mercoledì 27 novembre 2019

The Passage (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/11/2019 Qui - Guardando la prima stagione della serie Fox The Passage, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un prodotto che strizza un po' l'occhio a TWD e un po' alla serie targata Guillermo del Toro The Strain. Un virus proveniente dalla Bolivia che trasforma le persone colpite in vampiri succhiasangue. Vampiri che possono comunicare sia tra loro che con le persone non infette. A combattere questa minaccia un team di scienziati che in questo virus sperava di trovare una cura definitiva a tutte le malattie. A guidarli sono il Dottor Jonas Lear (Henry Ian Cusick di Lost) e la dottoressa Nichole Sykes (Caroline Chikezie). Legati a questa vicenda sono anche i due protagonisti della serie, ovvero l'agente federale Brad Wolgast (Mark-Paul Gosselaar) e la giovanissima Amy Bellafonte (Saniyya Sidney). Il team di scienziati infatti dopo alcuni esperimenti su condannati a morte che per sfuggire all'esecuzione hanno deciso di fare da cavie per l'esperimento chiamato Noah iniettandosi il virus per studiarne gli effetti, ha trovato in Amy la possibile soluzione finale. Una persona molto giovane difatti potrebbe controllare l'effetto del virus in modo da limitarne/annullarne gli effetti collaterali. Saranno però alcuni effetti non considerati e la particolare abilità di coloro già infettati a rimettere tutto in discussione e a portare con sé gravi conseguenze per tutti. Virus, trasformazioni, mutazioni, cure e succhiasangue. Ecco gli ingredienti principali di The Passage. Tipici ingredienti, che vanno dall'horror al fantasy e al thriller, anche troppo tipici, perché anche se in questa prima stagione è però forte il fattore umano, quello dei legami tra i vari personaggi, in particolar modo quello che lega l'orfana Amy all'agente Wolgast, sconvolto da un passato familiare molto triste, quello tra Amy e uno degli infetti, lo scienziato Tim Fanning, personaggio chiave di questa stagione, e ultimo, ma non per importanza quello tra il collega di Wolgast, Clark Richards (Vincent Piazza) e un'altra cavia, la bionda sexy Shauna Babcock (Brianne Howey), tutto è stato già visto. E come se non bastasse ciò, a farla da padrone in questa serie dove almeno fortunatamente i vampiri non brillano come in Twilight (hanno la pelle liscia quasi fosse una guaina e somigliano un po' a quelle salamandre strane che si trovano nelle foreste pluviali, il loro vomitare sangue richiama invece altri vampiri già visti in televisione) è la prevedibilità, quest'ultima in aggiunta ad una dose massiccia di stupidità.
I personaggi (che agiscono esattamente come ci si aspetta da loro) fanno infatti cose stupide. Ma non è tutto, il problema di questa serie è che già all'inizio, quando la stessa protagonista spiega un po' cosa accadrà, sai già come andrà a finire, a schifio. E insomma di originale praticamente pochissima roba, in tal senso basta vedere la fuga di Amy e Brad che sembra ricalcare quella che fa Eleven in Stranger Things, per rendersene conto. Ed è così che la prima (ed unica fortunatamente) stagione non riesce a convincere. Una stagione che tuttavia si lascia guardare seppur senza mostrarci appunto un qualcosa di nuovo e diverso da serie già citate e che si lascia guardare anche non presentando episodi particolarmente riusciti e degni di nota, neanche l'ultimo, che lascia presagire un piccolo cambio di rotta per questa serie tratta dall'omonimo romanzo di Justin Cronin, cambio di rotta che però fortunatamente non vedremo, la serie è stata infatti cancellata. La sensazione ultima è infatti quella che The Passage, serie pur ben concepita, non solo non abbia un suo posto nel mondo, rimanendo in un limbo che non la differenzia da altri prodotti simili già ben più noti e di successo, ma sia una delusione e uno spreco di soldi ed energie. Quelle della sviluppatrice Liz Heldens (Friday Night Lights, Mercy) e dei produttori Ridley Scott (sì proprio lui, ormai non ne azzecca più una) e Matt Reeves (un passo indietro per lui dopo l'ottimo The War - Il pianeta delle scimmie). Perché a volte non bastano le buone intenzioni, le buone basi (stando a molti) di un romanzo (a quanto pare) di successo, non bastano le buone interpretazioni del cast a salvare qualcosa di così mediocre. Le interpretazioni dei protagonisti infatti, soprattutto Mark-Paul Gosselaar e Saniyya Sidney (giovane attrice americana conosciuta soprattutto per i suoi ruoli nella serie American Horror Story: Roanoke e nei film Fences e Hidden Figures) non possono di certo modificare la trama "ribelle" e il tono debole di The Passage, una serie forse inutile a parer mio. Una serie che se proprio si vuole, può essere vista, ma con le dovute pinze, anzi, tenaglie, perché è davvero poca roba. Voto: 5

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