Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/09/2020 Qui - La prima stagione di The OA non mi aveva convinto granché, ritmi troppo lenti, poca varietà di contenuti e spesso in talune situazioni l'ho trovata anche irritante. La seconda stagione di The OA fa un decisivo balzo in avanti in termini di qualità rispetto alla prima stagione grazie all'inserimento di nuovi contenuti, un nuovo importante personaggio e ai ritmi più sostenuti. Purtroppo i difetti caratteristici di questa serie persistono anche nella seconda stagione. I protagonisti fanno di tutto per risultare irritanti con il loro comportamento privo di logica e coerenza. Inoltre, accanto a idee assolutamente azzeccate per originalità e inventiva ci sono tante altre trovate inappropriate e fuori contesto. Per quanta fantasia possa metterci lo spettatore nell'accettare certe situazioni, riuscire a dare un minimo di senso alla trama di The OA diventa veramente un'impresa difficile. Anche se stiamo parlando di una serie fantastica dove tutto potrebbe essere lecito a prescindere, alcune sequenze, oltre ad essere troppo strambe, sembrano quasi scollegate fra loro. Sembra quasi che gli autori (sempre gli stessi, Brit Marling, nella serie anche come attrice protagonista, e Zal Batmanglij), in un eccesso di creatività, si siano divertiti a buttare nel calderone qualsiasi cosa gli venisse in mente cercando poi di fare quadrare il tutto con molta pretenziosità. The OA, nonostante ciò, è comunque una serie assolutamente affascinante per la sua capacità di instillare un interrogativo dopo l'altro obbligando lo spettatore a pensare in maniera alternativa e fuori dagli schemi per dare un senso al tutto. Non che si riesca sempre in questo intento ma quantomeno la curiosità cresce a tal punto da "incollarti alla poltrona" per vedere cosa succederà nella puntata successiva. Le tante idee bizzarre che sembrano inserite quasi per caso in realtà diventano in qualche modo anche dei pregi (il polpo che sembra citare Cthulhu). Potrei dire che è una serie che fa del surreale e dell'irrazionalità le sue componenti più intriganti. Inoltre in alcuni frangenti la trama sembra quasi la trasposizione di un immenso incredibile sogno, tanto complesso e intricato quanto affascinante. Vuoi anche per l'ottima fotografia e vuoi anche per la funzionali musiche evocative di accompagnamento. Per non parlare del finale che definirei sorprendente, geniale ma stravagante come tutto il resto della stagione. Voto: 6
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