Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/04/2022 Qui - Nella quarta stagione il nome Fargo rimane solo un'eco. Le
caratteristiche rimangono, quali gli elementi bizzarri e visionari, e
dove il Caso appare per scompaginare tutte le macchinazioni
machiavelliche dei suoi personaggi. Allarga molto il contesto rispetto
alle altre stagioni, qui non è l'innevato Minnesota a fare da sfondo ma
la città di Kansas City, specchio delle eterne contraddizioni di un
paese di immigrati che vogliono essere americani, ma che quando scendono
da terra sono dei criminali o trattati come tali. La proibizione di
quel sogno che solo attraverso il crimine può essere assaporato, con
codici e leggi proprie. La terra dell'abbondanza è lì, pronta per essere
presa e non importa come. Eccede forse nelle citazioni, un vero e
proprio compendio di tutto il genere gangster, ridondante in alcune
sottotrame per eccesso di personaggi, alcuni dei quali un po' sopra le
righe, tra questi ci sono gli italiani, che comunque fa piacere vedere
interpretati da veri italiani. A proposito degli attori, Chris Rock è
sempre stato un buon attore, e se avesse continuato a fare solo quella
strada sarebbe stato meglio, soprattutto quando poi dici cavolate. Una
stagione che mi ha soddisfatto, tutto sommato, ma inferiore alle
precedenti (anche rispetto alla terza). Voto: 7
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