sabato 23 aprile 2022

Carnival Row (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2022 Qui - Un programma ambizioso, un dramma steampunk/fantasy tecnicamente pregevole ma narrativamente disomogeneo. Se è infatti ben evidente lo sforzo produttivo grazie a un works-building estremamente ricco e curato e ammirevole nel ricostruire una Londra ucronica e post-industriale fantastica ma, al contempo, verosimile, la serie mostra invece il fianco come improbabile patchwork di generi, una rilettura pedestre di archetipi, anche scontati, che vanno dal Mito favolistico al thriller poliziesco con derive anche orrorifiche, tra Jack lo squartatore e il mito del Golem, e che spazia dalla semplice avventura alla denuncia sociale, dal tema dell'immigrazione al razzismo, dal dramma politico al conflitto sociale, da Jules Verne ad Arthur Conan Doyle passando, perché no, anche da Jane Austen. Tante storie e argomentazioni (forse troppe) trattate anche con crudezza ed estremo realismo ma che si intrecciano troppo caoticamente, perdendosi in uno specchio che vorrebbe rappresentare, in tutta la sua bruttezza, il nostro mondo ma che spesso si riduce soltanto in un melodramma anche piuttosto pedante. Ad incidere è anche la scelta dei protagonisti, in primis Orlando Bloom e Cara Delevingne, dettata probabilmente più dalla fama e dallo star power che non dalla rispettive capacità (anche se la seconda non mi era affatto dispiaciuta in Life in a Year e il primo qualche buona prova ha offerto in carriera), e da un resto del cast in realtà piuttosto anonimo, ad eccezione di Jared Harris, seppur relegato in un ruolo di contorno. Carnival Row, un titolo poco originale che notevoli premesse non mantiene, non del tutto ancora, perché anche se non era necessario, purtroppo una seconda stagione ci sarà. Voto: 5+

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