giovedì 26 marzo 2020

Riverdale (3a stagione)

Paese: USA
Anno: 2017 - in produzione
Genere: Drammatico, Thriller
Episodi: 22
Durata: 42 minuti (episodio)
Ideatore: Roberto Aguirre-Sacasa
Cast: KJ Apa, Lili Reinhart, Camila Mendes, Cole Sprouse
Madelaine Petsch, Marisol Nichols, Ashleigh Murray
Mädchen Amick, Luke Perry, Casey Cott, Skeet Ulrich
Mark Consuelos, Charles Melton, Vanessa Morgan
Rete Originale: The CW/Netflix
Rete Italiana: Premium Stories
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2020 Qui - Non c'è pace a Riverdale (o Eldirvare), perché dopo la cattura del feroce Black Hood, un nuovo antagonista entra in scena per terrorizzare, con le sue sembianze sovrannaturali, i nostri affezionati eroi, eroi (4, sempre loro, ma non solo) che si ritroveranno appunto ad affrontare un nuovo nemico, tra drammi famigliari, nuove comparse ambigue e amori spezzati. L'ormai popolare serie teen infatti, serie liberamente ispirata ai personaggi degli Archie Comics, giunge alla sua terza stagione e porta in dote alcune novità. Purtroppo porta anche tanto disordine. Appurata difatti una perdita totale di credibilità (persa puntata dopo puntata, stagione dopo stagione), anche se essendo ispirata a fumetti era chiaro che poca dovesse e potesse esserci, la terza stagione viaggia, colpa di una trama poco sviluppata e di molti buchi nel corso degli episodi, nella confusione. Nei 22 episodi che compongono la suddetta stagione (che presenta comunque una struttura molto simile alle due precedenti) tutto è fugace, il disorientamento è attivo, non è un caso che la struttura scenica sia quasi paragonabile ad una matrioska, dove all'interno di una grande storia vi sono altrettante macro storie, peccato che molte nascano e si risolvano nel giro di poche scene. Come detto quindi, la confusione è tanta, però questa non c'è solo nella sceneggiatura. Se nella prima stagione Riverdale si mostrò al pubblico come uno spettacolo dark e a tratti crime (che convinse e sconvolse, qui la recensione), se nella seconda invece quello stesso spettacolo diminuì di consistenza (qui la recensione), ora si aggiunge anche l'età del proibizionismo degli anni '20 e '30 con il diffondersi degli speakeasy, il mondo crudele e affaristico dei gangster, le lotte clandestine alla Fight Club con un accenno musicale alla storia di Rocky Balboa e, per non farci mancare nulla, tutto questo è legato da un gioco fantasy (simile a Dungeons & Dragons) molto pericoloso che in modo inquietante si ripercuote nella realtà della serie. Insomma si affoga nel mare del citazionismo gratuito, dopo il sempre presente politicamente corretto e il gioco degli stereotipi. Eppure rimane magnetica per i suoi colpi di scena e paradossalmente proprio per l'aspetto del mordi e fuggi, ma soprattutto per la sua bizzarria e stravaganza (legata sia al discorso della credibilità che al resto), che sin dalla prima stagione ha contraddistinto questa affascinante serie. E infatti, al netto di più grosse sbavature rispetto alle precedenti stagioni, al netto dei suoi difetti (nell'insistere sempre negli stessi percorsi), Riverdale continua a mietere vittime (vittime intese come spettatori, in senso buono) ed a rimanere spettacolo di buon intrattenimento. Voto: 6

Nessun commento:

Posta un commento