venerdì 23 aprile 2021

Banshee - La città del male (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2021 Qui - Una trama che non sta in piedi (prodotta da Alan Ball, Premio Oscar per la sceneggiatura di American Beauty, la serie racconta le vicende di un ex ladro che finisce per spacciarsi per lo sceriffo della piccola città di Banshee), lontana anni luce da una plausibile realtà che tuttavia tiene incollati alla schermo in trepida attesa della puntata successiva. Si finisce la stagione in un soffio, con il ritmo incalzante a sopperire a qualche buco di sceneggiatura che inevitabilmente inficia la tenuta drammatica dell'ingarbugliato plot (fulcro è Anastasia, la rapinatrice/amante fuggita col bottino di un colpo andato male e rifattasi una vita nella cittadina, cercata dal protagonista e dal padre, uno spietato mafioso russo newyorkese), ma incredibilmente, viste le premesse, senza mai stancare. Un galeotto sexy e pericoloso con un animo nobile, disposto a tutto per la sua amata, probabilmente il sogno proibito di ogni donna. Una spalla intelligente, ironica e quanto mai improbabile: il mitico Job, un hacker asiatico omosessuale che la sa lunghissima. Un paio di antagonisti cattivi, spietati e perversi, che non lasciano indifferenti. Il tutto ambientato in un paesino tutt'altro che tranquillo, dove ad ogni puntata ne succede una più incredibile della precedente. La trama principale si interseca infatti con tematiche connesse alla criminalità locale, ai mormoni, agli indiani di una vicina riserva, a bande di ariani, ai rapporti complicati tra i tutori dell'ordine della cittadina e, ovviamente, alle numerose (essenzialmente carnali) storie "d'amore", e quindi inevitabilmente accadono cose di cotte e di crude. Banshee (immaginaria cittadina della Pennsylvania, campo d'azione dei personaggi creati da David Schickler e Jonathan Tropper, porta il nome di una mitica creatura del "piccolo popolo" della mitologia irlandese e scozzese) aiuta a staccare dalla quotidianità, a vivere un po' dell'adrenalina e dell'erotismo che i suoi protagonisti riescono a tramettere in maniera molto esplicita (dalla Cinemax dopotutto, che è la costola "ancora più maschile" di HBO, è lecito aspettarsi ciò, vedasi Strike Back e Warrior per esempio, e così se presumibilmente Antony Starr fa la felicità di ogni donna, Ivana Miličević e soprattutto Lili Simmons fanno certamente la felicità di ogni uomo). Curioso di vedere anche la seconda stagione, ed ovviamente tutte le altre stagioni. Voto: 7,5

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