Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2021 Qui - Molto meglio (ma non troppo) di Chiamami col tuo nome (nel senso che
quest'ultimo era mediocre). Storie di adulti e adolescenti che si
intrecciano nello scenario di una base Nato americana in Italia
nell'anno 2016. La sensualità della pianura e delle zone fluviali e
lacustri, l'erotismo dell'estate, l'adolescenza e il corpo, peccato che
dopo il quarto episodio tutto scivola nella noia e la miniserie (per
fortuna non serie) si trascina a stento verso il finale. Si apprezza
sicuramente il contenuto e la forma (apprezzabile il cast), ma ci sono troppi temi che si
sovrappongono. Già sono fastidiosi gli sfasamenti temporali (qui
fortunatamente assenti) e il sovrapporsi di linee narrative, una per
personaggio (dato che la coralità e le "quote" di rappresentanza
sembrano essere l'unica costante stilistica da anni a questa parte), in
We Are Who We Are (co-creata e diretta da Luca Guadagnino, che chissà se
mai riuscirà a convincermi, per HBO e Sky Atlantic) c'è
il ragazzo gay
(con genitori lesbiche) che forse non lo è, la ragazza afroamericana
ribelle che vuole cambiare sesso o forse no, c'è il soldato francese
bisessuale o forse no, c'è l'ombra lunga di Trump, la morte in
Afghanistan e il figlio di un maggiore che si sta convertendo
all'islamismo con aria di attentato, francamente troppo. Doveva finire
alla quarta puntata, o essere un bel film. Così invece, neanche la
sufficienza piena raggiunge. Voto: 6--
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