venerdì 21 giugno 2024

Yellowjackets (1a & 2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Ispirata a Lost, ecco la versione femminile de La società della neve, che si rivela interessante ma tendenzialmente ripetitiva, con salti temporali che esplorano gli stessi eventi da prospettive diverse. Questa tecnica, seppur utile per "allungare il brodo", crea una serie che mantiene un certo equilibrio tra i generi (dramma, survival e thriller con spruzzate d'horror) e a livello narrativo, ma rischia di annoiare lo spettatore con la ripetizione degli stessi eventi. La prima stagione getta comunque delle buone basi e delle buone aspettative per la stagione successiva. Una stagione, la seconda che, sebbene leggermente inferiore in termini di prestazioni, presenta dei momenti di forza e segue la struttura narrativa della precedente con due linee temporali. I migliori di questi momenti si trovano nella linea temporale del passato, mentre quella del presente risulta più debole, con una trama poliziesca meno avvincente e personaggi meno sviluppati (notevoli tuttavia le prove attoriali delle tre "grandi nomi"). Il finale cerca un colpo di scena scontato, ma lo realizza goffamente. Si percepisce ancora l'intento di dilatare la narrazione, il che non è positivo. Una terza stagione sembra inevitabile, ma a mio avviso dovrebbe essere l'ultima. Voto: 6,5 [Paramount Plus]

La caduta della casa degli Usher (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La miniserie di Mike Flanagan è un'ottima reinterpretazione delle opere di E. A. Poe, trasportate con maestria ai giorni nostri, mantenendo lo spirito originale e tessendo una rete di riferimenti. È una narrazione intelligente e affascinante, ricca di critiche verso la società capitalista e l'industria farmaceutica. Considero questo il suo miglior lavoro, con episodi che variano in bellezza ma rimangono di alto livello. Flanagan ha l'abilità di inserire elementi inquietanti e "scomodi", mescolati a momenti di sarcasmo (forse involontari, ma so che alcune scene mi faranno sorridere). In questa miniserie, ha raggiunto l'apice grazie a inquadrature e ambientazioni eccellenti, e un cast (che varia di alcuni elementi ma rimane immutato) che si esibisce (talvolta più che in altre occasioni) in modo impeccabile. Carla Gugino, nonostante il limitato tempo a schermo, riesce a dare vita al suo personaggio cruciale in maniera impeccabile. Anche il resto del cast non è da meno, interpretando le diverse personalità della famiglia Usher in modo tale da non farci tifare per loro. La violenza è un tema ricorrente in questa famiglia mentalmente instabile e piena di vizi. La durata della miniserie è adeguata e, anche se a volte sembra dilungarsi, un evento significativo rinvigorisce la trama. L'esperienza è molto piacevole, anche dal punto di vista ludico, grazie a sequenze horror ben realizzate. Flanagan naviga abilmente tra diversi piani temporali, rendendo il racconto fluido. Ogni dettaglio è curato attentamente, con un uso del colore che rende ogni episodio unico. L'episodio finale non risponde a tutte le domande e non tutto è perfetto, ma è un'opera magistrale che, con un po' di attenzione, cattura completamente. Voto: 7,5 [Netflix]

True Detective: Night Country (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Non è il True Detective di Nic Pizzolatto, bensì quello di Issa Lopez, ed è evidente. Una stagione debole che tenta di eguagliare la gloria della prima e inimitabile stagione, ma che non riesce a raggiungere quel livello di qualità (mi ha fatto pensare, negativamente, a Fortitude, che si è rivelata una delusione). La coppia di agenti deve districare un caso al limite dell'assurdo e trovare una soluzione realistica. L'inizio segue la tradizione della serie, evocando John Carpenter e un senso di orrore indefinito alla H.P. Lovecraft, sostenuto dalla notte artica perpetua (ambientazione che richiama a varie serie e pellicole di genere) e dai magnifici paesaggi naturali, ma dopo l'incipit si sviluppa una serie statica che tocca molti temi (questa stagione è la più esplicitamente politica e apertamente un manifesto femminista), senza però lasciare un'impressione duratura. È necessario attendere il finale del quinto episodio per risvegliarsi dal torpore. Purtroppo, la sceneggiatura non funziona. Gli episodi sono lenti e sovraccarichi di sotto-trame. Il finale migliora leggermente la narrazione, e nonostante ci sia un buon approfondimento dei personaggi e funzioni (Jodie Foster è perfetta nel ruolo), non è però sufficiente per rendere la stagione (la prima stagione a portare un sottotitolo) un minimo memorabile. Una stagione che, nel tentativo di differenziarsi, mette da parte tutti gli elementi narrativi e atmosferici che avevano reso interessanti (in modi diversi) le prime tre stagioni. Un vero peccato, decisamente la peggiore delle quattro. Voto: 6 [Sky Atlantic]

Seven Seconds (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La miniserie crime Seven Seconds (che inizialmente miniserie non doveva essere, ma una seconda più non ci sarà) si presenta come piuttosto anonima. Essa può essere suddivisa in due parti: la prima parte ci immerge nel contesto di una realtà degradata, dove temi come il razzismo e il pregiudizio sono fortemente evidenziati e offrono spunti di riflessione attuali. Tuttavia, il problema risiede nella narrazione frammentata e nel disequilibrio dei personaggi. Alcuni, come il sostituto procuratore KJ Harper e il padre della vittima, risultano irritanti e talvolta incomprensibili nelle loro azioni e parole. In contrasto, il personaggio del detective Fish emerge come il più riuscito, mostrando diverse sfaccettature e un'evoluzione significativa. La seconda parte, orientata verso il legal thriller, guadagna in solidità. Complessivamente, la miniserie oscilla tra pregi e difetti. Gli antagonisti mancano di una caratterizzazione memorabile, sono cattivi e basta. Inoltre, la narrazione risulta eccessivamente diluita con forzature nella sceneggiatura (buone invece le atmosfere gelide). Nonostante l'indagine poliziesca serva da filo conduttore per affrontare temi più ampi, alcune scelte narrative sono discutibili. La serie può essere guardata, ma non è essenziale. 5,5 [Netflix]

Echo (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - La serie Marvel Echo si concentra su un personaggio poco noto, esaltando la diversità (la protagonista è sordomuta e monca di una gamba) e celebrando le origini native americane della tribù Choctaw. Tuttavia, al di là delle scene d'azione, la serie delude. Cinque episodi sembrano girare in tondo, appiattendo un personaggio che aveva più sfaccettature come antagonista in Hawkeye. Cinque episodi avrebbero potuto arricchire il personaggio, ma dopo il primo è evidente che Echo serve solo "a riempire", un progetto poco convincente e un investimento mal riposto che non onora né se stesso, né la protagonista, né le comunità che intende rappresentare (per un confronto, Reservation Dogs, che condivide alcuni attori, è la scelta migliore). Azioni senza peso e inseguimenti in moto che sprecano tempo. In definitiva, Echo è una miniserie da guardare in un'unica sessione, ma che si dimentica subito dopo. L'assenza di un'identità estetica coerente e comprimari che eclissano la protagonista, in particolare Vincent D'Onofrio, che nonostante la sua presenza non può compiere miracoli, sono le principali ragioni del fallimento di Echo. A maggior ragione è considerata la peggior serie Marvel dall'epoca di Iron Fist. Voto: 5 [Disney Plus]

Shrinking (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/06/2024 Qui - Un psicoterapeuta in lutto per la scomparsa della moglie rivisita il suo approccio professionale e le relazioni personali e familiari. La serie di Apple, bilanciata tra dramma e leggerezza, vanta personaggi solidi e ben delineati dalla sceneggiatura, rea solo di non essere riuscita a costruire un intreccio più avvincente di quello proposto, che comunque coinvolge e riesce ad interessare. Jason Segel stenta a calarsi nel suo ruolo e a sintonizzarsi con il cast, in particolare con Harrison Ford, che arricchisce la serie con una delle sue interpretazioni più riuscite. Superati alcuni ostacoli però, la narrazione fiorisce in una sequenza di eventi comici e tragici che lasciano un retrogusto agrodolce ma piacevole. Shrinking parte infatti in sordina ma si sviluppa gradualmente, trovando un equilibrio tra dramma e commedia. È una serie che sa emozionare e divertire, lasciando alla fine un'impressione di successo e interesse, nonostante un inizio incerto. In definitiva, è un prodotto televisivo essenzialmente divertente e al contempo significativo, decisamente brillante. Voto: 7 [Apple Tv Plus]