Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2021 Qui - Nel suo intreccio thriller (abbastanza classico ma non banale), Mare of Easttown (Mare è il nome della protagonista), miniserie ideata da Brad Ingelsby e
diretta da Craig Zobel per HBO e Sky Atlantic (si ricordi del regista statunitense per The Hunt), esplora i territori fangosi della sociofobia in
modo diretto, spietato e senza remore, dipingendo una provincia
americana martoriata dalla paura, dai pregiudizi morali e inasprita
dalla disillusione. Kate Winslet (qui poliziotta che deve risolvere il
caso di una ragazza scomparsa, nonché quello del misterioso assassinio
di un'altra, e al tempo stesso evitare che la sua vita vada in frantumi)
recita con una potenza e al contempo una sottigliezza da annientare
quasi tutto ciò che la circonda, dal cast alla storia stessa. Tutta la
narrazione ruota infatti attorno al suo personaggio, peraltro non privo
degli stereotipi tipici dell'agente di polizia con trauma e insofferente
alla disciplina. La messa in scena è curata e il talento dell'attrice
rende meno gravoso questo sbilanciamento che rende quasi accessorie
tutte le altre figure ma si avvertono forzature e alcuni passaggi
lasciano perplessi, ciò soprattutto nello script. La sceneggiatura
difatti, e paradossalmente, è meglio centrata sulle dinamiche
drammatiche (e familiari) che su quelle investigative, giacché appunto
lascia a desiderare. La risoluzione, ad un occhio più attento, è più
semplicistico di quanto sembri. Però l'ottima prova della Kate Winslet (vincitrice non per caso di un Emmy poche settimane fa) e la
perfetta ambientazione valgono la visione. Voto: 6,5
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