martedì 23 giugno 2020

Ballers (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/06/2020 Qui - C'è qualcosa da dire sulla coerenza in televisione. Quanti potenti spettacoli abbiamo visto cadere nelle loro ultime stagioni? Troppi, ma per uno spettacolo rimanere fedele a se stesso, evolversi e intrattenere per molti anni, è un'impresa. È un risultato che i "baller" di HBO sono riusciti a superare nei loro cinque anni di carriera, perché seppur sempre sul filo della sufficienza (qui la quarta), lo show è riuscito sempre a rendersi godibile, in questa stagione poi, la quinta ed ultima, che non delude, l'asticella si è un pochettino alzata, consegnandoci una delle sue migliori stagioni e la giusta ed innegabile chiusura. Questo perché la stagione porta il racconto su un altro piano: l'ex campione di football Spencer Strasmore che con alcuni soci compra i Kansas City Chiefs e sfida la NFL cercando di imporle una modalità di gestione più vicina alle esigenze dei giocatori. L'evoluzione di Strasmore (che in questa stagione raggiunge il culmine), come al solito interpretato da Dwayne Johnson (The Rock), nelle varie stagioni è sorprendente: da grande ex che vive di contatti personali per procacciare affari ad un'agenzia a imprenditore con molti bassi e qualche alto, fra Miami, all'inizio, poi Los Angeles ed infine Kansas City. Tantissimi ed inevitabili i riferimenti alla NFL vera, senza immagini di gioco ma con tante sotto-storie prese dalla realtà: un piccolo mondo in cui tutti conoscono tutti ed in cui ogni sgarro viene punito dal sistema. Funziona così in tantissimi altri ambiti, dal calcio in giù, ma non ci hanno ancora fatto una serie televisiva al tempo stesso spettacolare e credibile come è appunto Ballers. Vedibile in modalità binge watching, tutte le cinque stagioni su Sky Atlantic, le puntate fra l'altro sono molto brevi, senza bisogno di ripassare le regole del football. Sempre di culto gli amici dei giocatori, un po' manichea la divisione fra proprietari bianchi (tutti tranne Spencer) e cattivi e giocatori neri e bambinoni ingenui. Ma una serie così vorremmo vederla anche su realtà a noi più vicine. In conclusione, bella, peccato sia stata sottovalutata. Voto: 6+

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