo, anzi. La serie infatti, presenta un interessante ed affascinante scenario sempre più intenso e noir nella configurazione delle location e nella riproduzione delle colonne sonore. Ma per il resto la suddetta non fa altro che continuare con i soliti contenuti e nelle solite dinamiche fatte di guerre tra clan rivali per il monopolio dei quartieri della città (tematiche riprese anche in Suburra), di amicizie e tradimenti continui, di storie d'amore finite male, degli avvicendamenti al potere, delle paranze, dei vecchi boss, delle sparatorie e degli omicidi cruenti. Tutte cose interessanti certo, ma che cominciano leggermente a stancare, anche perché in questa stagione si ritorna al punto di partenza, stagione in cui molte cose non funzionano, a partire dai personaggi e la storia, seppur la costruzione dei personaggi (soprattutto di Enzo Sangue Blu e Patrizia Santoro) funziona bene, ma la quarta stagione di Gomorra sembra dimenticarsene, scegliendo di sacrificarne uno dei due (Enzo) pur di dare più spazio a tre storie meno interessanti: la costruzione del nuovo aeroporto di Napoli, l'introduzione della famiglia dei Levante e quella del magistrato Ruggieri. Il problema dei personaggi è essenzialmente un problema di scrittura. Salvatore Esposito è ancora qui, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma dopo la dipartita di Don Pietro, Donna Imma, Salvatore Conte e Ciro di Marzio, è evidente come Gennaro Savastano non sia più abbastanza per tenere in piedi lo show. La quarta stagione butta qualche nuovo personaggio nel mix, ma fallisce completamente nel dare ai nuovi coprotagonisti un qualsiasi senso di profondità. Non è solo un problema di recitazione, ma piuttosto un errore fondamentale di scrittura che tende a rendere le nuove personalità tristemente monocromatiche. La differenza principale tra Pietro Savastano e Gerlando Levante la si trova proprio qui: Don Pietro lo si ama o lo si odia sulla base che se ne condividano o meno le idee, mentre Gerlando è un personaggio scritto come "cattivo" per il solo fine di esserlo. Soffre dello stesso problema il personaggio di Alberto Resta: non avendo una qualsiasi profondità, al momento della sua morte si prova solo un senso di delusione, come se le sue scene nelle prime otto puntate siano state un semplice riempitivo. L'introduzione di questi personaggi e la side story dedicata alla costruzione dell'aeroporto sono arrivate ad un prezzo: a pagarlo è stato il personaggio di Enzo Sangue Blu, totalmente dimenticato nella prima metà della stagione e ridotto a macchietta per maggior parte della seconda metà.
Patrizia resta invece centrale, ma dopo dodici episodi passati ad amministrare (male) Secondigliano ed una serie di scelte discutibili, Gennaro decide saggiamente di liberarsene e di tornare al comando della sua città. Male i personaggi dunque, ridotti a macchiette o eliminati dopo qualche puntata senza profonde motivazioni, ma la storia? A questo proposito la quarta stagione di Gomorra lascia volutamente Genny in disparte, tenendolo occupato lontano dagli affari della sua città. Patrizia resta al comando di Secondigliano e nel bene o nel male, la scelta di renderla Boss e responsabile della pace tra i quartieri, ne corona tutto il percorso costruito negli anni precedenti. Il personaggio di Patrizia si dimostra da subito totalmente incapace di salvaguardare il suo ruolo, finendo per diventare preda dei Levante e cadendo in un'interessante spirale di amore ed odio con il marito Michelangelo, questa parte della storia è anche l'unica a mandare realmente in avanti la trama, a scapito di tutte le altre scene dedicate ai coprotagonisti, che rimangono bloccate fino a quando Patrizia non decide di muovere nuovamente i pezzi sulla scacchiera. D'altro canto, le puntate dedicate a Genny e all'aeroporto sono, a conti fatti, una perdita di tempo. Una puntata interamente dedicata all'acquisizione di una compagnia a Londra, una dedicata all'acquisto di un terreno, una dedicata al ritrovamento di resti umani durante i lavori: un enorme quantitativo di minuti spesi su un tema che porta semplicemente Gennaro a capire che deve rimanere se stesso, scelta che poi viene effettivamente compiuta solo dopo il confronto con il magistrato Ruggieri, probabile antieroe della prossima stagione. La trama non si muove, i Levante non riescono a essere sufficientemente caratterizzati, Sangue Blu esiste a tratti e Genny non fa altro che crearsi problemi per poi risolverli. Ed ecco quindi perché non si può considerare positiva del tutto questa stagione, perché anche se continua ad essere una delle migliori serie europee (ma soprattutto italiane) in circolazione, esiste un grande problema in fase di sceneggiatura, che ha reso la serie prevedibile (anche nei colpi di scena), lenta e piena di controsensi. Ed è un peccato, perché il potenziale è ancora alto, ma deve essere usato meglio.
Regia: Variano costantemente, ma tutti fanno bene il loro lavoro. A questo proposito, da segnalare l'esordio in questo aspetto di Marco D'Amore (il fu Ciro) che dirige con personalità i suoi episodi, come in parte tutti gli altri.
Sceneggiatura: Come detto poco sopra, il reiterare le stesse dinamiche, comincia a non sorprendere più positivamente, ed è un problema non da poco, questa stagione per questo soffre un po', anche se continua ad avvincere ed intrigare.
Aspetto tecnico: Da questo punto di vista la serie non perde colpi, tutto è sempre di alto livello, soprattutto le musiche e la colonna sonora, che continuano ad essere fantastiche. Soprattutto quest'ultima, perché anche se prevedibile in molti punti nell'utilizzo, è stupenda sempre.
Cast: Capacità davvero encomiabili, Salvatore Esposito è nato per questo ruolo, Cristiana Dell'Anna ugualmente perfetta, in grande spolvero la ruggente Ivana Lotito, Arturo Muselli invece, troppo in disparte, non riesce a pungere. Tutti gli altri infine, solo funzionali.
Commento Finale: Il season finale della passata stagione aveva visto un riassetto degli equilibri con Gennaro e Patrizia a comandare a Secondigliano, Enzo Sangue Blu e i suoi ragazzi a tenersi Forcella e i fratelli Capaccio a prendersi il resto del centro storico. Ma aveva anche cancellato dalla serie personaggi iconici come Chanel o new entry che avevano giocato un ruolo importante come lo Stregone. Soprattutto aveva detto addio a quel Ciro Di Marzio che della serie era stato l'anima nelle prime tre stagioni. La quarta doveva dimostrare che Gennaro era ormai cresciuto abbastanza per caricarsi sulle spalle non solo il titolo di boss, ma la serie stessa diventando il motore degli eventi di una stagione diversa ma uguale. E questo ha fatto l'erede dei Savastano. Cercando una nuova pace che gli permettesse di staccarsi dalla natia Secondigliano (dove la gente non è però fatta per la pace). Sperando che uscire da quel feudo in cui regnava con sicurezza gli permettesse di trovare una nuova dimensione più serena e accettabile per il bene di Azzurra e del piccolo Pietro. Ma lui, e soprattutto la serie, non potevano tradire completamente la propria natura. E allora alla nuova deriva affaristica rappresentata dalla storyline di Gennaro deve accoppiare l'ormai usuale trama fatta di intrighi, alleanze, tradimenti, stragi, morti ammazzati e lacrime di coccodrillo. Un canovaccio ormai consolidato che però comincia leggermente a stufare (non bastasse una sceneggiatura prevedibile). E tuttavia Gomorra continua ad essere una delle migliori serie europee in circolazione, soprattutto italiane. Gomorra infatti, è oggi più che mai la prova tangibile che anche in Italia si possono creare grandi serie tv: lo dimostrano i numeri, i riconoscimenti ottenuti, le prove attoriali, le musiche e il rispetto che il prodotto si è guadagnato a livello mondiale. Però adesso, le aspettative verso il prossimo assestamento sono decisamente (e tristemente) più basse.
Consigliato: Certo che sì, va bene i problemi, ma è assolutamente consigliabile, soprattutto a chi ha visto le precedenti e adora questo show.
Voto: 6,5
Recensione: Sì è fatta attendere quasi un anno e mezzo la quarta stagione di Gomorra, serie che dopo il finale choc dell'annata precedente (qui la recensione) lasciò gli spettatori appesi a un filo, curiosi di sapere dove gli autori della serie avrebbero deciso di dirigere il racconto. La quarta stagione arrivava quindi accompagnata da tantissimi punti interrogativi, sia per quanto riguarda il piano prettamente drammaturgico (come sarà il racconto senza la presenza di Ciro?) sia per quanto concerne il rapporto di pesi e contrappesi tra i personaggi più importanti della serie, vista la necessità di creare nuovi equilibri. Ebbene, il responso non è del tutto positivo, anzi. La serie infatti, presenta un interessante ed affascinante scenario sempre più intenso e noir nella configurazione delle location e nella riproduzione delle colonne sonore. Ma per il resto la suddetta non fa altro che continuare con i soliti contenuti e nelle solite dinamiche fatte di guerre tra clan rivali per il monopolio dei quartieri della città (tematiche riprese anche in Suburra), di amicizie e tradimenti continui, di storie d'amore finite male, degli avvicendamenti al potere, delle paranze, dei vecchi boss, delle sparatorie e degli omicidi cruenti. Tutte cose interessanti certo, ma che cominciano leggermente a stancare, anche perché in questa stagione si ritorna al punto di partenza, stagione in cui molte cose non funzionano, a partire dai personaggi e la storia, seppur la costruzione dei personaggi (soprattutto di Enzo Sangue Blu e Patrizia Santoro) funziona bene, ma la quarta stagione di Gomorra sembra dimenticarsene, scegliendo di sacrificarne uno dei due (Enzo) pur di dare più spazio a tre storie meno interessanti: la costruzione del nuovo aeroporto di Napoli, l'introduzione della famiglia dei Levante e quella del magistrato Ruggieri. Il problema dei personaggi è essenzialmente un problema di scrittura. Salvatore Esposito è ancora qui, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma dopo la dipartita di Don Pietro, Donna Imma, Salvatore Conte e Ciro di Marzio, è evidente come Gennaro Savastano non sia più abbastanza per tenere in piedi lo show. La quarta stagione butta qualche nuovo personaggio nel mix, ma fallisce completamente nel dare ai nuovi coprotagonisti un qualsiasi senso di profondità. Non è solo un problema di recitazione, ma piuttosto un errore fondamentale di scrittura che tende a rendere le nuove personalità tristemente monocromatiche. La differenza principale tra Pietro Savastano e Gerlando Levante la si trova proprio qui: Don Pietro lo si ama o lo si odia sulla base che se ne condividano o meno le idee, mentre Gerlando è un personaggio scritto come "cattivo" per il solo fine di esserlo. Soffre dello stesso problema il personaggio di Alberto Resta: non avendo una qualsiasi profondità, al momento della sua morte si prova solo un senso di delusione, come se le sue scene nelle prime otto puntate siano state un semplice riempitivo. L'introduzione di questi personaggi e la side story dedicata alla costruzione dell'aeroporto sono arrivate ad un prezzo: a pagarlo è stato il personaggio di Enzo Sangue Blu, totalmente dimenticato nella prima metà della stagione e ridotto a macchietta per maggior parte della seconda metà.
Patrizia resta invece centrale, ma dopo dodici episodi passati ad amministrare (male) Secondigliano ed una serie di scelte discutibili, Gennaro decide saggiamente di liberarsene e di tornare al comando della sua città. Male i personaggi dunque, ridotti a macchiette o eliminati dopo qualche puntata senza profonde motivazioni, ma la storia? A questo proposito la quarta stagione di Gomorra lascia volutamente Genny in disparte, tenendolo occupato lontano dagli affari della sua città. Patrizia resta al comando di Secondigliano e nel bene o nel male, la scelta di renderla Boss e responsabile della pace tra i quartieri, ne corona tutto il percorso costruito negli anni precedenti. Il personaggio di Patrizia si dimostra da subito totalmente incapace di salvaguardare il suo ruolo, finendo per diventare preda dei Levante e cadendo in un'interessante spirale di amore ed odio con il marito Michelangelo, questa parte della storia è anche l'unica a mandare realmente in avanti la trama, a scapito di tutte le altre scene dedicate ai coprotagonisti, che rimangono bloccate fino a quando Patrizia non decide di muovere nuovamente i pezzi sulla scacchiera. D'altro canto, le puntate dedicate a Genny e all'aeroporto sono, a conti fatti, una perdita di tempo. Una puntata interamente dedicata all'acquisizione di una compagnia a Londra, una dedicata all'acquisto di un terreno, una dedicata al ritrovamento di resti umani durante i lavori: un enorme quantitativo di minuti spesi su un tema che porta semplicemente Gennaro a capire che deve rimanere se stesso, scelta che poi viene effettivamente compiuta solo dopo il confronto con il magistrato Ruggieri, probabile antieroe della prossima stagione. La trama non si muove, i Levante non riescono a essere sufficientemente caratterizzati, Sangue Blu esiste a tratti e Genny non fa altro che crearsi problemi per poi risolverli. Ed ecco quindi perché non si può considerare positiva del tutto questa stagione, perché anche se continua ad essere una delle migliori serie europee (ma soprattutto italiane) in circolazione, esiste un grande problema in fase di sceneggiatura, che ha reso la serie prevedibile (anche nei colpi di scena), lenta e piena di controsensi. Ed è un peccato, perché il potenziale è ancora alto, ma deve essere usato meglio.
Regia: Variano costantemente, ma tutti fanno bene il loro lavoro. A questo proposito, da segnalare l'esordio in questo aspetto di Marco D'Amore (il fu Ciro) che dirige con personalità i suoi episodi, come in parte tutti gli altri.
Sceneggiatura: Come detto poco sopra, il reiterare le stesse dinamiche, comincia a non sorprendere più positivamente, ed è un problema non da poco, questa stagione per questo soffre un po', anche se continua ad avvincere ed intrigare.
Aspetto tecnico: Da questo punto di vista la serie non perde colpi, tutto è sempre di alto livello, soprattutto le musiche e la colonna sonora, che continuano ad essere fantastiche. Soprattutto quest'ultima, perché anche se prevedibile in molti punti nell'utilizzo, è stupenda sempre.
Cast: Capacità davvero encomiabili, Salvatore Esposito è nato per questo ruolo, Cristiana Dell'Anna ugualmente perfetta, in grande spolvero la ruggente Ivana Lotito, Arturo Muselli invece, troppo in disparte, non riesce a pungere. Tutti gli altri infine, solo funzionali.
Commento Finale: Il season finale della passata stagione aveva visto un riassetto degli equilibri con Gennaro e Patrizia a comandare a Secondigliano, Enzo Sangue Blu e i suoi ragazzi a tenersi Forcella e i fratelli Capaccio a prendersi il resto del centro storico. Ma aveva anche cancellato dalla serie personaggi iconici come Chanel o new entry che avevano giocato un ruolo importante come lo Stregone. Soprattutto aveva detto addio a quel Ciro Di Marzio che della serie era stato l'anima nelle prime tre stagioni. La quarta doveva dimostrare che Gennaro era ormai cresciuto abbastanza per caricarsi sulle spalle non solo il titolo di boss, ma la serie stessa diventando il motore degli eventi di una stagione diversa ma uguale. E questo ha fatto l'erede dei Savastano. Cercando una nuova pace che gli permettesse di staccarsi dalla natia Secondigliano (dove la gente non è però fatta per la pace). Sperando che uscire da quel feudo in cui regnava con sicurezza gli permettesse di trovare una nuova dimensione più serena e accettabile per il bene di Azzurra e del piccolo Pietro. Ma lui, e soprattutto la serie, non potevano tradire completamente la propria natura. E allora alla nuova deriva affaristica rappresentata dalla storyline di Gennaro deve accoppiare l'ormai usuale trama fatta di intrighi, alleanze, tradimenti, stragi, morti ammazzati e lacrime di coccodrillo. Un canovaccio ormai consolidato che però comincia leggermente a stufare (non bastasse una sceneggiatura prevedibile). E tuttavia Gomorra continua ad essere una delle migliori serie europee in circolazione, soprattutto italiane. Gomorra infatti, è oggi più che mai la prova tangibile che anche in Italia si possono creare grandi serie tv: lo dimostrano i numeri, i riconoscimenti ottenuti, le prove attoriali, le musiche e il rispetto che il prodotto si è guadagnato a livello mondiale. Però adesso, le aspettative verso il prossimo assestamento sono decisamente (e tristemente) più basse.
Consigliato: Certo che sì, va bene i problemi, ma è assolutamente consigliabile, soprattutto a chi ha visto le precedenti e adora questo show.
Voto: 6,5
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