Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/03/2019 Qui - Ha sempre avuto un po' il sapore della fantascienza vecchia scuola Person of Interest, tra personalità cibernetiche che raggiungono vette tra il divino e il magico, eroi urbani che se la cavano per il rotto della cuffia, ma soprattutto possibilità sconfinate e ancora non raggiunte poste con garbo e calate in un contesto quotidiano. Quella fantascienza al confine tra meraviglia e fantasy, Spielberghiana di nascita (e l'idea di Minority Report è uno dei riferimenti iniziali), ma Abramsiana di adozione, che ha sempre intrattenuto con i suoi alti e bassi. La quarta stagione di Person of Interest ha continuato con coerenza su quella scia, nonostante scelte di trama discutibili, ma riuscendo a mantenere alta l'asticella dell'intrattenimento e della qualità. La trama di Person of Interest sembra così banale eppure così attuale (soprattutto adesso). Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 si è sentita la necessità di creare qualcosa che facesse sentire al sicuro gli americani. Per questo Harold Finch (Michael Emerson, uno dei naufraghi di Lost), milionario solitario esperto di computer, ha costruito una Macchina per il Governo degli Stati Uniti che utilizza la mole enorme di dati raccolti dagli onnipresenti sistemi di sorveglianza al fine di prevedere gli eventi criminali definiti "rilevanti", ovvero gli attacchi terroristici. La creatura di Finch però riesce a rilevare anche i reati comuni, definiti "irrilevanti", e quindi per poter prevenire questi delitti chiama a raccolta un po' di aiutanti (Jim Caviezel sempre presente), ma della squadra in questa stagione si deve fare a meno di Carter (Taraji P. Henson), uccisa anche per colpa di chi questa Macchina vorrebbe governarla a suo piacimento, qualche altra organizzazione uccidere. Ma quando compare la Decima Technologies che, dopo aver fallito nell'intento di appropriarsi della Macchina, ormai un'entità a se stante, ruba la versione alfa, lo scontro è inevitabile. Uno scontro fra due dei, la Macchina e Samaritan, due lati della stessa divinità, due espressioni di una mente superiore che è lo specchio di chi l'ha creata e di chi la governa. E sarà uno scontro non da poco, ma ancora tutto da scrivere e vivere anche nella quinta (ed ultima) stagione.
Ma prima la quarta, questa, che ancora una volta avvolge lo spettatore con i suoi temi e riflessioni, ormai classici, il costante dibattito tra sicurezza e libertà personali, tra bene e male, tra etica e necessità stringenti. Ecco perché nonostante il tempo passato ho voluto recuperarlo, perché anche se Person Of Interest è probabilmente una delle serie più sottovalutate del panorama televisivo, cosa comunque comprensibile, poiché non è facile capire il significato complesso dietro il semplice concetto di tecnologia e privacy, è questo infatti che sta alla base della serie tv creata da Jonathan Nolan e prodotta da J.J. Abrams (e la sua influenza si sente sempre), la serie, stagione dopo stagione, arricchendosi di concetti, serializzando la sua trama ed esplorando a fondo il carattere dei personaggi, tutti molti interessanti e complicati, è riuscito sempre a soddisfare. Infatti, seppur partita un po' in sordina, alla fine ha conquistato quella sua fedele fetta di pubblico. Ogni annata ha difatti sfruttato le potenzialità cangianti della serie, mantenendo intatto il proprio nucleo da procedurale con la ricerca e il salvataggio degli irrelevant, ma al tempo stesso sostenendo una trama orizzontale sempre più forte, in questa stagione poi (come detto) determinante. Si giunge infatti alla quarta stagione, con una trama sempre più complessa e forse non del tutto convincente, per certe meccaniche e per certi componenti non proprio soddisfacenti, ma tuttavia coinvolgente. Seppur imperfetta, umana, per questo così facile da amare. Perché anche se a volte le trame orizzontali sembrano procedere lentamente, non è un prodotto da sottovalutare, anzi, perché più adesso che prima Person Of Interest offre degli spunti interessanti facendoci riflettere sul nostro modo di vivere la privacy. Siamo davvero tutti osservati? Siamo al sicuro al giorno d'oggi? Certo, la serie tv è pura fiction, ma se ci fosse davvero una Macchina in grado di controllarci, come dovremmo reagire? Ecco, per poterlo scoprire recuperate se potete questa serie, così come sto facendo io, seppur in ritardo. Voto: 6
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