giovedì 20 ottobre 2022

Bang Bang Baby (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Per creare una serie come questa servono coraggio e spirito visionario, perché condire una vera storia di 'ndrangheta ed oscuro coming of age con punte di trash mai viste, riuscendo comunque ad ottenere un risultato coerente e sofisticato non è cosa da tutti, e impressiona. Bang Bang Baby infatti, è davvero un crime drama tanto difficile da definire quanto godibile per le sorprese che riserva. Un po' coming of age e un po' thriller, questa serie originale miscela sfumature da black comedy in un racconto insieme suggestivo e inquietante e sempre sopra le righe. Femministe con la maschera di CicciolinaPac-Man, fast food d'oltreoceano, tradimenti mortali e classe operaia coesistono in una Italia anni '80 fatta di neon, acconciatore pompate e George MichaelBang Bang Baby raccontando la surreale epopea della giovane protagonista, non può non essere apprezzata anche per il suo tentativo di essere un prodotto italiano in grado di farsi spazio nel mondo. In questo mix di toni e di influenze si inseriscono egregiamente anche gli interpreti che, dalla giovanissima Arianna Becheroni, ai più esperti Lucia Mascino e Andrea Giannini, fino ad arrivare a Dora Romano, che interpreta una nonna Lina capocosca, conferiscono credibilità e respiro ai personaggi all'interno di un racconto ricco di ritmo e in continuo movimento. Certo non tutto è perfetto ed alcune scelte non mi sono piaciute (narrative in certi frangenti, ma quanto è irritante l'amico gay della protagonista?) però alla fine quello che ne esce è davvero sorprendente oltreché eccezionale. Voto: 8-

Love, Death & Robots (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Dopo una seconda stagione deludente in gran parte, ecco la terza, che si rivela (fortunatamente) in crescita rispetto alla scorsa, seppur essa non è priva di difetti. Altri nove episodi che continuano ad affrontare il tema di un futuro sconvolto e imbarbarito, visto da angolazioni diverse, da quella più ironica e scherzosa ("Tre robot", fantastico sequel dal primo volume, "La notte dei minimorti", "Mason e i ratti" e "Morte allo squadrone della morte") ad altre più impegnate e concentrate sulla drammaticità di una sopravvivenza più o meno possibile. Sempre strabilianti le tecniche di animazione, sia quelle più lineari ("La pulsazione della macchina") che quelle che sfruttano al massimo le risorse del digitale, tra queste ultime emerge per la lussureggiante e stroboscopica narrazione e per la minuziosa cura del suono, l'episodio finale "Jibaro" di Mielgo, un'esperienza che colpisce a tutto tondo e fa riflettere sull'enorme potenziale espressivo dell'era digitale. In questo senso non tutte sono completamente riuscite come quest'ultima storia, se abbiamo infatti dei picchi di qualità presentati da alcuni episodi (compreso "Un brutto viaggio", diretto nientemeno che da David Fincher, finora solo produttore), dall'altra abbiamo alcuni decisamente inferiori rispetto al resto degli episodi citati, parlo soprattutto di "Sciame" e "Sepolti in sale e volta", episodi che soffrono per una ridondanza di temi e per scelte stilistiche non appropriate e poco coraggiose. Comunque il giudizio complessivo di questa nuova stagione di Love, Death & Robots è decisamente buono. Voto: 6,5

Moon Knight (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Un timido commesso londinese possiede una doppia personalità: l'altra rappresenta l'avatar di una divinità egiziana che serve sotto forma del vigilante notturno Moon Knight. Uno dei personaggi Marvel meno conosciuti (da me totalmente) protagonista di una (mini)serie a metà tra il film di spionaggio e il classico "superhero movie" con continui rimandi alla mitologia egiziana. Molto affascinante visivamente (personalmente poi mi ha sempre ammaliato la cultura egizia e dintorni) e segnato dalle buone prove di Oscar Isaac ed Ethan Hawke, la serie ha un limite nella complessità (e talora confusione) di una storia troppo ricca di eventi. La partenza è intrigante, e nonostante una quantità notevole di informazioni da elaborare e ricordare, la curiosità dello spettatore viene stuzzicata. Poi però appare chiaro che più di tanto non si potrà ottenere, a parte gli scambi verbali (e non solo) tra i "due", che se non altro daranno un perché al tutto. E anche con l'arrivo della pseudo spiegazione, con tanto di percorso reale e non che porterà il protagonista a una sorta di epifania, sarà inevitabile constatare una certa confusione nella sceneggiatura, con la conferma che la storia in sé alla fine (e di conseguenza la miniserie) non è niente di che. Voto: 6

Billions (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Anche Billions ha subito l'onta della pandemia, e non poteva essere altrimenti, ma l'interruzione forzata ovviamente superata non ha comunque impedito alla show di continuare a prosperare, anche se bisogna ammettere che in questa quinta stagione il "fattore grinta" (brillantemente guadagnato dalle e nelle stagioni scorse, compresa la quarta) un po' si perde. La quinta stagione, che gli effetti del covid subisce, visibili da metà stagione in poi nella sceneggiatura (in questo senso, anche se causa non è dato sapere, vedere Paul Giamatti così drasticamente dimagrito è stato quasi uno shock) è divertente, ma non è priva di difetti. Corey Stoll è impressionante come nuovo membro del cast ricorrente per questa stagione (e sicuramente della prossima, vista l'uscita già preventivata anche per questioni personali di Damian Lewis), ma l'accumulo del suo personaggio è piuttosto stancante, eppure la marcia in più la fornisce proprio lui. I nuovi personaggi interpretati da Frank Grillo e Julianna Margulies, danno allo show più profondità, ma significa anche sacrificare (troppo) alcuni personaggi secondari, che lo show riesce anche a renderli, in certi casi, (incomprensibilmente) insensibili. Nel complesso, la quinta stagione di Billions è divertente, supportata da una recitazione e una produzione sempre buona. E mentre lo spettacolo si sta muovendo rapidamente in una nuova direzione, con l'allontanamento dell'attore protagonista Damian Lewis, ci si aspetta che lo stesso ritrovi (sceneggiatori premettendo) un po' di grinta e solidità perduta. Voto: 6,5

Halo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Tratta da un noto videogioco (anche chi non è particolarmente attento o appassionato dell'universo videoludico conosce Halo, un franchise che di quel mondo ha fatto la storia, a cui tuttavia non ho mai giocato a nessun gioco della saga), la serie (di cui storia tra l'altro cambia abbastanza radicalmente) riesce se non altro a disegnare alcuni personaggi in maniera abbastanza interessante, su tutti la scienziata disgustata dalla lentezza evolutiva della sua specie e la ragazza prelevata e "adottata" dai Covenant. Meno sopportabile, invece, è la ribelle sul pianeta simil Dune. Oltre agli alieni, anche colui che si occupa dei ribelli, seppur tendente al caricaturale, non è male. Nel complesso sufficiente (perché se il lavoro estetico generale è riuscito, la resa dei personaggi e dell'intreccio non tanto), certamente ci si aspettava di più da una produzione la cui scommessa era da far tremare i polsi fin dalla sua ideazione, e per adesso non si può certo dire vinta: neanche persa, però, solo sospesa (eppure Arcane c'è riuscita alla grandissima), ma potrebbe risultare letale portarlo troppo avanti. Voto: 6

L'assistente di volo - The Flight Attendant (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Come nei migliori prodotti, L'assistente di volo sfrutta la seconda occasione offerta da questa nuova stagione, che parte da premesse ancora più iperboliche, ma stranamente convincenti, che si conferma un nuovo thriller frenetico e spensierato in cui, ancora una volta, il mistero da risolvere è Cassie (una Kaley Cuoco ancora più a fuoco e sicura del ruolo), per prendere il meglio dei primi otto episodi e costruirci attorno una storia che indaga, in tono comedy, i temi della dipendenza, della salute mentale e dei traumi, con ironia e intelligenza. L'assistente di volo 2 è infatti una versione più elaborata, complessa e matura rispetto al proprio debutto, pur conservandone tutti quei punti di forza che hanno reso la serie sempre coinvolgente: la regia, il montaggio, la dimensione surreale, i colpi di scena e, soprattutto, lo spessore emotivo. Essa affronta la bellezza dei primi capitoli a testa alta, non deludendo le aspettative e, anzi, donando una storia altrettanto avvincente e appassionante. Il problema è la ridondanza, che gli fa perdere dei punti, ma non troppi. Voto: 6,5