Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/02/2023 Qui - Serie fatta molto bene rispetto alle altre sui supereroi, anzi, è una delle migliori viste negli ultimi anni e forse una delle migliori Marvel di sempre (tutto è al posto giusto, a partire dalla sigla), ogni episodio è coinvolgente senza fronzoli come avviene spesso in altre serie del genere. Narra di un avvocato che da bambino viene contaminato da sostanze radioattive diventando cieco, ma acquisisce una capacità sensoriale maggiore degli altri, soprattutto l'udito. Compito come ogni supereroe che si rispetti sconfiggere il male, a New York. Charlie Cox è un convincente Matt Murdock e non poteva esserci scelta migliore di Vincent D'Onofrio per il ruolo di Kingpin, personaggio di brutale violenza ma dalla personalità assai complessa. Il regista non risparmia (giustamente) scene sanguinolente, caratterizza bene tutti i personaggi e ridà dignità a un fumetto precedentemente maltrattato dal cinema. Ogni stagione è un crescendo di azione e rivelazione senza annoiare lo spettatore, mai superficiale o banale. E in questo senso, ed entrando più nel dettaglio, bellissima la prima stagione, una stagione che raccoglie tutta l'essenza di questo personaggio tanto cupo quanto affascinante. In quanto agli sviluppi della trama principale, il ritmo è generalmente sempre buono anche se a volte un po' altalenante, ma nel complesso un fantastico primo giro. E dopo la prima buonissima quanto inaspettata stagione, il Diavolo scarlatto si ripete con una seconda stagione addirittura superiore per ritmo, qualità delle storie e personaggi (primari ma anche secondari). Manca forse un po' di poesia rispetto alla stagione precedente, e soprattutto si sente che l'impatto del villain per eccellenza Wilson Fisk non è fondamentale quanto dovrebbe, ma la presenza dei due comprimari The Punisher ed Elektra, senza contare le apparizioni di Stick e le prime battaglie con la Mano, permettono di alzare non di poco l'asticella del godimento. Il ritmo, infatti (che nella prima stagione era un po' altalenante, ma mai noioso) è costantemente eccellente. E poi arriviamo all'ultima stagione, terza che la si può considerare come una specie di "Rinascita", si torna all'introspettività della prima stagione, ma in modo ancor più incisivo. Atmosfere ancora più noir, meno ampiezza narrativa, ancora maggiore crescita dei personaggi. Il finale (allorché ben orchestrato) è la ciliegina sulla torta, difficile restare indifferenti a tanta poesia. E così si conclude (ma non definitivamente) nel migliore dei modi una saga straordinaria, una saga capace di farsi amare. Voto complessivo: 8
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