giovedì 24 marzo 2022

Upload (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Nel 2033, se te lo puoi permettere, invece di morire vieni "uploadato" in un paradiso digitale a tua scelta, assistito dagli "angeli" del customer service. Spassoso, pensoso, divertente, intelligente. Davvero bella questa serie Amazon Originals (creata dal Greg Daniels di The Office), che gioca con abilità su più registri, dalla commedia (quasi trash) al giallo, al romance. In mezzo una critica esplicita ad una società sempre più materialista che letteralmente possiede gli individui che praticano l'upload. Una serie che gioca quindi sul campo già coltivato da Black Mirror, riuscendo tuttavia a non risultare del tutto derivativa, grazie appunto al mix di generi di cui sopra. Bravi gli interpreti, nota particolare per Andy Allo, splendida nel ruolo dell'angelo del fatuo programmatore Nathan, uploadato suo malgrado. Le situazioni sono in-credibili (non so ancora per quanto tempo, in realtà), ma, a fronte di alcune cose che non incontrano del tutto i miei favori (come anche la scelta del protagonista maschile: Robbie Amell ha quella faccia inespressiva da bisteccone perfetta per i film d'amore del pomeriggio), il racconto è condito da elementi non particolarmente originali ma molto ironici che, anche grazie al minutaggio contenuto (a parte il primo episodio, gli altri 9 durano non più di 30 minuti) rendono la visione scorrevole e stimolano qualche riflessione di carattere etico e morale. Attendo di vederne una seconda di stagione, che in verità già c'è, giacché pochi giorni fa si è resa disponibile su Prime Video, io tuttavia rimanderò ad altri tempi. Voto: 7

DuckTales (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Nonostante qualche piccola pecca avevo parecchio amato la prima serie e avevo alte aspettative per la seconda. Fortunatamente non sono rimasto deluso e la storia è diventata ancora più intrigante grazie a nuovi personaggi e misteri. La storia riprende da dove era stata interrotta. Qui, Quo e Qua continuano a pensare a Della mentre nuove avventure si prospettano all'orizzonte. Per la prima parte le puntate sono autoconclusive e i personaggi stanno ancora cercando di superare lo shock provocato dalla battaglia con Amelia. Nella seconda il tutto si mette in movimento e finalmente scopriremo qual'e stato il destino di Della. Perché appunto, questa seconda stagione di DuckTales si concentra soprattutto sui personaggi e su come stanno affrontando gli eventi precedenti (e su tutti i personaggi, non dimenticando nessuno). E' inutile infatti dire che le avventure della prima stagione hanno lasciato degli strascichi e persino Paperone ne risente. Tutto poi si complica ancora di più con l'incontro con la sua vecchia fiamma e con il ritorno di Della. E anche Paperino in questa seconda stagione di DuckTales ha finalmente più spazio: scopriamo che è il più responsabile della famiglia, quello che ha dovuto sicuramente lottare di più. Un lavoro pazzesco è stato fatto anche sui personaggi secondari che qui hanno sempre più spazio. Grazie a loro Paperopoli sta davvero prendendo forma e sembra sempre di più una vera città. A tutto questo si aggiunge anche l'avventura principale, la guerra contro il "pianeta" Luna, i cui abitanti che seguono un traditore con manie di conquista che vuole distruggere la Terra. Nel complesso bisogna dire che la saga di questa famiglia disfunzionale continua a funzionare alla grande. Certo, qualche piccolo irrisolto c'è, ma siccome c'è una terza stagione, c'è speranza. Sicuramente, però, bisogna dire che è una delle serie in cui la Disney si è più lasciata andare e non ha avuto paura di parlare anche di argomenti difficili e spinosi. Ed è un chiaro merito, oltre al fatto che il divertimento non manchi mai, difatti è sempre uno sballo tornarci. Voto: 7

Fargo (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Una serie che continua il grande lavoro fatto dai fratelli Coen nell'omonimo film del 1994. Una terza stagione però, a mio gusto, un poco inferiore alle precedenti due per via di alcuni primi episodi un poco noiosi e "diversi" (si pensi all'escursione in California) da ciò a cui mi ero abituato. Fortunatamente nella seconda parte della serie il ritmo si alza e la trama si infittisce prendendo i connotati tipici di Fargo. Una stagione più onirica e surreale delle precedenti (svariati flashback, citazioni operistiche e qualche intermezzo animato), anche più a fuoco lento, con la vicenda che ci mette un po' a carburare, ma tutt'altro che deludente. Anche se si apre con due omicidi efferati, fin dal primo episodio è infatti evidente un cambio di passo rispetto alle prime due splendide stagioni (qui la recensione della seconda). Fargo 3 si prende i suoi tempi nel disporre le pedine sul tavolo da gioco, procedendo come una partitura musicale in crescendo, sulle orme di quel "Pierino e il lupo" di Sergej Prokof'ev più volte citato. La svolta avviene dal sesto episodio in poi, con il precipitare degli eventi e l'entrata in campo del sovrannaturale, con l'ineffabile Ray Wise che questa volta gioca nella squadra dei "buoni", fino ad un finale ambiguo e beffardo (che tuttavia non mi ha convinto del tutto). Confezione di altissima classe anche questa volta (nuovamente ottima la colonna sonora, tra cui troviamo anche il nostro Adriano Celentano nella prima puntata con "Prisencolinensinainciusol"), e anche se non tutti i personaggi convincono pienamente (comunque bene sia Ewan McGregor, nel doppio ruolo dei fratelli Emmit e Ray Stussy, sia la bellissima Mary Elizabeth Winstead, non dimenticando Carrie Coon), il VM Varga interpretato da David Thewlis entra a pieno titolo fra i criminali più ributtanti ed insidiosi mai apparsi sul piccolo schermo. La (stagione) meno riuscita delle tre fino ad ora, e tuttavia pur non raggiungendo i livelli straordinari delle prime due, si mantiene comunque su binari di eccellenza assoluta. Voto: 7,5

A Discovery of Witches (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Dopo una prima stagione melensa e stereotipata, A Discovery of Witches riaccelera, ma così lentamente che spesso s'ingolfa. C'è un freno, di cui risente anche la seconda stagione, e sempre a tratti, è troppo contenuta per una serie del suo genere e che cerca di riportare di moda (se mai fossero realmente tramontati) i vampiri e le streghe, è troppo posata. La seconda stagione "rebootta" leggermente la storia con lo stratagemma del viaggio nel tempo, complici i poteri in evoluzione di Diana, ma rimane ferma su i passi incerti della scorsa. La (nuova) stagione infatti, in pratica finisce un po' come ci aveva lasciato, con nulla tra le mani, ed è un'orribile sensazione. Restano difetti, anche per quanto riguarda la regia e il montaggio. Non bastasse che gli attori principali comincino a vacillare nelle loro (deliranti) performance. Il presente risulta un po' noioso, il passato fortunatamente no, anche se molti sono i punti che non ho gradito (buona la nuova sigla, che sostituisce il ripetitivo voiceover precedente). A Discovery of Witches mi ricorda Outlander che incontra (ahimè) Twilight, in un paragone fin troppo automatico, indice del fatto che la serie dovrebbe spogliarsi delle sue incertezze e distinguersi sempre più. Invece si crogiola su se stessa, ed è un peccato, perché ritengo questa una serie valida, ma che non spicca (il volo). Brava, ma non si applica. Ci riuscirà al giro finale? Difficile crederci e sperarci. Voto: 5,5

Cobra Kai (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - C'è un certo dislivello qualitativo in questa quarta stagione, sempre su livelli buoni ma si nota come la serie cominci a mostrare un po' la corda (alcune scene ben fatte non mancano ma sono aumentate le scene riempitive, atte solo per fare scena, risultando pure forzate). L'idea di fondo non è male, cioè la contaminazione di due stili di lotta opposta e non conciliabile e l'inevitabile smarrimento di studenti che non sanno cosa seguire e cosa apprendere. La rigidità della disciplina espressa dal sensei di turno, diventando un dogma, impedisce un reale percorso di maturazione. Un tema buono, solo che le sottotrame non sono propriamente all'altezza e nella parte centrale la stagione gira su se stessa, senza considerare qualche personaggio secondario che subisce passaggi caratteriali molto repentini e che avrebbero meritato migliore trattamento, invece dei continui tira e molla fra i due protagonisti, stucchevoli alla lunga. Rispetto alle altre stagioni (e quindi anche alla terza), questa mostra una coralità maggiore, tuttavia se non si curano adeguatamente i personaggi, principali e non, le crepe che si notano possono diventare delle falle non indifferenti. Per ravvivare l'attenzione si ripesca dal passato, una scelta (in parte giustificata) ma non del tutto riuscita. In ogni caso, anche se molto altanelante, la stagione comunque intrattiene, ma si spera ritorni sui canoni precedenti e poi chiuda al meglio. Voto: 6,5

La casa di carta (Parte 3)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2022 Qui - Sì, effettivamente non serviva questa parte/stagione, che parte con un pretesto inverosimile (alquanto forzata come scelta) e che si muove sulla falsariga della precedente rapina, con un certo numero di varianti certo, ma non sempre ben messe, ma che tuttavia riesce a tenerti incollato allo schermo fino alla fine. C'è la novità della banda dei Dalì come fenomeno mediatico mondiale e idolatrati dal popolo che attaccano la Banca di Spagna, ci sono gli stessi personaggi con qualche novità, però non proprio all'altezza della precedente. La perdita di Berlino è grave e muoverlo sulla scia dei flashback per ora mi sembra uno spreco oltre ad essere superfluo. C'è poca interazione fra rapinatori ed ostaggi, che era uno dei punti di forza della prima (o prime due) stagione/i, qualche personaggio (es. Arturo) francamente abbastanza inutile e per nulla sviluppato rispetto ai suoi trascorsi. L'intreccio più che all'interno si sviluppa principalmente nelle dinamiche dentro/fuori con una new entry interessante nonchè bastarda come l'ispettrice Sierra (molto buono il suo personaggio). Per cui aldilà del carattere interlocutorio di questa stagione, c'è qualche elemento che non mi quadra se confrontato con quel gioiello che si svolgeva nella Zecca di Stato. L'intrattenimento comunque è garantito e perlomeno questo mi dà il motivo per seguire la prossima, se non altro per vedere come va a finire (anche perché a questo punto si è solo a metà di questo nuovo "colpo"). Per adesso però, La casa di carta messa su dal Professore sembra stia precipitando verso il basso. Voto: 6,5