venerdì 22 settembre 2023

Le terrificanti avventure di Sabrina (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - Io sono un fan di Sabrina Spellman fin da piccolo, ho adorato il cartone animato, la vecchia serie tv comica degli anni '90 e non potevo non dare una chance anche a questa serie. Essendo io, più che fan, spettatore (in cui presto ritornerò), anche di Riverdale, di cui questa serie è uno spin-off (anche se hanno ambientazione, stile, emittente e storia molto differente), dovevo assolutamente vederla. E' tratta quindi anch'essa dai fumetti di Archie Comics. Inizio dicendo che è tutto, e completamente, diverso, forse troppo per quello che invece m'aspettavo. Per questo e per altri motivi, la serie in generale non mi ha convinto pienamente, tuttavia l'ho trovata godibile. È una serie tv leggera, ma che cattura grazie al fascino dell'esoterico che in maniera naturale accompagna episodio dopo episodio. Forse un po' troppo teen, con dinamiche adolescenziali molto accentuate. Il telefilm, la storia in generale, ha un sapore più cupo, dark e horror. Un mix tra lo stile delle nuove serie tv (dove la stagione, o parte, dura solo 10 puntate e gli episodi seguono precisamente una trama lineare e specifica) e il telefilm di Buffy (costellato da ragazzi alle prese con un'amica davvero speciale e che deve vedersela con forse oscure e infernali). In equilibrio tra modernità (molte allusioni gay friendly), atmosfere classiche anni '80 (con molte citazioni a film horror famosi dell'epoca), ironia (il divertimento non manca mai con le due zie di Sabrina) e horror (con molte scene inquietanti e, spesso, anche splatter). Il tutto orchestrato da un buon ritmo ed una colonna sonora efficace. Insomma, siamo di fronte ad una Sabrina più matura, cattivella e dark. E seppur continuo a preferire quella vecchia, non mi è dispiaciuta nella sua totalità. Il finale però non mi è piaciuto, ad ottime puntate si alternano altre mediocri, ma in fin dei conti mi sono divertito (Salem ahimè poco utilizzato). Voto complessivo: 6,5

Perry Mason (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - La seconda stagione di Perry Mason è una grande conferma. Restituisce allo spettatore le atmosfere giuste, con un'accurata attenzione per il lato estetico oltre a quello narrativo. La messa in scena continua a regalare una Los Angeles fumosa e noir, mentre il caso che attraversa le otto puntate è ancora una volta appassionante e reitera vecchie e nuove tematiche come la discriminazione razziale, la disparità sociale e la fiducia nel sistema legale. Una seconda stagione che propone piccole ma significative variazioni rendendo il valore complessivo della serie se possibile ancor più elevato. Sotto più di un aspetto, un'operazione davvero notevole. La serie con protagonista l'eccellente Matthew Rhys conferma infatti tutto il buono che c'era nella prima annata ed anzi consolida la propria scrittura in una stagione coinvolgente e profonda. Quest'ultima si mantiene d'ottimo livello anche in questa stagione e permette di capire qualcosa di più sui personaggi, sia quelli già noti che quelli il cui ruolo s'espande maggiormente. Perry Mason difatti, a discapito della cancellazione che certamente non ha nulla a che vedere con il versante qualitativo della serie, si conferma una produzione intrigante e pregna di fascino. E la seconda stagione fa davvero di tutto per rendere ancora più saldi e convincenti i suoi punti di forza. Tuttavia ogni lato positivo ha un suo corrispettivo deludente: la parte centrale della stagione è troppo macchinosa e la gestione degli accusati è mediocre se non proprio discutibile, il setting troppe poche volte diventa centrale e secondo protagonista, limitandosi a meravigliose cartoline. Un'ottima serie, insomma, con del potenziale sprecato, ma che comunque riesce a rendersi pregna, meritevole di lodi. Voto: 7

She-Hulk: Attorney at Law (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - I Marvel Studios presentano l'avvocatessa-supereroina She-Hulk, cugina di Bruce Banner, facendola diventare protagonista di una serie tv che, più che gettarsi (indispensabilmente) nell'action, si concentra (malamente) sull'attività forense della protagonista scegliendo, come protagonista (giustamente), la simpatica Tatiana Maslany. Occasione persa però per realizzare una serie dosando bene ironia, azione e serietà quando, come in alcune occasioni, non c'è niente da ridere. Qui invece, dopo un inizio anche simpatico, aiutato dalla presenza di un Hulk di media grandezza pacato e prodigo di consigli, l'ironia, tendente alla pagliacciata e all'assurdo (l'apoteosi è nell'ultimo episodio), prende il sopravvento, travolgendo tutto e facendo sbracare il prodotto. Un prodotto di cui non si può parlar male degli effetti speciali, che lasciano (specie quelli della protagonista) parecchio a desiderare. Peccato, perché l'idea dell'avvocatessa verde non era poi così male. Serie simpatica, che gioca con le regole stesse del genere e più in particolare con il MCU. Fa sorridere spesso anche se, considerata la natura del prodotto (con frequenti e bislacche rotture della quarta parete), è difficile appassionarsi alla trama. Molto brava e ispirata la protagonista, un po' troppi i cameo di altri personaggi della saga, quasi come a poter richiamare quanti più aficionados possibili. Gradevole ma non indispensabile. Voto: 5,5

American Gods (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - Dopo essermi già perso tra gli intrighi ed i misteri di Sandman e dopo aver viaggiato al fianco di Crowley e Aziraphale in Good Omens (di cui seconda stagione a breve vedrò), mi sono trovato davanti American Gods, in modo del tutto inaspettato, ed inaspettatamente mi sono ritrovato a vedere un prodotto che parte a razzo e finisce a "si capisce". Dal romanzo di Neil Gaiman una serie dal concept grandioso, realizzata con eccezionale immaginazione visionaria e con gli interpreti giusti (si distingue Ian McShane). Un affresco affascinante delle imprese che oppongono le divinità storiche a quelle inquietanti dei nostri tempi e una trama giustamente complessa ed avvincente. Purtroppo, le belle parole di cui sopra valgono per la prima stagione, non certo per una seconda piuttosto moscia e inconcludente, che si stiracchia in modo ripetitivo e con pochi sussulti (solo qualche isolato momento, qualche scena). Se con il cambio di showrunner si sperava in qualche modo di invertire la rotta, vedendo esaudite le promesse di un American Gods che tornava alle origini, ciò non è successo. Nonostante un piccolo miglioramento rispetto al caos della seconda stagione, la terza non riesce ad invertire il trend negativo, anche per la defezione di parte del cast. Accolta con rassegnazione e scarso interesse, American Gods 3 ha segnato il fato di una serie che poteva e doveva dare di più. Di una serie stilisticamente e concettualmente ineccepibile, ma narrativamente e spiritualmente discutibile. Davvero un gran peccato. Voto complessivo: 6