Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Dopo dieci stagioni la stanchezza inizia a farsi sentire tra i fotogrammi di questa serie e, credetemi, mi dispiace dirlo (passi la nona stagione solo per gli anni '80). Stavolta si divide in due e stante le trame è una scelta tanto saggia quanto forzata: entrambe le storie non ce la avrebbero fatta a reggere una intera serie (forse inserirle nelle Stories, diluendole, sarebbe stato meglio), ma procediamo per ordine. Red Tide, ancora si parla di vampiri? Ma davvero? Ok, in questo caso si tenta di far vedere i succhiasangue sotto una luce nuova ed alcune idee originali ci sono, ma non bastano per svecchiare un argomento trito e ritrito. Fa piacere rivedere l'ex bambino terribile Macaulay Culkin, ma se ci pensa un attimo ci si accorge che la storia sarebbe andata avanti lo stesso senza il suo personaggio e quello interpretato da Sarah Paulson. Death Valley, per la prima volta in AHS si affronta apertamente il tema degli alieni ed è spassoso vedere come gli sceneggiatori si siano divertiti a giocare con la storia americana dagli anni '50 ad oggi e non mancano momenti inquietanti, ma la tutta la parte ambientata in tempi odierni è a dir poco scialba, con quei quattro ragazzetti davvero odiosi ed un finale banalissimo. Insomma al netto del sangue che scorre a fiumi anche questa serie si rivela molto meno politicamente scorretta di quello che vorrebbe far credere. Non la peggiore, ma la inserisco tra le stagioni no. Voto: 5,5
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