giovedì 27 giugno 2019

The ABC Murders (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/03/2019 Qui - Dal 2015 il palinsesto della BBC include un adattamento seriale di un testo di Agatha Christie, le cui opere complete sono ora in mano alla rete ammiraglia britannica dopo anni di trasposizioni ITV. Al quarto giro, dopo tre storie auto-conclusive (Dieci piccoli indiani, Testimone d'accusa, Le due verità), la sceneggiatrice Sarah Phelps, che ha curato al momento tutti gli adattamenti dell'opera della regina del crimine, decide stavolta di cimentarsi con la più nota creazione di Christie, Hercule Poirot. Il celebre detective belga è quindi tornato anche in tv dopo il cinema, ma quello che vediamo è un Poirot del tutto diverso. In The ABC Murders (dal romanzo La serie infernale), egli ha infatti il volto a tratti sorprendente di un attore americano, John Malkovich, il quale è al contempo l'elemento più affascinante e spiazzante del progetto: da un lato, è inevitabile una certa sensazione di straniamento sul piano puramente visivo, dal momento che l'attore americano si discosta dall'immagine classica del detective, almeno da quella portata sullo schermo da molti interpreti, dall'altro, la scelta di evitare il cliché del Poirot imperturbabile e innamorato della propria intelligenza, sostituendolo con un personaggio la cui mente brillante è accompagnata da un dolore impronunciabile e una rabbia a volte malcelata, non sembra proprio il massimo. Ma a sorpresa funziona, perché anche se al quarto giro, il nuovo filone della BBC basato sulle opere di Agatha Christie, con il volto di John Malkovich (che comunque offre un'interpretazione esemplare), si discosta non poco dalle versioni canoniche a cui siamo abituati, ne preserva anche l'essenza di uno dei personaggi più amati della letteratura britannica, dando alla miniserie quel fattore umano che potrebbe chissà lanciare tutta una nuova serie di avventure di Poirot sul piccolo schermo. Una miniserie, uno show che si fa apprezzare, inoltre, per una produzione accurata, che dedica una rimarchevole attenzione alla fotografia.
Non a caso la serie (che include nel cast anche Andrew BuchanTara Fitzgerald e Shirley Henderson) sin dai primi minuti ricrea una efficace atmosfera cupa, triste e silenziosa degli anni '30, dove un non più elegante, eccentrico, arrogante e vispo, ma vecchio, stanco e malinconico Poirot, fa capolino. Una corrispondenza frequente di lettere anonime particolari e inusuali, dai toni confidenziali ma inquietanti, lo mette di nuovo in gioco, deciso a saperne di più e a trovare il mittente dal piano oscuro. Inizia così in The ABC Murders una corsa contro il tempo per cercare di anticipare le mosse del killer e raggiungere i luoghi più disparati uniti dalla guida delle stazioni ferroviarie in un metodico ordine alfabetico. Il suo istinto da investigatore arguto, ormai arrugginito, torna pian piano al suo splendore ed entra in contatto con lo scettico e ostile Ispettore Crome, interpretato da un maturo e quasi irriconoscibile Rupert Grint. Le continue allusioni al passato e alla sfera personale di Poirot portano il detective belga a sentirsi il collegamento dell'assassino con gli omicidi e a cercare di scavare nei suoi ricordi lontani, che risalgono a prima della guerra e del rifugio in Inghilterra, per scovare qualche dettaglio o qualche chiave di lettura magari sfuggitagli. Per lo spettatore di The ABC Murders sembra un caso lineare e logico: si ha l'impressione di seguire la vicenda contemporaneamente su due binari paralleli e sembra di dover solo aspettare di assistere al momento in cui si incontrino e si incrocino. Ma in realtà l'ultimo episodio (da noi arrivata in doppia versione al contrario della tripla in Inghilterra) stravolge la prospettiva e mette in dubbio tutto quello che si credeva di sapere, lasciando lo spettatore (almeno chi non conosce il romanzo omonimo, come me) spiazzato. L'ambientazione è dark, i dialoghi essenziali, i personaggi calibrati: The ABC Murders torna all'origine del giallo, con una caratterizzazione diversa e uno stile semplice e definito, e fa centro. Certo, va detto che il ritmo non risulta sempre molto incalzante (soprattutto durante la visione del primo episodio), e questo forse a causa delle numerose sequenze lente che inibiscono la crescita della suspense, rendendo l'intreccio (già focalizzato su un Poirot "sottotono") un po' monocorde e stagnante (un pizzico di adrenalina in più non avrebbe guastato), ma con John Malkovich a capo di una serie ben confezionata, si scopre una piccola perla. Voto: 6,5

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