Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/11/2019 Qui - Dopo la visione della seconda stagione di Knightfall, purtroppo si devono confermare tutte le perplessità e i dubbi suscitati dalla prima stagione (qui la recensione). Pur rimanendo una piacevole e scorrevole fiction di ambientazione medievale (riuscendo a coniugare scene di battaglia adrenaliniche ed emozionanti con sequenze di dialogo ben strutturate, alimentando una trama precisamente intessuta, fatta di intrighi e giochi di potere), la serie di History Channel (che riprende esattamente dal finale della precedente, che vedrà due fazioni ben schierate: da una parte i Templari e dall'altra re Filippo IV con i suoi figli) dimostra di essere stata realizzata all'insegna della massima inverosimiglianza storica, nonostante il tentativo di incanalare la vicenda in un serrato alternarsi di battaglie, duelli, agguati e assedi che accompagnano il doloroso percorso di redenzione del Templare Landry, degradato dall'Ordine per via dei suoi numerosi peccati. Tutte le storyline alternative vengono sbrigativamente accantonate, a cominciare dal mistero del Santo Graal che si è visto nella prima stagione, infrangersi contro un albero per mano di Landry, per concentrarsi sulla rinascita e vendetta del protagonista nei confronti di un Re Filippo sempre più odioso e furente. Il famoso processo ai Templari ci viene presentato in maniera puerile e frettolosa (nella realtà il processo durerà 7 anni), tra roghi e fantasiose torture pseudo-medievali. Nel voler favorire ad ogni costo una narrazione scorrevole e semplicistica, si rinuncia a qualsiasi forma di vero pathos sulla tragica fine dei cavalieri Templari. E anche quegli aspetti più misteriosi ed esoterici che fanno parte della leggenda templare vengono trascurati o banalizzati in Knightfall. Privati del loro nemico storico, in Knightfall vediamo i Templari, con Landry in testa, battersi con i nemici più improbabili: dopo i mercenari russi (e ninja) entrano in scena i fantomatici Luciferiani, una sorta di setta satanica che si nasconde nelle foreste circostanti. Quindi, dal punto di vista storico non ci siamo.
Credo che i produttori desiderassero fare appassionare gli spettatori ai personaggi principali e sicuramente ci sono riusciti. Anche se per farlo, hanno rovinato la trama, una trama sempre più banale e scontata mano a mano che gli episodi si susseguono. I colpi di scena non esistono, il pathos nemmeno. Tuttavia, e nonostante le doverose precisazioni sulle libertà che si prende la serie tv di History Channel (che comunque all'inizio di ogni puntata chiarisce l'adattamento storico effettivo), la parte che riguarda la "rinascita" di Landry (alias Tom Cullen), dopo aver toccato il fondo, raggiunge una certa contenuta (e senza troppa magniloquenza) "epicità", grazie anche all'introduzione di un nuovo personaggio "forte", il Templare veterano Talos, interpretato da Mark Hamill, che nel classico ruolo del "sergente di ferro" di tanti film bellici, contribuisce a riportare sulla retta via il cavaliere penitente. Anche se talvolta la banale sceneggiatura lo utilizza come "Deus Ex Machina" per sbrogliare situazioni difficili (come Deus ex machina vengono anche utilizzati in Knightfall i Cavalieri di San Lazzaro), il personaggio di Mark Hamill risulta convincente con quell'aura da Jedi. E così alla fine Knightfall rimane un buon "action" medievale con qualche combattimento ben coreografato ma risulta nel complesso uno spettacolo un po' piatto. L'interessante e poco sfruttato contesto storico, costituito dall'epopea dei Cavalieri Templari viene trattato in maniera un po' inadeguata e superficiale. La giusta commistione di elementi storici, romanzeschi e fantasy vista nella serie Vikings, in Knightfall è poco riuscita. Se History Channel ha in programma una terza stagione è meglio che cambi totalmente registro, magari spedendo Landry a combattere nella penisola iberica per partecipare alla "Reconquista" contro i Mori, i nemici di sempre degli ordini cavallereschi. Voto: 6
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