Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/11/2020 Qui - Sky si rituffa (dopo ZeroZeroZero) nel crime drama più graffiante con questa serie, nuova produzione Sky Original creata dal maestro dell'action-fighting Gareth Evans già mente dietro il franchise The Raid, una serie che supera in violenza e qualità quella basata sul romanzo (ultimo) di Saviano. Infatti, echi di Gomorra - La Serie (in questo caso difficile superare), Il Padrino e di un certo cinema di movimento che vede in Evans ma anche in Taylor Sheridan i suoi principali interpreti moderni. Il tutto converge in una prima stagione che è un viaggio nel cuore più nero e multietnico di Londra. Una prima stagione che può fare la gioia di tutti gli appassionati di cinema action (quella mia l'ha fatta), con le sue nove ore e mezza di adrenalina pura e criminalità. Al netto di qualche scivolone narrativo e di qualche personaggio poco a fuoco infatti, Gangs of London è un prodotto da premiare, assolutamente consigliato se non si è particolarmente sensibili al sangue e alla violenza, se si apprezza un certo cinema d'azione che strizza l'occhio a Oriente. Girato con inventiva e grandi mezzi (tecnicamente è ineccepibile), Gangs of London tiene non a caso elevata la tensione quasi costantemente, tra infiltrati, coperture che saltano, amori pericolosi che nascono, bugie, parole date e ritirate, ovviamente tradimenti (la storia è articolata e non priva di sorprese). Gangs of London mostra dove si può arrivare nel nome del profitto, entrando nei meccanismi delle alleanze, durevoli e non. Si mescolano le razze, a ribadire come la nefandezza della violenza non ha confini geografici o continentali. In questo senso, e parlando quindi di "mostri", la serie evita di empatizzare e non salva nessuno, coinvolgendo il coinvolgibile e inventando un finale che farà da preludio a una seconda stagione. Probabilmente sarebbe stato meglio mettere il sigillo a una storia del genere, non lasciando prevalere l'ambiguità e la necessità di prolungare la vita del marchio con un'altra stagione. Come altre serie insegnano, non sempre si riesce a mantenere lo stesso livello di interesse. Il cast è scelto con cura e maestria e la serie in ogni caso, al netto di qualche difettuccio, è (al suo primo giro) una piccola perla. Voto: 7
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