Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/09/2021 Qui - La terza stagione di The Man in the High Castle espande e approfondisce ulteriormente il contesto narrativo della serie, coniugando la distopia che fino ad ora lo aveva caratterizzato (qui la seconda stagione) con un deciso accento fantascientifico. Lo fa attraverso un ritmo piuttosto riflessivo, eppure quanto mai generoso di avvenimenti e colpi di scena. La serie infatti, ispirata a Philip K. Dick su una realtà alternativa dominata dai nazisti, da cui tuttavia ora distaccatasi completamente, spinge a fondo sulla fantascienza e sull'esplorazione del multiverso (di cui aspetti non vengono tuttavia ancora chiariti) senza tralasciare però i drammi umani dei suoi personaggi che combattono contro i loro regimi oppressivi. I percorsi dei vari personaggi sono sempre più sull'orlo dell'esplosione psicologica, con un John Smith di cui continuiamo a conoscere nuovi dettagli sul suo passato, aprendo una pista narrativa che preannuncia uno scatenarsi di eventi esplosivi nella quarta stagione. Questa terza stagione insieme a John Smith (un Rufus Sewell sempre più carismatico) ruota molto sul personaggio di Juliana Crain, che finalmente si "evolve", e la bellissima Alexa Davalos migliora la sua recitazione, rendendola più coesa e donando sfumature emotive più efficaci che erano state talvolta carenti. Se risulta molto riuscito e convincente il mix di elementi fantascientifici, atmosfere noir e la ricostruzione storica "alternativa" di un mondo dove la 2° Guerra Mondiale ha avuto un esito diverso da quello che conosciamo (a tal proposito uno degli aspetti più riusciti è la plausibilità della ricostruzione storico/ucronica di questa America soggiogata dal nazismo, particolarmente riuscito è l'incrociarsi tra personaggi storici reali e figure inventate), appaiono un po' superflue e stucchevoli certe concessioni al "politically correct", con la messa in scena di amori anticonvenzionali, che vedono protagonisti alcuni dei personaggi secondari. Non ci si fa mancare neanche la tematica dell'arte che può diventare una forma di resistenza contro le dittature. Rimane ancora ingarbugliata la vicenda dei filmati e il mistero della loro origine, ma questa stagione di The Man in the High Castle soddisfa abbastanza, soddisfa per come sono stati studiati gli episodi, per il coinvolgimento emotivo intenso e travolgente delle scene. Voto: 7
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