Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/08/2021 Qui - Una commedia divertente, densa di ironia e di prese in giro alla vita della periferia americana, estremamente leggera, piacevole da vedere nei momenti di relax, ma di certo non adatta a tutti. Santa Clarita Diet è infatti una serie per stomaci forti: uno splatter gioioso che lascia alla porta il virtuosismo distopico a cui la televisione ci sta troppo abituando. Un inno alla leggerezza e all'esorcizzare i propri tumulti interiori, che non perde occasione di sviscerare (termine estremamente appropriato) la fine del sogno americano, cannibalizzato da sé stesso. Soltanto i coraggiosi sono in grado di rivalutare la normalità. Già prima di Santa Clarita Diet altre serie come Ash vs Evil Dead, Scream Queen e tutta la saga di American Horror Story, hanno cercato di creare un prodotto televisivo che si potrebbe definire horror leggero, ed è questo che la serie fa, riuscendoci abbastanza bene (difficile raggiungere l'ottimo livello della serie dell'iconico Ash Williams), con il pregio che sta nelle puntate (10 a stagione) tutte da circa 25 minuti, da guardare una dietro l'altra (cresce piano piano col passare delle puntate) in un binge watching sempre più "affamato" (dopotutto qui si parla zombie, anzi di zombismo, mica di altro). Creata da Victor Fresco (già creatore di altri show) e distribuita da Netflix, questa serie televisiva statunitense, che nella sua stagione introduttiva si gioca ancora poche carte ma lo fa sapientemente, creando un solido quartetto di personaggi, poco approfonditi dal punto di vista psicologico, ma in grado di entrare rapidamente in simpatia, in cui alcune idee un po' trash, qualche piccolo mistero e diverse situazioni tragicomiche aiutano ad arrivare alla fine con leggerezza e curiosità verso il futuro della famiglia Hammond, si avvale di un cast molto interessante. La particolarità del cast è senz'altro Drew Barrymore, in un ruolo molto significativo nella sua carriera. Protagonista di molte commedie romantiche come Duplex - Un appartamento per tre e 50 volte il primo bacio, il suo personaggio diventa la perversione estrema di quelle donne innamorate. Degenerazione di quei ruoli appena citati, la Barrymore è perfetta, avendo incarnato molto spesso quella borghese americana che è costantemente derisa dalla serie televisiva. A completare la coppia ci pensa Joel Hammond, interpretato da Timothy Olyphant, forse sarebbe stato meglio un attore decisamente più coinvolto nella carriera della Barrymore come Adam Sandler, ma la chimica della relazione è molto soddisfacente. Come soddisfacente è per il momento la serie, una serie un po' confusa nei suoi generi ma al suo primo giro in grado di alternare situazioni divertenti e di suspense in modo apprezzabile. Voto: 6,5
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