Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2021 Qui - HBO avrà voluto forse replicare il successo di Big Little Lies? Rinsalda la collaborazione Nicole Kidman con lo showrunner David E. Kelley e ci propina (più o meno) la stessa solfa. Ma basta vedere un solo episodio per capire che purtroppo The Undoing non è Big Little Lies. È indiscutibile la presenza di molti elementi in comune: il modo in cui è costruito l'intreccio, il typecasting per Kidman e la ricchezza ostentata da ogni fotogramma. A The Undoing mancano però gli aspetti essenziali per una storia del genere (un'indagine in chiave mystery sulla tipica moglie americana), una delineazione psicologica dei personaggi e un percorso narrativo solido. Dopotutto The Undoing non è niente più che un banale thriller costruito su percorsi già battuti innumerevoli volte. Opera la distruzione di una famiglia apparentemente perfetta, coinvolta in prima persona in un caso di omicidio. Chi ha ucciso l'enigmatica e disinibita Elena Alves, la meravigliosa (sexy come non mai) Matilda De Angelis? Nei suoi sei episodi, The Undoing dissemina indizi per lo spettatore, ma questi non vanno verso un'unica direzione. Chiunque potrebbe aver ucciso Elena e nessuno può essere escluso dalle indagini. Il potenziale della serie come whodunnit viene però affossato da una narrazione estremamente lenta, che concentra i colpi di scena negli ultimi minuti di ogni episodio per assicurarsi che chiunque la vedi continui la visione. Questa staticità si ripercuote anche sulla caratterizzazione, portando a personaggi a malapena abbozzati e a un sofferto tentativo di correzione da parte del cast. Se Kidman riesce comunque a portare sullo schermo il conflitto interno a Grace, Hugh Grant rende Jonathan Fraser una parodia di se stesso. Susanne Bier, regista danese conosciuta al grande pubblico per il suo lavoro su The Night Manager e tanto altro (non sempre altro di memorabile), conosce come funziona il thriller e prova a salvare la serie, lavorando in simbiosi con l'indagine del detective Mendoza (Edgar Ramirez) e dello spettatore. Si sofferma così su dettagli che altrimenti sarebbero sfuggiti, ma vuole soprattutto evidenziare quasi esasperatamente l'interpretazione di Kidman. Se The Undoing è diventata un fenomeno mediatico e un successo di pubblico, lo si deve ai nomi coinvolti, incaricati di distrarre da una scrittura poco fantasiosa. Il potenziale per creare una serie realmente avvincente c'era, ma non è stato sfruttato. Forse The Undoing avrebbe potuto funzionare meglio sotto forma di lungometraggio, riassumendo quelle cinque ore e mezzo di durata in 100 minuti ed evitando che lo spettatore (me medesimo) si illudesse con teorie estremamente affascinanti e molto più intelligenti del risultato finale. Voto: 5,5
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