Paese: USA
Anno: 2017 - in produzione
Genere: Drammatico, Thriller
Episodi: 22
Durata: 42 minuti (episodio)
Ideatore: Roberto Aguirre-Sacasa
Cast: KJ Apa, Lili Reinhart, Camila Mendes, Cole Sprouse
Madelaine Petsch, Marisol Nichols, Ashleigh Murray
Mädchen Amick, Luke Perry, Casey Cott, Skeet Ulrich
Mark Consuelos, Charles Melton, Vanessa Morgan
Madelaine Petsch, Marisol Nichols, Ashleigh Murray
Mädchen Amick, Luke Perry, Casey Cott, Skeet Ulrich
Mark Consuelos, Charles Melton, Vanessa Morgan
Rete Originale: The CW/Netflix
Rete Italiana: Premium Stories
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2020 Qui - Non c'è pace a Riverdale (o Eldirvare), perché dopo la cattura del feroce Black Hood, un nuovo antagonista entra in scena per terrorizzare, con le sue sembianze sovrannaturali, i nostri affezionati eroi, eroi (4, sempre loro, ma non solo) che si ritroveranno appunto ad affrontare un nuovo nemico, tra drammi famigliari, nuove comparse ambigue e amori spezzati. L'ormai popolare serie teen infatti, serie liberamente ispirata ai personaggi degli Archie Comics, giunge alla sua terza stagione e porta in dote alcune novità. Purtroppo porta anche tanto disordine. Appurata difatti una perdita totale di credibilità (persa puntata dopo puntata, stagione dopo stagione), anche se essendo ispirata a fumetti era chiaro che poca dovesse e potesse esserci, la terza stagione viaggia, colpa di una trama poco sviluppata e di molti buchi nel corso degli episodi, nella confusione. Nei 22 episodi che compongono la suddetta stagione (che presenta comunque una struttura molto simile alle due precedenti) tutto è fugace, il disorientamento è attivo, non è un caso che la struttura scenica sia quasi paragonabile ad una matrioska, dove all'interno di una grande storia vi sono altrettante macro storie, peccato che molte nascano e si risolvano nel giro di poche scene. Come detto quindi, la confusione è tanta, però questa non c'è solo nella sceneggiatura. Se nella prima stagione Riverdale si mostrò al pubblico come uno spettacolo dark e a tratti crime (che convinse e sconvolse, qui la recensione), se nella seconda invece quello stesso spettacolo diminuì di consistenza (qui la recensione), ora si aggiunge anche l'età del proibizionismo degli anni '20 e '30 con il diffondersi degli speakeasy, il mondo crudele e affaristico dei gangster, le lotte clandestine alla Fight Club con un accenno musicale alla storia di Rocky Balboa e, per non farci mancare nulla, tutto questo è legato da un gioco fantasy (simile a Dungeons & Dragons) molto pericoloso che in modo inquietante si ripercuote nella realtà della serie. Insomma si affoga nel mare del citazionismo gratuito, dopo il sempre presente politicamente corretto e il gioco degli stereotipi. Eppure rimane magnetica per i suoi colpi di scena e paradossalmente proprio per l'aspetto del mordi e fuggi, ma soprattutto per la sua bizzarria e stravaganza (legata sia al discorso della credibilità che al resto), che sin dalla prima stagione ha contraddistinto questa affascinante serie. E infatti, al netto di più grosse sbavature rispetto alle precedenti stagioni, al netto dei suoi difetti (nell'insistere sempre negli stessi percorsi), Riverdale continua a mietere vittime (vittime intese come spettatori, in senso buono) ed a rimanere spettacolo di buon intrattenimento. Voto: 6
Nessun commento:
Posta un commento