venerdì 26 gennaio 2024

Litvinenko - Indagine sulla morte di un dissidente (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Il materiale di partenza è affascinante ma la tensione si esaurisce nel primo episodio, il resto è la lunga e anonima ricostruzione delle informazioni raccolte dalla polizia prima del processo. Litvinenko - Indagine sulla morte di un dissidente (andata in onda esclusivamente su Sky e in streaming solo su NOW), racconta dal punto di vista della vedova di Alexander Litvinenko (il bravo David Tennant) la tragica fine dell'ex agente dei servizi segreti russi avvelenato attraverso del tè al polonio radioattivo nel 2006. In quattro episodi si ripercorrono i lunghi anni di calvario che la donna, Marina (altrettanto brava Margarita Levieva), dovette affrontare per ottenere (per così dire) "giustizia". La miniserie appare più una docuserie, che si perde nella sua stessa ricerca della perfezione provando a trasformare una storia vera in un procedurale a metà tra il poliziesco e la spy story ma perdendo ritmo e soprattutto interesse. La colpa è di un approccio troppo freddo e analitico della vicenda (poco coinvolgimento), allorché essenzialistico e convenzionale che non riesce a rendere la storia introspettiva come il suo corrispettivo reale. Resta tuttavia un prodotto utile e necessario, un racconto amaro dei nostri tempi. Voto: 6,5

Maria Antonietta (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Come spesso succede quando ci sono di mezzo biopic o period drama, mi sono avvicinato alla serie di Deborah Davis senza eccessive pretese ma con una buona dose di curiosità, anche considerata la dimestichezza già dimostrata dalla sceneggiatrice riguardo argomenti affini (è stata appunto sceneggiatrice de La favorita), e il fascino di un personaggio come Maria Antonietta la cui storia, persino a prescindere dalle indagini storiche, si presta a moltissime variazioni pop. La mia buona disposizione è stata in parte ripagata da una gestione della sfera politica cruda e senza sconti, di contro, non appena tenta di prendere il largo il racconto inizia a imbarcare acqua, cedendo ai peggiori cliché degli "scandali a corte" e a qualche didascalia di troppo. Maria Antonietta (in questa nuova lettura di una delle regine più amate e odiate di tutti i tempi, che torna sullo schermo ad anni dall'ultima dissacrante versione targata Sofia Coppola) è una serie sicuramente valida. Un dramma storico-politico ben romanzato e con un tocco di regia autoriale (Emilia Schüle, pur non risaltando, convince). Si spera solo non compia l'errore di protrarsi oltre al suo tempo massimo di narrazione, perdendosi in inutili digressioni e allungamenti dovuti a "forze" esterne. Voto: 6+

Billions (7a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Dopo un po' di fiacca nelle stagioni centrali della serie, l'ultimo capitolo di Billions riprende vigore e (complice anche il ritorno di Axe, un sempre brillante Damian Lewis) torna ai conosciuti (migliori) fasti. È una serie di nicchia, che parla di una nicchia e alla nicchia ma per questo deve al suo interno garantire un livello di credibilità alto per poter essere apprezzata. Al centro di tutto, dal punto di vista tematico, rimane sempre il potere nelle sue varie diramazioni. Ogni legame che prende vita sullo schermo è regolato, giustificato e consolidato dal potere, dalla sua gestione e influenza (sia nelle relazioni famigliari che professionali). E l'epilogo di Billions non fa eccezione. Se c'è qualcosa che manca in quest'ultima stagione è la componente più affascinante e sexy che era abbondantemente presente, usato come leva di potere e ancor più di controllo. La settima stagione si concentra soprattutto sull'anima politico-economica dei suoi personaggi e della storia raccontata. Ma va bene anche così, anche con un finale scontato (e voluto) ma davvero esplosivo nonché soddisfacente. Voto: 6,5

Romulus (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - La rilettura del mito fondativo di Roma continua, con nuovi personaggi e nuove battaglie. Ricco e interessante nei costumi, nel linguaggio e scenografie, con un cast interessante, Romulus in questa seconda stagione si conferma tuttavia serie fatta di alti e bassi. Romulus II pare infatti avere tutti i pro e i contro della prima stagione. Un racconto soprattutto visivo più che narrativo. Ecco su questo bisogna dire che il problema principale per Romulus, anche in questa seconda stagione, è il fatto che, onestamente, non dica niente di nuovo e non mostri nulla che in fondo in questi anni non si sia già visto a livello cinematografico e seriale. Trionfa la bontà delle nostre maestranze, che riguarda anche un trucco veramente efficace, ma i dialoghi in particolare si accontentano di restare dentro una superficie elementare senza che vi sia una particolare originalità o deviazione dai cliché di genere. Non che ci si annoi per carità, però come per la prima stagione, è come se alla confezione molto curata e molto interessante, non fosse corrisposta una bastante ambizione nel proporci copie carbone di personaggi già conosciuti in passato (pure nel caso di quelli femminili). In ogni caso si conferma vinta la scommessa, ed invariata la discreta qualità della serie. Voto: 6

Winning Time - L'ascesa della dinastia dei Lakers (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - La seconda stagione di Winning Time (composta da soli 7 episodi), ha più ritmo e compattezza, si concentra sulle dinamiche dei diversi personaggi fuori e dentro il campo, rivolgendo l'attenzione sulla rivalità tra Lakers e Celtics. Una stagione che affronta diversi temi, appunto entrando e uscendo dal campo di gioco e non risparmiandosi infatti incursioni anche nella vita privata dei protagonisti, su tutti Magic Johnson e Jerry Buss. Il filo conduttore rimane sempre la consacrazione dei Lakers, oggi uno dei club più noti e importanti in tutto il mondo, ma al tempo uno spauracchio visto non sempre di buon grado nel mondo della pallacanestro. La serie HBO racconta come Los Angeles abbia cambiato per sempre non solo l'NBA, ma tutto lo sport, con spregiudicatezza ed entusiasmo, tracciando una linea che sarebbe divenuta una guida luminosa negli anni avvenire. Il grande rammarico legato a Winning Time è, invece, la stroncatura del suo racconto, perché HBO ha cancellato la serie, che avrebbe avuto ancora moltissimo da raccontare, tutto racchiuso in poche righe finali che non esprimono l'epicità di quei momenti come avrebbe invece potuto fare la terza stagione, ma in ogni caso la solidità e validità resta. Voto: 7

Un'estate fa (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Prodotto (che mescola giallo e risvolti fantascientifici) di discreta fattura e discreti interpreti (in primis Lino GuancialeFilippo Scotti e Paolo Pierobon) che tuttavia non convince del tutto e non tanto per la sospensione dell'incredulità dovuta all'assunto di base quanto per alcune circostanze "reali" poco probabili (succede di tutto, da una ragazza in fin di vita per overdose a un'estorsione e i ragazzi sempre al campeggio). Di pregio invece la ricostruzione degli ambienti (tappeto musicale compreso), anche se ricreare il 1990 in un luogo tanto ristretto non era troppo difficile, e anche di errori se ne trovano pochi (le partite senza il logo Rai sullo schermo e le scritte non in italiano), e la prova del cast giovanile (fatto non scontato, brilla Antonia Fotaras). Una serie (nostalgica al punto giusto) avvincente (tanti i possibili colpevoli) penalizzata purtroppo da un finale poco riuscito. In ogni caso meglio di quanto mi aspettassi. Voto: 6

Christian (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - La seconda stagione di Christian cerca di riproporsi con la sua originalità all'interno del panorama italiano, fatta di un inedito mix di supernatural e crime drama, ma senza trovare un equilibrio altrettanto riuscito. Nel complesso Christian si mantiene un esperimento interessante ed originale, provando a scappare da quella banalità ormai troppo spesso dominante nelle produzioni italiane, ma il modo in cui lo fa intacca più volte la scorrevolezza della narrazione, danneggiata anche da una scrittura troppo contorta e che si perde nell'esplorazione di frontiere mistiche che confondono eccessivamente lo spettatore. Per la seconda stagione Christian prova infatti a rinnovarsi, aggiungendo più spiritualità al racconto, ma non tutto fila liscio. Buona la prima e un po' meno la seconda, insomma, ma siccome la serie è stata rinnovata anche per una terza stagione, si vedrà prossimamente cosa avranno in serbo gli sceneggiatori. Voto: 6+

Django (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Una serie, anzi miniserie (e per fortuna), che manca da subito il bersaglio. Django infatti, nella sua versione rivisitata in chiave contemporanea, femminile, psicologica, cerca di costruire una nuova mitologia, purtroppo non riuscendoci. Lo show sotto la direzione artistica di Francesca Comencini tenta di essere con tutte le proprie forze originale e sovversivo, non essendo però in grado di costruire veramente un inedito immaginario su cui sviluppare la leggenda del suo protagonista. Tutto questo nonostante il lavoro ingente e lodevole dal punto di vista della produzione e delle ricostruzioni scenografiche, oltre alle buone interpretazioni dei suoi attori (a parte Manuel "che proprio non c'azzecca" Agnelli). Django è un western che non sa di western. Una città utopica in un West atipico, un West senza una vera identità. Django è una delusione, un prodotto mal concepito e mal scritto, che non mantiene nessuna promessa (lo si aspettava con entusiasmo) e si accontenta di tanta malriposta ambizione circa il risultato finale. E insomma si poteva anche evitare di fare. Voto: 5

Das Boot (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2024 Qui - Nella quarta stagione di Das Boot, in verità la migliore di tutte le stagioni (cosa rara tra l'altro chiudere in crescendo), la brutale guerra sottomarina nel Mar Mediterraneo giunge al culmine, mentre intrighi e segreti si diffondono per Berlino. Le stagioni precedenti (compresa la terza) credo soffrissero prevalentemente di essere troppo lunghe. Le trame "terrestri" erano per lo più riempitive, tanto da ritrovarmi a scremarli per le parti "in mare". Ma non è stato così con questa quarta ed ultima stagione. Avere solo 6 episodi invece di 8 (o 10) è stata una decisione saggia, la scrittura più serrata ha certamente contribuito al risultato finale, quello di un interessante e buon film di 6 ore. Ore in cui chiudere tutti i conti in sospeso, e di cui servirsene per chiudere con il resto. In questo senso peccato che non ci sia una stagione 5, ma credo che godersi la disgregazione del Reich nazista era troppo anche per loro. Alla fine resta una serie storicamente e drammaticamente interessante che qualche ricordo lascia, come fece il film del 1981 di Wolfgang Petersen, di cui la serie (si ricordi) era specie di sequel. Voto: 6+