Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/08/2019 Qui
Tema e genere: Settima ed ultima stagione della serie fantasy che rilegge i classici Disney e storie della letteratura fantasy.
Trama: La nuova stagione inizia con l'adulto Henry che apre la porta di casa e trova una bambina che afferma essere sua figlia.... vi ricorda qualcosa? Ovviamente Henry segue la bambina e si scoprirà affascinato da una bellissima Cenerentola... Già, stesso incipit e stessi collaudati meccanismi. Cambia l'ambientazione, non siamo più a StoryBrooke (ma a Seattle), però troveremo nuovamente molti dei nostri amati (o odiati) personaggi a ricoprire nuove cariche e lottare contro il cattivo di turno.
Recensione: Le favole sono leggende diffuse in tutto il mondo e ogni era, popolo o cultura le reinterpreta a modo suo. In un'antichissima versione greco/egiziana, Cenerentola era addirittura una prostituta. Il multiverso delle favole è affascinante: devono averlo pensato anche Edward Kitsis e Adam Horowitz, i creatori di C'era una volta, quando si sono ritrovati a dover proseguire una storia che sembrava essersi conclusa in modo minimamente soddisfacente col finale della sesta stagione. Un season finale che aveva il sapore di un series finale e che metteva un punto a una lunga saga generazionale che, tra alti e bassi, aveva saputo coinvolgere i spettatori grazie a incroci di favole sempre più improbabili, flashback in stile Lost e colpi di scena degni delle migliori soap opera. L'annuncio di una settima stagione, ambientata dopo un time skip di dieci anni, aveva lasciato tutti molto perplessi (come accennato in occasione della recensione della sesta, qui). C'era una volta aveva cominciato a esaurire i colpi in canna, tant'è che nelle ultime stagioni avevano preso vita, oltre ai miti greci, persino le storie di Jules Verne e Robert Louis Stevenson. Inoltre, alcuni tra i principali protagonisti della serie (e in particolare le attrici Jennifer Morrison/Emma Swan e Ginnifer Goodwin/Biancaneve) avevano deciso di abbandonare la nave, lasciando a Lana Parrilla/Regina, Colin O'Donoghue/Capitan Uncino e Robert Carlyle/Tremotino il compito di trainare la settima stagione insieme a una new entry: Andrey J. West, cioè il nuovo Henry trentenne. Era l'inizio della fine. Purtroppo la scelta di un soft reboot (che rivisita un po' tutto e paradossalmente vedrà l'apparizione degli attori che avevano deciso di uscire) si è rivelata quasi fallimentare, perché è praticamente la stessa storia, ancora ed ancora. La settima stagione inizia infatti come la prima, solo che questa volta è una bambina a bussare alla porta di un Henry Mills adulto: si chiama Lucy e sostiene di essere sua figlia. Henry, dal canto suo, dice di aver perso sua moglie e sua figlia in un incendio e di essere semplicemente uno scrittore divenuto famoso col libro che racconta le avventure narrate nelle stagioni precedenti. Ci risiamo: qualcuno ha lanciato un'altra maledizione che ha modificato i ricordi di alcuni personaggi, fabbricando per loro una vita alternativa nel quartiere di Hyperion Heights, a Seattle. Lucy è l'unica che ricorda come stanno le cose e che sa che Henry, in realtà, ha sposato sua madre, una versione alternativa di Cenerentola (ha le fattezze dell'attrice dominicana Dania Ramirez) che avrebbe incontrato dopo aver lasciato Storybrooke per viaggiare tra i reami. Il proseguo è prevedibile, la conclusione anche. È inutile quindi dire che l'abusatissimo twist della maledizione ha fatto il suo tempo: quasi ogni stagione di C'era una volta è ruotata intorno a un incantesimo che ha dislocato i personaggi o ha causato diverse forme di amnesia. A questo punto la maledizione è diventata un appuntamento annuale anche un po' ridicolo, soprattutto perché sappiamo che i nostri eroi troveranno sempre un modo per scioglierla. C'è da dire che quest'anno gli autori hanno effettivamente provato a rimescolare un po' le carte, inforcando una strada più cupa, ma la solita struttura (a flashback) non ha aiutato, e poi un intreccio via via più complicato a ogni puntata lo ha affossato. Un intreccio confusionario che ha inoltre sofferto anche a causa del carisma sottotono di alcuni personaggi chiave. Tra questi per assurdo anche i due principali Henry/Cenerentola, i due personaggi sono semplicemente poco interessanti nel mondo delle favole e hanno zero alchimia in quello reale, la loro immancabile love story non resa al meglio. E così che la settima assomigli troppo a quello che abbiamo già visto e rivisto nelle stagioni precedenti. E quindi non ci si stupisce se si è deciso di chiudere. Si perché, C'era una volta si unisce purtroppo a quelle serie televisive che finiscono con l'essere prolungate insensatamente, culminando in epiloghi affrettati e superficiali. Peccato, perché se gli autori avessero avuto il coraggio di tentare qualcosa di diverso forse le cose sarebbero andate diversamente.
Regia/Sceneggiatura/Cast/Aspetto tecnico: I creatori della serie decidono di proseguire con un cast quasi completamente rinnovato (e purtroppo non sempre all'altezza) in una location inedita, ma è evidente che la settima stagione non era nei loro piani perché, col passare delle puntate, la sceneggiatura continua a fare sempre più acqua da tutte le parti. A un certo punto sembra proprio che gli scrittori procedano a tentoni, poco convinti dalle nuove scelte intraprese all'inizio e indecisi se tornare o meno sui loro passi. C'era una volta raggiunge quindi un epilogo confuso, frammentario e incoerente che non riesce a toccare le corde giuste neppure nel finale corale ma privo di spessore. La nuova location di Hyperion Heights fatica a rievocare l'atmosfera surreale di quella Storybrooke in cui cominciò questa storia sette anni fa, tant'è che negli ultimi episodi si finisce col tornare nel Maine per chiudere il cerchio: è giusto così, sotto molti punti di vista, ma il cambio di location, così repentino a fine annata, tradisce ancora una volta le incertezze degli scrittori, incertezze che si riflettono per oltre venti episodi nella scelta degli attori (anche se la scelta almeno come bellezza del cast femminile è di tutto rispetto, seppur nessun spicchi particolarmente, nemmeno la protagonista), nella recitazione, nell'assurdità di un intreccio che diventa inutilmente complicato e privo di direzione.
Commento Finale: Il vero problema di questa ultima stagione di C'era una volta è che qualcosa si è spento a livello di ingegnosità (incrociare le varianti di certe favole in più personaggi contemporaneamente è l'esempio). La trama, perciò, si è fatta troppo pasticciata, incostante e pretestuosa. Assumendo contorni sempre più da soap opera, persino i colpi di scena hanno perduto ogni impatto, e gli sceneggiatori hanno ricorso sempre più spesso al deus ex machina per cavare i protagonisti d'impaccio. Le ultime puntate sono state un susseguirsi di manufatti ispirati a fiabe o film Disney più o meno recenti, rivelazioni forzate, decisioni poco credibili, mentre vecchi personaggi che avrebbero dovuto essere di supporto hanno guadagnato campo sempre più velocemente, fino a oscurare la nuova generazione che avrebbe dovuto trascinare C'era una volta negli anni a venire. Tutto si è concluso in due episodi che hanno compresso nella loro durata tutti i pregi e i difetti di C'era una volta, sfortunatamente spostando l'asticella più verso i secondi. Quando ABC ha deciso di non rinnovare la stagione per un'ottava annata, gli autori hanno chiuso in fretta e furia le sotto-trame in sospeso e chiuso nel modo più stucchevolmente possibile. Attenzione però, perché per chi ha visto l'intera saga, questo finale è sicuramente commovente (anche e soprattutto per la "carrellata" delle stagioni e tutto) ma era meglio la chiusura precedente e forse un finale così positivo (il massimo possibile) per una serie che è sempre stata "ambigua" potevano indubbiamente risparmiarselo. Comunque non mi pento di aver visto questa settima stagione, e in tal senso non finirà nella classifica delle peggiori serie, ma tra le delusioni quasi certamente.
Consigliato: E' complicato consigliarla, perché strana è questa stagione, è OUAT come non lo è, o non più, ma se amate il genere nessuna preclusione.
Voto: 5,5
Trama: La nuova stagione inizia con l'adulto Henry che apre la porta di casa e trova una bambina che afferma essere sua figlia.... vi ricorda qualcosa? Ovviamente Henry segue la bambina e si scoprirà affascinato da una bellissima Cenerentola... Già, stesso incipit e stessi collaudati meccanismi. Cambia l'ambientazione, non siamo più a StoryBrooke (ma a Seattle), però troveremo nuovamente molti dei nostri amati (o odiati) personaggi a ricoprire nuove cariche e lottare contro il cattivo di turno.
Recensione: Le favole sono leggende diffuse in tutto il mondo e ogni era, popolo o cultura le reinterpreta a modo suo. In un'antichissima versione greco/egiziana, Cenerentola era addirittura una prostituta. Il multiverso delle favole è affascinante: devono averlo pensato anche Edward Kitsis e Adam Horowitz, i creatori di C'era una volta, quando si sono ritrovati a dover proseguire una storia che sembrava essersi conclusa in modo minimamente soddisfacente col finale della sesta stagione. Un season finale che aveva il sapore di un series finale e che metteva un punto a una lunga saga generazionale che, tra alti e bassi, aveva saputo coinvolgere i spettatori grazie a incroci di favole sempre più improbabili, flashback in stile Lost e colpi di scena degni delle migliori soap opera. L'annuncio di una settima stagione, ambientata dopo un time skip di dieci anni, aveva lasciato tutti molto perplessi (come accennato in occasione della recensione della sesta, qui). C'era una volta aveva cominciato a esaurire i colpi in canna, tant'è che nelle ultime stagioni avevano preso vita, oltre ai miti greci, persino le storie di Jules Verne e Robert Louis Stevenson. Inoltre, alcuni tra i principali protagonisti della serie (e in particolare le attrici Jennifer Morrison/Emma Swan e Ginnifer Goodwin/Biancaneve) avevano deciso di abbandonare la nave, lasciando a Lana Parrilla/Regina, Colin O'Donoghue/Capitan Uncino e Robert Carlyle/Tremotino il compito di trainare la settima stagione insieme a una new entry: Andrey J. West, cioè il nuovo Henry trentenne. Era l'inizio della fine. Purtroppo la scelta di un soft reboot (che rivisita un po' tutto e paradossalmente vedrà l'apparizione degli attori che avevano deciso di uscire) si è rivelata quasi fallimentare, perché è praticamente la stessa storia, ancora ed ancora. La settima stagione inizia infatti come la prima, solo che questa volta è una bambina a bussare alla porta di un Henry Mills adulto: si chiama Lucy e sostiene di essere sua figlia. Henry, dal canto suo, dice di aver perso sua moglie e sua figlia in un incendio e di essere semplicemente uno scrittore divenuto famoso col libro che racconta le avventure narrate nelle stagioni precedenti. Ci risiamo: qualcuno ha lanciato un'altra maledizione che ha modificato i ricordi di alcuni personaggi, fabbricando per loro una vita alternativa nel quartiere di Hyperion Heights, a Seattle. Lucy è l'unica che ricorda come stanno le cose e che sa che Henry, in realtà, ha sposato sua madre, una versione alternativa di Cenerentola (ha le fattezze dell'attrice dominicana Dania Ramirez) che avrebbe incontrato dopo aver lasciato Storybrooke per viaggiare tra i reami. Il proseguo è prevedibile, la conclusione anche. È inutile quindi dire che l'abusatissimo twist della maledizione ha fatto il suo tempo: quasi ogni stagione di C'era una volta è ruotata intorno a un incantesimo che ha dislocato i personaggi o ha causato diverse forme di amnesia. A questo punto la maledizione è diventata un appuntamento annuale anche un po' ridicolo, soprattutto perché sappiamo che i nostri eroi troveranno sempre un modo per scioglierla. C'è da dire che quest'anno gli autori hanno effettivamente provato a rimescolare un po' le carte, inforcando una strada più cupa, ma la solita struttura (a flashback) non ha aiutato, e poi un intreccio via via più complicato a ogni puntata lo ha affossato. Un intreccio confusionario che ha inoltre sofferto anche a causa del carisma sottotono di alcuni personaggi chiave. Tra questi per assurdo anche i due principali Henry/Cenerentola, i due personaggi sono semplicemente poco interessanti nel mondo delle favole e hanno zero alchimia in quello reale, la loro immancabile love story non resa al meglio. E così che la settima assomigli troppo a quello che abbiamo già visto e rivisto nelle stagioni precedenti. E quindi non ci si stupisce se si è deciso di chiudere. Si perché, C'era una volta si unisce purtroppo a quelle serie televisive che finiscono con l'essere prolungate insensatamente, culminando in epiloghi affrettati e superficiali. Peccato, perché se gli autori avessero avuto il coraggio di tentare qualcosa di diverso forse le cose sarebbero andate diversamente.
Regia/Sceneggiatura/Cast/Aspetto tecnico: I creatori della serie decidono di proseguire con un cast quasi completamente rinnovato (e purtroppo non sempre all'altezza) in una location inedita, ma è evidente che la settima stagione non era nei loro piani perché, col passare delle puntate, la sceneggiatura continua a fare sempre più acqua da tutte le parti. A un certo punto sembra proprio che gli scrittori procedano a tentoni, poco convinti dalle nuove scelte intraprese all'inizio e indecisi se tornare o meno sui loro passi. C'era una volta raggiunge quindi un epilogo confuso, frammentario e incoerente che non riesce a toccare le corde giuste neppure nel finale corale ma privo di spessore. La nuova location di Hyperion Heights fatica a rievocare l'atmosfera surreale di quella Storybrooke in cui cominciò questa storia sette anni fa, tant'è che negli ultimi episodi si finisce col tornare nel Maine per chiudere il cerchio: è giusto così, sotto molti punti di vista, ma il cambio di location, così repentino a fine annata, tradisce ancora una volta le incertezze degli scrittori, incertezze che si riflettono per oltre venti episodi nella scelta degli attori (anche se la scelta almeno come bellezza del cast femminile è di tutto rispetto, seppur nessun spicchi particolarmente, nemmeno la protagonista), nella recitazione, nell'assurdità di un intreccio che diventa inutilmente complicato e privo di direzione.
Commento Finale: Il vero problema di questa ultima stagione di C'era una volta è che qualcosa si è spento a livello di ingegnosità (incrociare le varianti di certe favole in più personaggi contemporaneamente è l'esempio). La trama, perciò, si è fatta troppo pasticciata, incostante e pretestuosa. Assumendo contorni sempre più da soap opera, persino i colpi di scena hanno perduto ogni impatto, e gli sceneggiatori hanno ricorso sempre più spesso al deus ex machina per cavare i protagonisti d'impaccio. Le ultime puntate sono state un susseguirsi di manufatti ispirati a fiabe o film Disney più o meno recenti, rivelazioni forzate, decisioni poco credibili, mentre vecchi personaggi che avrebbero dovuto essere di supporto hanno guadagnato campo sempre più velocemente, fino a oscurare la nuova generazione che avrebbe dovuto trascinare C'era una volta negli anni a venire. Tutto si è concluso in due episodi che hanno compresso nella loro durata tutti i pregi e i difetti di C'era una volta, sfortunatamente spostando l'asticella più verso i secondi. Quando ABC ha deciso di non rinnovare la stagione per un'ottava annata, gli autori hanno chiuso in fretta e furia le sotto-trame in sospeso e chiuso nel modo più stucchevolmente possibile. Attenzione però, perché per chi ha visto l'intera saga, questo finale è sicuramente commovente (anche e soprattutto per la "carrellata" delle stagioni e tutto) ma era meglio la chiusura precedente e forse un finale così positivo (il massimo possibile) per una serie che è sempre stata "ambigua" potevano indubbiamente risparmiarselo. Comunque non mi pento di aver visto questa settima stagione, e in tal senso non finirà nella classifica delle peggiori serie, ma tra le delusioni quasi certamente.
Consigliato: E' complicato consigliarla, perché strana è questa stagione, è OUAT come non lo è, o non più, ma se amate il genere nessuna preclusione.
Voto: 5,5
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