Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2022 Qui - Il più grande cambiamento della terza stagione di Britannia, è la sigla, ecco infatti T. Rex con Children of the Revolution. Questo fa parte di uno schema (tematico), con Season of the Witch di Donovan che sostituisce un suo altro grande successo, Hurdy Gurdy Man, nel passaggio di consegne dalla prima alla seconda. Il resto poco cambia le dinamiche della serie, una serie fantasy non da prendere sul serio e di certo non è Il Trono di Spade. A volte si sforza troppo di essere spigoloso e ci sono troppi fili narrativi di cui tenere traccia, ma nonostante tutti i suoi passi falsi, ottiene ciò che molte serie storiche non riescono a fare: è un divertimento sfrenato. La terza stagione riprende poco dopo gli eventi visti nella precedente, e in verità non c'è molta trama e ciascuno degli otto episodi generalmente si riduce ai personaggi (sempre ben interpretati) che girano in vari stati di agitazione sboccata (non ci sono difatti più limiti di sorta). Britannia 3 offre una stagione (sufficientemente) soddisfacente, che porta molti colpi di scena e alcuni momenti importanti. Il finale di stagione si conclude con una nota importante, che sembra in qualche modo definitiva (ma forse non lo sarà). Anacronistica, non solo musicalmente, ma narrativamente in negativo, esagerata e non sempre brillante, eppure c'è qualcosa di affascinante e ridicolo in una stagione/serie che presenta cannibalismo comico, orge, tagli alla gola e druidi che sembrano essere usciti da un video musicale dei The Prodigy, esempio Voodoo People. Alla fine della fiera, stagione riuscita seppur non interamente. Voto: 6
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