Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/10/2017 Qui - Più soap che crime, Riviera, una delle ultime serie proposte da Sky Atlantic (in onda dall'11 luglio in Italia), creata dal regista e sceneggiatore premio Oscar Neil Jordan (Intervista col vampiro, La moglie del soldato) insieme allo sceneggiatore e scrittore John Banville, nata da un'idea dello storico manager degli U2 Paul McGuinnes, pur presentandosi benissimo (come un'intrigante spy thriller), alla fine è eccessivamente serioso, molto spesso inverosimile, e non ce la fa a lasciare il segno. Riviera infatti, assomigliando a una cornice molto costosa ma piazzata su un dipinto fatto con le dita, manca decisamente di spessore. Ed è un peccato perché nonostante l'enorme budget, che la rende una serie progettata per attirare il grande pubblico, e nonostante il gran cast internazionale, guidato da Julia Stiles (Save the last dance, la saga di Jason Bourne, Il lato positivo), Lena Olin (Remember me, Chocolat), Iwan Rheon (l'odiatissimo Ramsay Bolton de Il Trono di Spade, Misfits), Adrian Lester (Jimi: All Is by My Side e Hustle) ed Anthony LaPaglia (A good marriage), completato dall'attore egiziano Amr Waked (Lucy e Il pescatore di sogni) e Phil Davis (Whitechapel, Poldark), a cui si aggiungono le splendide vedute della Costa Azzurra, macchine sportive, yacht e opere d'arte da milioni di dollari, per alcune evidenti lacune o problemi, quasi poco o niente ha fino in fondo convinto. Si ha l'impressione infatti che dietro la patina dorata del glamour, delle auto da capogiro, degli elicotteri, delle ville che trasudano un lusso sfrenato, alla fin fine resti ben poca sostanza, anche se in questo torbido mondo dei ricchissimi (come già visto in altre serie simili, Billions per esempio, ma più deciso), è sempre bello sguazzare. Purtroppo come detto il risultato è confuso, privo di umorismo e (salvo una manciata di momenti interessanti) noiosamente generico.
Ad ogni modo Riviera muove i propri passi dall'esplosione di uno yacht in cui muoiono diversi ricconi russi e soprattutto Constantine Clios, proprietario di una banca e grande collezionista di opere d'arte. La sua morte getta nello sconforto la giovanissima moglie Georgina (Julia Stiles, che non spicca in ogni caso quasi per niente, né in bravura né in bellezza, solo fascino) e tutta la sua famiglia. C'è l'ex moglie che vuole far fuori la nuova arrivata e poi tre figli diversissimi tra loro come da copione, la figlia adolescente autolesionista (l'attrice franco-austriaca Roxane Duran, conosciuta per il suo ruolo in White Ribbon e per la prima stagione de I testimoni), il mezzano ombroso e impenetrabile (Iwan Rheon), il più grande che già si muove nel mondo della finanza e nella banca paterna, tra una botta di bamba e l'altra (Dimitri Leonidas di The Monuments Men). Tutto sembra indirizzarsi verso il classico dramma famigliare, ma, come nella migliore delle tradizioni, non tutto è come sembra: l'esplosione, inizialmente catalogata come accidentale, forse non è tanto casuale e poi iniziano a emergere dettagli sconosciuti sulla vita del defunto, compreso un appartamento misterioso nel centro di Montecarlo. Per non parlare degli indizi che suggerirebbero che Constantine potrebbe aver inscenato la propria morte. A partire da questo momento Georgina infatti si trasforma in una detective, e quello che ci viene offerto è un affresco in costante sviluppo fatto di gangster rabbiosi, giochi di spie in stile Bourne, colpi di scena degni di Beautiful e scorrettezze varie in un profluvio di riprese di palazzi francesi, ma non sempre in modo impeccabile.
All'inizio le speranze difatti erano che potesse somigliare a The Night Manager, ma in verità Riviera a tratti ricorda il pomposo dramma hip-hop Empire, senza però l'insulsaggine compulsiva (seppur elementi che in quella serie funzionano benissimo). In più ci sono delle semplici questioni di verosimiglianza, dato che non è facile credere che la protagonista (nell'arco di pochi episodi) passi dall'essere un rispettabile pezzo grosso del mondo dell'arte a una delinquente che se ne va in giro con la pistola. La cosa frustrante è che non mancano elementi positivi sparsi qua e là. L'intesa che c'è tra la Stiles e Lester (che interpreta uno scaltro amico di vecchia data) è molto piacevole, Amr Waked fa la sua figura nella parte di un agente tutto d'un pezzo della corrotta polizia di Nizza, e ci sono delle scene girate con abile tensione. Infine davvero molto bella è la sigla iniziale e anche la colonna sonora, apprezzabile è infatti la canzone principale. Alla fine, però, l'idea centrale di Riviera (che l'apparenza di benessere spesso cela oscurità) è trattata in una maniera alla lunga esasperante. Nel momento clou, si ha difatti la sensazione che sia stata interpretata molto male, anche perché molte sono le scene "sopra le righe" e alcune sotto-trame, d'altronde oltre alla famiglia Clios, al centro delle vicende di Riviera anche Robert Carver (interpretato da Adrian Lester, attore ma anche regista di due episodi della serie), un vecchio compagno della scuola d'arte di Georgina che si è fatto un nome nel mondo della ricettazione di opere d'arte rubate, e Jakob Negrescu (Yigal Naor, The Honourable Woman, 300: L'alba di un impero), l'ex capo della sicurezza di Constantine, sono trattate un po' troppo superficialmente.
Dopotutto il patinato risultato finale di Riviera, una storia intricata ma con qualche tassello fuori posto, una versione (quasi) completamente epurata da scene di nudo e dialoghi descrittivi utili a inquadrare certi personaggi o situazioni, non rende merito a nessuno. Certo è che lo show, seppur ricordando sotto certi aspetti appunto gli ambienti privilegiati di The Night Manager, è molto lontano dalla complessità di quella gran serie, a partire proprio dai suoi personaggi, che non riescono mai veramente a prendere vita, nonostante un cast di tutto rispetto, giacché i membri della famiglia Clios appaiono come sfocati, fermi alla superficie e incapaci di far scattare veramente l'empatia, o anche solo la repulsione, nello spettatore. La semplicità dei caratteri, unita agli intrighi legati a un ambiente in cui dominano i ricchi e i potenti, fanno di Riviera infatti un prodotto da soap opera vecchio stile che, se pure intrattiene, alla lunga è troppo ridondante. In più tra dialoghi che finiscono per prendersi troppo sul serio, manca spesso e volentieri (nelle 10 puntate) la plausibilità. Senza dimenticare che la stessa idea centrale alla base di Riviera (che potrebbe anche tornare, ma spero di no), il fatto che la ricchezza e il lusso sfrenato nascondano spesso e volentieri qualcosa di marcio, è di per sé qualcosa di già sentito che se sposato a personaggi bidimensionali e intrighi di cui è fin troppo facile vedere la soluzione non può che dare come risultato un prodotto di intrattenimento non proprio indimenticabile. Tuttavia è d'obbligo sottolineare che Riviera si presenta come un thrillerone in un ambiente dorato e rispetta assolutamente premesse e promesse. È infatti una serie di genere e come tale risponde a canoni e cliché, non fa parte di quel gruppo di titoli in grado di far compiere passi avanti al genere stesso, ma è un prodotto che riesce in ogni caso a farsi comunque minimamente apprezzare, anche perché visivamente è discreta e narrativamente interessante nonché sufficientemente gradevole. Voto: 6,5
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