domenica 2 giugno 2019

Black Sails (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/10/2017 Qui - Se dovessi riassumere Black Sails in una sola parola sicuramente "epico" è quella che userei, perché davvero epica fu soprattutto (qui la mia recensione) la terza stagione (similmente le prime due), lo stesso anche questa quarta stagione che grazie a Sky Atlantic ho potuto vedere, poiché dopo l'abbandono su Axn non sapevo come recuperarla, ma un pizzico di delusione c'è ugualmente. Giacché il finale lascia un po' l'amaro in bocca per quello che doveva e poteva essere, seppur esso ha chiuso il cerchio in modo perfetto (una conclusione equilibrata ed emozionante, capace di unire perfettamente la malinconia alla gioia e la rabbia all'amore, quello vero), come perfettamente si era svolta l'intera serie. Giungiamo difatti dopo un'ultima stagione ricca di colpi di scena (basti pensare alla fine della povera Eleanor alias Hannah New), all'epilogo del nostro amato Black Sails, nel quale assistiamo a degli sviluppi davvero inaspettati. Infatti, anche se la trama fin dal principio ci lasciava intuire che saremmo arrivati ad un finale cupo e distruttivo, gli sceneggiatori hanno puntato in tutt'altra direzione. Una direzione ugualmente giusta (perché la serie non ha deluso le aspettative di molti, regalandoci comunque un finale inaspettato e godibilissimo), ma non quella che personalmente volevo. Ma d'altronde c'era d'aspettarselo, poiché sapendo e conoscendo la componente storica (nonché che i pirati mai hanno davvero "ribaltato" le sorti) e quella fantastica, infatti, per chi non lo sapesse, Silver e Flint sono personaggi immaginari del romanzo "L'Isola del Tesoro" mentre personaggi come Barbanera, Anne Bonnie, Rackham, ecc.. fanno parte della storia reale, era alquanto prevedibile un finale differente dalla storia reale. In tal senso però la fine di Barbanera (Ray Stevenson) senza troppi complimenti non mi è piaciuta. Per gli altri per fortuna un finale degno, anche se, frutto dell'immaginazione degli autori, la loro sorte la si deve certamente e più che d'altro ad un finale aperto alla fantasia e alla libertà delle nostre menti.
La quarta e ultima stagione infatti, non poteva non finire così, con una citazione che la storia delle serie tv ha già reso iconica ed una bandiera (la Jolly Roger, consistente in un teschio con due sciabole incrociate sotto) a simboleggiare il trait d'union ideale tra le storie raccontate e la Storia, quella vera. Anche perché Rackham (interpretato da Toby Schmitz) è ispirato al vero pirata John Rackham, conosciuto come Calico Jack, noto (oltre appunto alla sua bandiera) anche per aver avuto nella sua ciurma due delle più famose piratesse del suo tempo: Anne Bonny (sempre interpretata da Clara Paget) e Mary Read (la ragazza nel finale). E questo grazie ovviamente all'ultima incredibile puntata, dove ogni tassello è stato sistemato con cura e dovizia di dettagli, senza lasciare niente al caso. Poiché come già detto, ci hanno regalato un happy ending difficile da pronosticare, un colpo di scena toccante e la vittoria più attesa, la pirateria resterà sempre una grande illusione, ma solo per chi non è in grado di vedere oltre le convenzioni di facciata. Peccato solo della mancata conclusione del dialogo fra Silver (Luke Arnold) e Flint (Toby Stephens), ma trattasi di errore perdonabile, perché per il resto, la puntata è stata una sintesi di ciò che queste quattro stagioni ci hanno regalato, sia dal punto di vista visivo, con ottime inquadrature ed effetti speciali, sia da quello sonoro, con arrangiamenti sonori e musiche azzeccatissime (la sigla finale fa cadere una lacrima nostalgica).
Dopotutto per le intere quattro stagioni, lo svolgimento delle parti tecniche e di quelle narrative è stato esemplare. Per non parlare dell'approfondimento psicologico dei personaggi che sono stati talmente bene approfonditi e sviluppati da averci lasciato la sensazione che con la fine di questa serie ci lasciamo malinconicamente alle spalle un gruppo di "amici" che potremmo solo ricordare con gioia. Perché sono stati i personaggi il motore di tutta la trama. Gli autori sono stati infatti capaci di creare persone a tutto tondo, con una psicologia e delle dinamiche interpersonali assolutamente realistiche, tanto da rendere la caratterizzazione di ognuno di loro sempre coerente. Il loro modo di essere e di pensare si evolve insieme alle esperienze compiute così da dare un'armonia e una logicità all'evoluzione che i protagonisti subiscono dall'inizio fino a quest'ultimo capitolo. E la cosa fantastica è che tutta la narrazione dell'intera serie parte da loro, vero motore di ogni atto ed ogni trama. Niente è lasciato al caso, tutto ciò che accade è percepibile che deriva da scelte ponderate e razionali dei personaggi e non è piovuto dal cielo come con rassegnazione vediamo in molti telefilm. Da quando si conoscono il rapporto tra Flint e Silver si è difatti evoluto fino ad arrivare ad una vera e profonda amicizia.
È questo che ora li lega e, nonostante sia stato instillato in noi il sospetto che si potessero tradire a vicenda, in realtà quello che vogliono è il bene l'uno dell'altro ed ogni azione che compiono è dettata da questo sentimento. Certo, anche da uno scopo e da convinzioni personali, ma alla fine non si sarebbero mai fatti del male. In fin dei conti Black Sails parla anche di amicizia. Così abbiamo un finale commovente per il nostro amato Flint che aveva dato inizio alla guerra contro l'Inghilterra a causa della sofferenza ed al lutto per la perdita di Thomas Hamilton (e della sua amante assassinata) e che grazie a Silver trova finalmente la pace sperata. Anche perché quello che Silver ci dice anche nei suoi ragionamenti e dialoghi, che hanno altresì del filosofico, lasciano una lezione di vita applicabile anche nella società attuale, è inutile perpetrare lotte senza fine nei confronti del mondo per dare sfogo alla propria rabbia, poiché l'unico modo per trovare la pace è affrontare i propri demoni interiori. Sempre nella stessa ultima puntata, assistiamo all'effettivo epilogo (e comunque convincente) delle storie dei vari personaggi (e senza sbavature e senza illogicità). Mentre gli altri pirati abbandonano l'isola dei Cimarroni, John decide, invece, di stabilirvisi per costruire un futuro insieme a Madi e farle capire i motivi delle sue azioni, la donna, ferrea sostenitrice della guerra oramai scongiurata, inizialmente non riesce ad accettare quello che il pirata amato ha fatto, ma nel finale vediamo i due che si ricongiungono per passare il resto della vita insieme.
Rackham ritorna da Anne e dalla nonna di Eleanor per informarle riguardo a quanto avvenuto sull'isola del Teschio. Purtroppo per lui, il fatto che Flint non sia stato ucciso non soddisfa l'accordo stipulato ed è costretto ad avvalersi dell'aiuto di Max (la sensuale Jessica Parker Kennedy) per capovolgere la situazione, alla fine, grazie alle abilità diplomatiche ed oratorie dei due, i pirati ottengono finalmente il controllo di Nassau (in particolare, Rackham chiede anche l'umiliazione pubblica di Rogers, Luke Roberts, come vendetta per ciò che ha fatto a Barbanera). Piccolo spazio anche per Mrs. Hudson che è finalmente felice con i suoi figli. Non tutti, tuttavia, sono usciti bene dall'ultimo atto dell'incredibile avventura di Black Sails. Si pensi a Billy Bones (Tom Hopper), la cui fine desolante ha rievocato il momento in cui si era spezzato il legame che lo univa a Flint, seppur né lui né il governatore hanno tradito le loro idee e la storia in sé, e per questo si meritano (oltre alla serie anche a loro) un applauso. Anche perché Black Sails è riuscita nell'intento di fare in modo che lo spettatore abbia empatizzato fortemente con i personaggi tanto che nessuno di loro è realmente odiato, neanche i grandi antagonisti e ci troviamo dispiaciuti per le loro sorti.
Questo perché gli autori ci hanno saputo mostrare tutte le loro debolezze, le sofferenze e le ragioni delle scelte compiute rendendoli umani e quindi facendoceli sentire vicini. Tanto che anche se tristemente dobbiamo dire addio a questo gioiello di serie, dobbiamo essere felici perché ci è stato regalato un finale degno. Giacché seppur questo finale farà storcere un po' il naso agli amanti di scontri e sangue (come in parte è successo appunto a me), lascerà però ai più una sensazione di soddisfazione per come le vicende dei protagonisti si siano risolte nel migliore dei modi. Certo, la serie ci lascia comunque con la libertà di immaginare in autonomia cosa succederà in seguito ai protagonisti, dato che ci viene instillato in noi il dubbio che i fatti non si siano svolti come Jack ci racconta alla fine. Ma è ininfluente, perché esso ci piace, ci soddisfa ed alimenta il nostro bisogno di meraviglia. Perché come detto, davvero epica è stata questa serie, una serie (di un livello tecnico sempre alto) che ci ha regalato (grazie anche all'apporto di Michael Bay) grandi momenti e grandi personaggi nonché grandi battaglie, senza mai cedere il passo a inutili stratagemmi ricattatori. Peccato però che sia finita. Voto: 7,5

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