Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2022 Qui - Zerocalcare traccia con un fumetto in movimento le vicissitudini di un ragazzo come tanti, figlio di una generazione che concede poco, di anni in cui bisogna lottare con tutte le forze per trovare un lavoro che spesso non è quello dei sogni, ma un modesto compromesso. I più forti ce la fanno, i più deboli (o semplicemente i più sfortunati) devono arrangiarsi e accontentarsi di quello che passa il convento. La realtà quotidiana di Secco (in parte già sviscerata ne La profezia dell'armadillo) viene ingrandita come sotto la lente di un microscopio, una gomma della macchina che si buca all'improvviso, una serata davanti a Netflix (non per caso) senza riuscire a scegliere che film guardare, diventano paradigmi di piccole esperienze universali (tra il grottesco e il comico) in cui ciascuno di noi può riconoscersi. Così l'ironico disincanto di un fumetto sa farsi precisa narrazione della strampalata normalità con cui dobbiamo fare i conti. Lascia un sapore amaro ma mai intriso di nichilismo, c'è sempre quel velo di speranza che ti stimola a non rinchiuderti in se stessi prigionieri delle proprie fobie (ho trovato poetica la linea tratteggiata di una strada che si divide, o che si interrompe nel punto sbagliato). Zerocalcare merita tutti gli elogi possibili per questo lavoro, un lavoro sinceramente riuscito, e sebbene qualche digressione risulti un tantino pesante, la serie fa ridere e piangere, riesce a conciliare la riflessione e la moda, creando un prodotto di qualità e al contempo pop. Un prodotto al di là dei difetti inevitabili, principalmente due, la durata troppo contenuta (dura meno del film) e il romanesco troppo accentuato (ho dovuto ricorrere ai sottotitoli), davvero ottimo (a cui spero Netflix possa concedere un seguito). Voto: 7,5
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