Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/05/2021 Qui - Non c'è pace a Banshee. Gli "scalcagnati" protagonisti si ritrovano alle prese, anche in questa seconda stagione, con una serie lunghissima di brutti ceffi e situazioni infuocate dalle quali è praticamente (quasi) impossibile uscire. Non senza aver versato molto sangue, proprio e altrui. Allontanandosi, almeno in parte, dalla rincorsa al colpo di scena, in favore di una prevedibile, quanto auspicabile, discesa verticale tra le pieghe del Male, Banshee - La città del male seconda stagione fa le prove per farsi (più) grande, proponendo, senza soluzione di continuità, un viaggio spazio temporale che, volutamente, confonde e rende ancora più labili i confini delle azioni perpetrate. Certo, ci vuole un po' di sana pazienza perché, nonostante lo sforzo profuso nel tracciare i percorsi narrativi, ancorché psicologici, dei protagonisti, la grana è, spesso, grossa e i dialoghi non sempre sono all'altezza. Ciò detto, va dato atto delle capacità produttive, come già, peraltro, accadeva nella prima stagione, nel confezionare episodi che "funzionano", arrivando, dopo il quinto, e in questo senso decisivo, episodio, a toccare punte di notevole lirismo. Eh già, perché in uno scenario dove l'uso della violenza si fa sempre più (ri)soluzione catartica, Sesso e Morte si oggettivizzano nei corpi nudi che si penetrano (anche) con la lama di un coltello che assume, a più riprese, in questi contesti, valenza fallica, e Banshee - La città del male seconda stagione è, prima di tutto, un posto dell'anima, luogo di purificazione e di educazione criminale, dove noi, come e forse più dei protagonisti, torniamo sempre, maledettamente, volentieri (e poi innegabile l'aspetto erotico, ci si aggiunga a questo giro Trieste Kelly Dunn e Odette Annable). Il difetto principale di questa seconda annata risiede tutto in una certa ripetitività della trama generale (il tema è, praticamente, lo stesso della stagione introduttiva), con conseguente accrescimento delle parallele sotto-trame personali di tutti i personaggi, non tutte sviluppate efficacemente, ma comunque ben ritmate ed orchestrate tanto da intrattenere felicemente senza patemi. In conclusione un gradino sotto alla prima ma sempre alla grande. Voto: 7+
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