Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2021 Qui - Ricordate il Perry Mason del piccolo schermo? Quello capace di risolvere in tribunale qualsiasi caso? Io personalmente avrò visto sì e no una decina di episodi, comunque ora che lo avete ricordato, però, dovete subito dimenticarlo perché il nuovo Perry Mason lanciato da HBO (distribuito in Italia da NowTV e Sky Atlantic) non ha nulla a che vedere con quelle che sono le vecchie trasposizioni televisive e cinematografiche del personaggio creato da Erle Stanley Gardner negli anni '30. Questo reboot infatti più che un rifacimento può essere considerato un vero e proprio prequel che racconta gli inizi della carriera del legale più famoso di sempre trasportandoci nella Los Angeles corrotta, depravata ed immorale della grande depressione e del proibizionismo. In questo scenario il giovane Mason (interpretato superbamente da Matthews Rhys) non è altro che un detective privato sull'orlo della bancarotta che sbarca il lunario scattando fotografie compromettenti di divi del cinema e starlette, per poi ricattarli. Alcolizzato, depresso e inaffidabile il giovane investigatore è quanto più lontano ci si possa aspettare dal personaggio "originale" e la prima parte della stagione è un racconto noir-hardboiled in piena regola. Una detective story che prende il via con la brutale uccisione di un neonato che era stato rapito e viene riconsegnato cadavere, nonostante il pagamento del riscatto. I sospetti ricadono da subito su entrambi i genitori, legati alla controversa comunità religiosa evangelica denominata "Radiosa Assemblea di Dio". In loro difesa viene assunto il noto avvocato E.B. Jonathan (un grande John Lithgow) che per reperire prove volte a scagionarli si rivolge proprio a Mason il quale inizierà a indagare su una vicenda che si presenta da subito piena di punti oscuri. Come detto precedentemente la prima parte del racconto ha le tinte del noir, tra indizi, misteri, strade fumose, sbirri corrotti e borsalini calati sugli occhi. Nella seconda parte, invece, entriamo ufficialmente nel territorio del legal drama tra processi, accuse, difese, testimoni e giurie da convincere. Ecco, nonostante una storia investigativa debole, è molto più interessante infatti l'occhio rivolto verso la critica sociale e religiosa dell'epoca, ed accurata è anche la storia processuale, Perry Mason funziona, anche grazie alla qualità nonché livello delle maestranze. E se scrittura, regia, ricostruzione storica, scenografia e colonna sonora sono praticamente impeccabili, il cast non è certo da meno: oltre ai già citati Rhys e Lithgow è doveroso menzionare le prove di Shea Whigham, Crish Chalk, Tatiana Maslany e Gayle Rankin. Perry Mason è una serie esplicita e forte, indirizzata un pubblico adulto, che si prende i suoi tempi, approfondisce i personaggi e come nei migliori gialli lascia che sia lo spettatore a mettere insieme le tessere del mosaico. HBO modernizza un'icona del piccolo schermo raccontandone le origini, un personaggio romanticamente solo e pieno di dubbi, in grado si ritagliarsi da subito un posto speciale nel cuore degli spettatori. Voto: 7
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