Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2021 Qui - Una serie tv per certi versi indimenticabile, nel senso che difficilmente dimenticherò la più disturbante, irritante e per certi versi pretenziosamente assurda serie che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni. A volte ciò che vediamo nasconde significati vari e nascosti, simbologie che si offrono allo spettatore per una visione in profondità, un invito ad andare oltre la struttura narrativa convenzionale. Tante volte è capitato di aver amato film che per altri erano di scarso appeal o addirittura incomprensibili. Ma The third day, un ambizioso viaggio tra leggende celtiche, cristianesimo e satanismo, mi è risultato respingente e insopportabile. Ammetto che dopo una prima puntata che aveva annunciato la particolarità della storia, la seconda mi aveva quasi convinto, grazie soprattutto a Jude Law, che si confermava attore di qualità, anche in un ruolo così particolare. Ma subito dopo si è scivolati in una vicenda repellente, caotica e zeppa di allucinati elementi. Un po' come quando in un piatto si aggiungono troppi ingredienti e non si capisce più quale deve essere il gusto principale. Regna il caos e la confusione si impadronisce del tutto. Quando poi entra in scena la Madre, ovvero il secondo trittico di episodi, l'irritazione cresce per l'assurdità di ogni scelta dei personaggi, che fanno sempre la cosa meno indicata, che sembrano non comprendere, chiudere gli occhi dinanzi alla realtà sempre più evidente che gli si manifesta dinanzi. Quando sono spettatore, forse eccedo in voglia di razionalità e se vedo personaggi compiere gesti e azioni stupide (può una madre che tiene ad aver cura dei figli lasciarli soli a più riprese in territorio ignoto e pericoloso per tutti?). Insomma, il disegno ci sarà e seguirà una sua logica, ma assistere a questa storia risulta davvero faticoso e pesante, senza un briciolo di divertimento o reale coinvolgimento. Un puzzle assurdamente cruento e pulp, nel nome di un mistero che solo alla fine si scioglierà, lasciando lo spettatore con la sensazione di aver sprecato quasi sei ore di tempo. Sempre che non si decida di farsi del male e di connettersi anche con le cinque ore di diretta teatrale all'aria aperta, reperibili su Facebook, uno speciale su quanto avviene sull'isola di Osea (unita alla terraferma da una striscia di strada percorribile solo poche ore al giorno, di fatto l'ambientazione suggestiva l'unico elemento salvabile) che si integra con i sei episodi. Voto: 4,5
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