Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - La seconda stagione di Perry Mason è una grande conferma. Restituisce allo spettatore le atmosfere giuste, con un'accurata attenzione per il lato estetico oltre a quello narrativo. La messa in scena continua a regalare una Los Angeles fumosa e noir, mentre il caso che attraversa le otto puntate è ancora una volta appassionante e reitera vecchie e nuove tematiche come la discriminazione razziale, la disparità sociale e la fiducia nel sistema legale. Una seconda stagione che propone piccole ma significative variazioni rendendo il valore complessivo della serie se possibile ancor più elevato. Sotto più di un aspetto, un'operazione davvero notevole. La serie con protagonista l'eccellente Matthew Rhys conferma infatti tutto il buono che c'era nella prima annata ed anzi consolida la propria scrittura in una stagione coinvolgente e profonda. Quest'ultima si mantiene d'ottimo livello anche in questa stagione e permette di capire qualcosa di più sui personaggi, sia quelli già noti che quelli il cui ruolo s'espande maggiormente. Perry Mason difatti, a discapito della cancellazione che certamente non ha nulla a che vedere con il versante qualitativo della serie, si conferma una produzione intrigante e pregna di fascino. E la seconda stagione fa davvero di tutto per rendere ancora più saldi e convincenti i suoi punti di forza. Tuttavia ogni lato positivo ha un suo corrispettivo deludente: la parte centrale della stagione è troppo macchinosa e la gestione degli accusati è mediocre se non proprio discutibile, il setting troppe poche volte diventa centrale e secondo protagonista, limitandosi a meravigliose cartoline. Un'ottima serie, insomma, con del potenziale sprecato, ma che comunque riesce a rendersi pregna, meritevole di lodi. Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento