sabato 30 dicembre 2023

Le migliori serie tv viste nel 2023

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 30/12/2023 Qui - E' stata una stagione/annata seriale lunga, altalenante ed intensa, in parte anche estenuante, molto più di altre volte, compresa l'annata scorsa. La stagione ha infatti girato a quota 83 serie per un totale di 107 stagioni complessive, ed ha così generato questa corposa e al contempo snella (poiché avulsa di note aggiuntive od ulteriori riconoscimenti) classifica, una classifica in cui ricordo trovate un'anteprima della recensione stessa (consultabile cliccando). La lista di tutte le serie "buone" e/o "cattive" oppure semplicemente nel mezzo viste quest'anno trovate invece, e come sempre, nella pagina "Serie tv anno per anno dal 2016 ad Oggi" del blog.

26. Un prodotto nel complesso e nel suo genere sicuramente riuscito, senza grandi novità in sceneggiatura o virtuosismi di regia o ancora interpretazioni magistrali, riesce ad essere superiore alla media in quanto le atmosfere sono da brividi ed alcune sequenze spaventano davvero. (7)
25. Una serie tenera e dolce, piena d'amore e battute divertenti, che ci regala una storia interessante e piena di temi attuali. Uno di quei prodotti semplici ma che riesce comunque a lasciare il segno. (7)
24. Ormai il distacco dal libro è completo, però la serie ha successo e si va avanti, solito ritmo, solite cose, ma sempre tutto ben fatto. The Handmaid's Tale in questa stagione, seppur con qualche piccola lentezza narrativa in più, si conferma infatti un gioiello televisivo. (7)

Le peggiori serie tv viste dell'anno (2023)

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 30/12/2023 Qui - Vedendo tante serie (o miniserie) credo sia normale trovare di tanto in tanto qualche prodotto non soddisfacente, è capitato sempre, dall'anno scorso all'anno prima, fino a questo 2023, che me ne ha fatti trovare parecchi, un 10% di tutte le serie viste quest'anno, ma poiché al contempo buoni e/o buonissimi prodotti ho trovato, non mi posso troppo lamentare, solo constatare la norma e presentarvi senza troppi complimenti, le peggiori serie viste quest'anno.


8. Non brutte, ma un po' deludenti e poco convincenti, tra occasioni mancate e sbagliate intenzioni. (5,5)
Nel dettaglio: La seconda stagione di American Horror Stories, la sesta di Black Mirror e l'ottava di The Blacklist; di Killing Eve e The Punisher la serie completa;
le prime stagioni di The Midnight Club e The Idol; le miniserie She-Hulk e The Defenders. 

7. The Miniaturist ti prende in giro con la prospettiva di un vero e proprio mistero, ma offre solo una noiosa soap opera che ruota attorno a un gruppo di personaggi apparentemente progettati da una commissione per la diversità della BBC. (5)

sabato 16 dicembre 2023

Odio il Natale (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Una serie tenera e dolce, piena d'amore e battute divertenti, che ci regala una storia interessante e piena di temi attuali. Uno di quei prodotti semplici ma che riesce comunque a lasciare il segno. Una serie fresca e leggera, ma capace anche di far riflettere sull'importanza di trovare il proprio posto nel mondo, seguendo le proprie aspirazioni. Una commedia vera, onesta e spontanea in cui la completa rottura della quarta parete (simil Fleabag) si rivela una scelta vincente. Adattamento di Natale con uno sconosciuto, serie norvegese che non ho (ancora) visto, Odio in Natale segue Gianna (una perfetta Pilar Fogliati) nei 24 giorni che la separano da quella cena in famiglia, tra app di dating, grossolani errori di valutazione, notti di sesso liberatorie e svariati dubbi. Non mancano passaggi rivedibili ed altro, nonostante ciò, ecco un prodotto italiano di buona qualità e dalla scrittura intelligente, capace di parlare a tutti, di esaltare le ambientazioni nostrane e di lasciarci con la voglia di continuare a scoprire il favoloso e bizzarro mondo di Gianna nella già pronta seconda stagione. Voto: 7

Julestorm - La tempesta di Natale (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Per-Olav Sørensen realizza una miniserie dal sapore natalizio ma con una personalità particolare. Andando oltre gli stereotipi del genere proposti dal cinema americano, tratteggia un racconto più minimale dal punto di vista espressivo ma non meno importante o coinvolgente. L'essenzialità narrativa nordica, infatti, trova il giusto compromesso con le emozioni e le atmosfere tipiche del periodo per un viaggio all'interno delle umane debolezze. Sei episodi in cui una girandola di personaggi è bloccata da una tempesta di neve in aeroporto a Oslo. Le loro storie si intrecceranno, fino a rivelare i lati più intimi della loro personalità e della vita, il tutto ricercando una riflessione, semplice, su cosa sia davvero il Natale. L'atmosfera è leggera, ma l'emozione è tanta. Una miniserie delicata e commovente, che funziona nella sua apparente semplicità. Imperdibile a e per Natale. Voto: 7+

Dash & Lily (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Una dolce serie sulle gioie e le solitudini delle feste che riempie il cuore, scalda gli animi e ci immerge in sfide coraggiose, come il sorprendere improvvisamente un pubblico di lettori Strand con il canto puntualmente stonato. Una storia leggera che trasmette una buona dose di ottimismo e di fiducia nei confronti del prossimo. Peccato solo per alcuni difetti insiti nell'opera, tra cui una piattezza contenutistica di fondo e un ritmo (soprattutto durante la seconda metà stagione) incapace di catturare pienamente l'attenzione. Un altro appunto che si può rivolgere alla serie è il finale abbastanza sbrigativo. Rispetto al resto degli episodi, il lieto fine (ovviamente) non soddisfa a pieno: relegato agli ultimi minuti, sembra lasciare più un senso di vuoto che emozioni (in questo senso dispiace finisca tutto qui). In ogni caso Dash & Lily è una commedia romantica di Natale ben costruita, scorrevole e tutto sommato godibile. Molta della sua forza risiede sicuramente nell'ambientazione newyorkese, ma sono apprezzabili anche i due attori protagonisti. Bella, e perfetta da consumarsi a Natale. Voto: 7

Nuovo Santa Clause cercasi (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Nuovo Santa Clause cercasi continua le avventure natalizie di Scott Calvin nei panni di uno dei Babbo Natale più amati del cinema recente. Dopo un terzo capitolo dimenticabile, l'approdo sul piccolo schermo sembra funzionare e riportare quella magia tipica della festività invernale che aveva contraddistinto il primo film del 1994 (qui la recensione), così come una simpatica riflessione sulla terza età e il ricambio generazionale. Tim Allen nei panni di Babbo Natale scatena l'effetto nostalgia, ma la serie Disney Plus riesce anche a fotografare la nostra epoca complessa, disillusa e meno avvezza alla magia (già pronta la seconda stagione). Per questo, e per tanto altro, impossibile parlar male (nonostante ce ne sarebbero di cose da dire), meglio lasciarsi trasportare, tornando a sorridere rievocando la propria infanzia, e non c'è nulla di più bello che rendere felice il bambino che è in noi, soprattutto a Natale. Voto: 6+

Loki (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Dopo la (in parte) deludente prima stagione ero arrivato tiepido all'esordio di questa seconda stagione, che invece si è rivelata meglio di come mi aspettavo, uno crescendo sorprendente ed efficace. La serie prende tutto quanto di buono fatto precedentemente, cancella le stonature e amplia ancora di più i suoi orizzonti. Nonostante un blocco di episodi centrali inutilmente complicati e tutto sommato abbastanza superflui, e una gestione dei personaggi (protagonista a parte) piuttosto pigra, la seconda stagione di Loki porta a casa il risultato grazie ad un finale potente ed emozionante, che chiude in modo più che soddisfacente tutta la trama relativa alla TVA, lasciando aperte alcune interessanti prospettive per il futuro dell'MCU (su tutte il nuovo ruolo del dio norreno). Voto: 6,5

Ahsoka (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Ex allieva di Anakin Skywalker, Ahsoka Tano cerca di contrastare le forze ribelli che si oppongono alla neonata repubblica galattica. Ennesimo prodotto della "galassia" cinematografica e televisiva di Star WarsAhsoka introduce in live action un interessante personaggio femminile intorno a cui si sviluppa una storia che, anche se non troppo originale, è piacevole da seguire. Una miniserie che alterna momenti di azione concitata ad altri più brillanti legati alla presenza di personaggi ben tratteggiati come il droide Huyang e villain di spessore (ottimi come sempre gli effetti speciali). Un prodotto estremamente curato, sia tecnicamente che narrativamente, insieme a The Mandalorian è il prodotto che mette tasselli fondamentali per il proseguo della Storia, in questo senso risulta quindi godibile, agli appassionati, ma non solo. Non perfetta ma con tanto cuore, fan-service ben fatto ed in grado di ricordarci cosa sia Star Wars. Voto: 6,5

American Horror Stories (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Anche questa stagione di American Horror Stories si conferma, purtroppo, una grande delusione. I lati negativi sono molti, e probabilmente il più grave è la sceneggiatura quasi mai curata e con gravissimi problemi che diventano sempre più noti nel corso degli episodi (ogni tanto tornano gli attori più ricorrenti come Denis O'Hare o Cody Fern, ma la maggior parte sono attori "nuovi", non del tutto ahimè buoni). Esclusi da questi gravi problemi sono sicuramente i primi due episodi, che hanno una sceneggiatura notevole e un perfetto lato tecnico, accompagnati da delle ottime colonne sonore (anche se il finale "collegato" del primo e la poca originalità del secondo gli fanno perdere punti). Ma per il resto, come detto, questa seconda stagione si mantiene sui livelli di mediocrità (generale) della prima. Purtroppo spesso ci sono finali "brutti", e il peggiore di tutti è l'ultimo episodio del lago, brutto davvero. Voto: 5,5

The Idol (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Sam Levinson questa volta inciampa, ma non cade, poiché anche se i problemi della serie sono molteplici, dopo prodotti quali EuphoriaMalcolm & Marie, con The Idol dimostra nuovamente di possedere delle doti registiche e stilistiche non indifferenti. Semplicemente, un'occasione persa. Ad un soggetto interessante, infatti, si affianca una sceneggiatura che, complici determinati problemi, non riesce a lasciare il segno, risolvendo velocemente, e in modo confuso, tutti gli intrecci creati nella prima parte della narrazione. Merita attenzione, però, l'ottima interpretazione di Lily-Rose Depp (sexy e disinibita come nessuna). E nonostante i numerosi difetti, The Idol è un prodotto godibile, che grazie a musica e fotografia compone alcuni fotogrammi difficili da dimenticare. Ed a proposito della musica (Abel Tesfaye in arte The Weeknd ci mette bene la zampa), si tratta di una colonna sonora di veri talenti, a metà tra il disturbante e il piacevole, un perfetto connubio di emozioni diverse, esattamente quelle che scatena The Idol durante la sua visione, di una serie davvero particolare. Voto: 5,5

Peacemaker (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Discreto "telefilm" dove la mano di James Gunn si vede sia nella regia (nelle prime puntate dove è regista) che nella sceneggiatura con personaggi ben caratterizzati e integrati nella trama. Nell'esagerazione si resta comunque nella coerenza e il tutto ben si adatta allo stile eroi/fumetti. Nonostante la sensazione di "già visto" inizi ben presto a farsi sentire, la serie si conferma piacevole e divertente, soprattutto grazie alla capacità dell'autore di far affezionare ai suoi personaggi. Il suo umorismo dissacrante, che mette alla berlina i classici action hero anni '80 e i supereroi, che riporta in azione (dopo The Suicide Squad uscito nel 2021) l'omonimo personaggio, perfettamente incarnato dal wrestler John Cena, seppur reiterato funziona ancora. C'è un po' di tutto, 8 episodi che vanno sempre in crescendo, davvero non male, ma non eccezionale (ad esser sincero non mi è piaciuta la sigla iniziale). Voto: 6,5

One Piece (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Una serie con dei difetti, ma dai tanti pregi, tra cui quello più grande: riuscire a soddisfare durante la visione, riportando a schermo sia una sorta di stile cartoonesco, che lo spirito dell'opera da cui tutto è nato. Lo show riesce a mantenere la sospensione dell'incredulità, rendendo credibile tutto ciò che succede nell'ambientazione creata, quindi, ciò che visto fuori contesto avrebbe normalmente fatto storcere il naso, qui viene assorbito e processato senza troppi problemi dallo spettatore. Riusciti a far questo, si è già a più di metà dell'opera. In più le dinamiche interpersonali tra i membri della ciurma vengono rappresentate con estrema sensibilità, aggiungendo anche profondità emotiva, nuove difficoltà e sfumature. Il ritmo è abbastanza serrato, anche se le scene action sono minori di quanto ci si potesse aspettare. One Piece (in equilibrio tra fedeltà e innovazione) è pura magia, superando i confini dei cultori dell'anime con una prima stagione che si presenta come un trampolino di lancio verso l'eccellenza. Un viaggio avventuroso e irresistibile che promette di diventare una delle migliori serie del 2023. Voto: 8

La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Lo spunto di partenza è a dir poco logoro ed abusato, ma non guarda tanto ad Hitchcock ma ad una pellicola più recente di cui riprende più di un elemento (era venuta male, Netflix ci ha riprovato, ma è uscito anche peggio). Ciononostante va dato atto alla sceneggiatura di riuscire comunque a creare interesse nello spettatore (certo, non spasmodico) per capire cosa ci sia di vero in ciò che si vede sullo schermo. E ci sono anche chiari, chiarissimi intenti parodici (il finale su tutto) non solo verso il genere, ma piuttosto verso un certo tipo di storie, i loro elementi e le incredibili facilonerie e ridicolaggini di cui a volte sono intrisi. Insomma, premesse buone ma un esito più che insufficiente. L'interpretazione di Kristen Bell, con qualità altalenante, non basta a tenere in piedi il tutto, a salvare questa miniserie prevedibile e scontata, e con un titolo ridicolo, dalla mediocrità. Voto: 4,5

Kindred (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Essendo molti gli elementi combinati, tra viaggi nel tempo, alberi genealogici, enigmi da risolvere e ancora altri viaggi nel tempo, Kindred risulta un pochino confusionaria e perde molto dal punto di vista emozionale, tralasciando tutto il comparto intimo legato ai personaggi, che se fosse stato indagato maggiormente sarebbe stato meglio. Per il resto, Kindred avvince e trova un buon equilibrio tra il tema storico (declinato in un complesso dramma familiare e politico, ricco di personaggi e di sotto-trame generalmente ben gestite) e la materia sci-fi del plot, che avrebbe dovuto dipanarsi con più chiarezza in un prosieguo che purtroppo non vedremo mai. Una circostanza che lascia l'amaro in bocca, a dispetto del generale buon livello del prodotto. Voto: 6+

Notte stellata (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Serie sci-fi di produzione Amazon (che ha molti modelli di riferimento, tra i principali Lost) che porta in seno un valore realizzativo notevole ed una narrazione affascinante ed intrigante impreziosita dalle ottime interpretazioni di Sissy Spacek e J.K. SimmonsNight Sky sceglie temi toccanti e dà il meglio di sé quando si sofferma sul trascorso emotivo dei suoi protagonisti raccontando la terza età dell'amore, a fronte di una componente thriller meno riuscita e del finale diluito verso un cliffhanger che lascia più interrogativi che risposte. E siccome cancellata è, e finale non ha od avrà, amaro in bocca c'è, peccato. Voto: 6,5

The Pursuit of Love - Rincorrendo l'amore (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Una miniserie piacevole da seguire, senza avere però nulla di particolarmente eccezionale che la faccia emergere, a parte forse Lily James, ovvero e ad essere onesti, il motivo che mi ha spinto alla visione e l'unico vero motivo d'interesse. Una (mini)serie che racconta con frizzantezza le contraddizioni e le speranze della passione e della realtà di ogni giorno, guardando con dignità ad entrambi i cammini percorsi dalle sue protagoniste. La suddetta, diretta e anche scritta da Emily Mortimer (basandosi sul romanzo omonimo) rimane molto legata ai ritmi e ai colori del romance drama, genere a cui appartiene in tutto e per tutto. La storyline di Linda si conclude però nel modo più banale possibile, una nota stonata in una (mini)serie che si era impegnata nel non cadere in stereotipi o in narrazioni al femminile inutilmente melense. Ma in ogni caso non male e non propriamente inutile prodotto. Voto: 6

His Dark Materials (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - L'epico viaggio di His Dark Materials arriva alla sua conclusione portandoci a vivere un epico scontro che chiude ogni questione rimasta irrisolta. L'esaltante finale di stagione riesce ad emozionare concretizzando tutto ciò che era stato (in verità non benissimo) costruito nelle stagioni passate, anche se non manca (anche questa volta) qualche scivolone in fase di scrittura (la contrazione degli eventi va a minare il coinvolgimento emotivo, quanto la linearità del racconto, scomposto in micro storie alcune volte scollegate). Ma non solo, uno dei difetti principali si riscontra nella regia delle scene d'azione, con la battaglia finale degli angeli tanto attesa che risulta essere sì spettacolare, ma caratterizzata da un minutaggio ridotto e lasciata in background per motivi di budget, che non può non lasciare perplessi. Alla fine, e per la fine però va bene anche così (non è stata tutta inutile la visione). Voto: 6

Rabbit Hole (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2023 Qui - Un buonissimo prodotto, capace di avere momenti incredibilmente drammatici alternati ad altri incredibilmente stupidi e per questo divertenti, ironici, ma mai sopra le righe, mai fastidiosi. Non è un capolavoro, certamente, ma nemmeno un compitino a casa fatto per accontentare il pubblico. Rispetto a certe ultime uscite, con budget incredibilmente più alti, sa il fatto suo e non si limita a essere un semplice passatempo. Sotto la patina dell'azione (comunque poca rispetto ad altre serie) e dell'adrenalina c'è molto di più. Ed è proprio guardando a questo di più che la serie diventa interessante e nemmeno scontata (Kiefer Sutherland è una garanzia, Charles Dance idem). I continui capovolgimenti di fronte, con le dovute spiegazioni annesse, sono costruiti bene e risultano credibili e il finale, risolutivo, chiude la faccenda lasciando però uno spiraglio per una seconda, si spera altrettanto intrigante, stagione. Voto: 7,5

lunedì 20 novembre 2023

Only Murders in the Building (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Modificando leggermente le traiettorie dei tre protagonisti e riproponendo una formula che lo spettatore conosce ma ama lo stesso, Only Murders in the Building si conferma una delle serie più brillanti degli ultimi anni. Per la terza stagione della serie, il trio formato da Charles, Oliver e Mabel (l'evidente sostituto della signora Fletcher, proprio come ne La signora in giallo ovunque vanno qualcuno muore) si mette sotto i riflettori pronti per risolvere un altro misfatto che, proprio come i precedenti, si snoda più o meno secondo indagini già consolidate. E che, forse proprio per questo, desta in chi lo guarda un costante senso di déjà-vu. Only Murders in the Building 3 infatti (che divide il trio protagonista alle prese coi propri problemi personali, sfilacciando la narrazione forse un po' troppo e dandole un sapore un po' troppo amaro), perde la sorpresa della prima stagione e stabilizza le dinamiche della seconda, non aggiungendo nulla di inedito, se non le attesissime new entry Meryl Streep e Paul Rudd (che comunque il loro lavoro splendidamente fanno). L'entusiasmo è meno palpabile, si perde pure un po' di quella magia che solo l'Arconia e i suoi caratteristici abitanti sapevano dare. Rimane sempre un delizioso pasticcino televisivo, che si consuma velocemente puntata dopo puntata, ma le migliori ed apprezzabili caratteristiche stanno venendo pian piano meno. Ad ogni modo, tra nuove relazioni, musical improbabili e sconvolgenti rivelazioni, una buona stagione (in attesa della prossima). Voto: 6,5

Black Mirror (6a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - La sesta stagione di Black Mirror è un altalenante viaggio nei mondi distopici affrontati nelle precedenti stagioni. Se i primi tre episodi mantengono parzialmente le affascinanti idee che, da sempre, hanno contraddistinto la serie (proponendo comunque sempre degli spunti interessanti e attuali da parte di Charlie Brooker), negli ultimi due episodi il filo conduttore rappresentato dalla tecnologia svanisce nel nulla, lasciandosi alle spalle una narrazione in piena crisi esistenziale. Cinque puntate estremamente godibili ma che, nel complesso, non riescono a risollevare un'opera che sembra avere ormai ben poco da raccontare. L'episodio più riuscito è forse proprio il nome, ricchissimo di significato e livelli narrativi, si va poi via via scemando tra corsa allo spazio, true crime, paparazzi, fino alla salvezza dell'umanità attraverso un sacrificio. Tematiche e situazioni che richiamano più il passato che il presente-futuro, quasi a volerci dire che forse dovremmo andare indietro per trovare le risposte, piuttosto che avanti. Un dietrofront che lascia perplessi per una serie che forse si è definitivamente normalizzata su Netflix. Una serie che paradossalmente fa un passo in avanti rispetto alla quinta stagione, ma che non riesce più a stupire. Voto: 5,5

Questo mondo non mi renderà cattivo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Altra serie (la seconda) di discreta qualità per Zerocalcare (sempre di produzione e distribuzione Netflix). Egli che, rallenta giusto un filo il ritmo delle parole e della narrazione, ma alza il tiro: quest'opera è decisamente politica e la sua poetica e il suo registro ironico sono quanto di meglio si possa utilizzare per affrontare il tema. Che è quello dell'intolleranza da parte della destra estrema nei riguardi di un gruppo di una trentina di immigrati. Se Secco rimane una macchietta, sono Sara e soprattutto Cesare a guadagnare tridimensionalità dalla scrittura, che mantiene un tono dolceamaro e non esagera in retorica, rimanendo asciutta quando potrebbe deragliare. Confezionata bene, l'animazione è persino migliorata, ma gli preferisco Strappare lungo i bordi, che sento più "mia" al contrario di questa, in cui comunque ridi (ed anche di brutto), e ti fa riflettere, il che non è male. Voto: 7

The Witcher (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Non mancano i colpi di scena, i momenti drammatici e i doppio giochi, che contribuiscono ad infittire la trama ed i legami tra i personaggi. La terza stagione di The Witcher dimostra ancora una volta di essere un punto fermo per tutti gli appassionati del genere, non tradendo (almeno non del tutto) le importanti premesse (letterarie e videoludiche). Ma, nonostante l'inizio molto coinvolgente ed accattivante, frutto anche del finale sospeso e pieno di suspense della stagione precedente, non tutte le otto le puntate della stagione sono all'altezza delle aspettative. Una narrazione spesso sincopata priva di lucidità, che vive grazie al carisma di Henry Cavill. Nel complesso però, la terza stagione di The Witcher ha avuto alti e bassi, e nonostante alcuni cali di ritmo e di pathos, la serie (che nel bene o nel male si lascia guardare) ha mantenuto il suo fascino grazie alla trama che si conferma forte ed avvincente e ai personaggi ben sviluppati. Resta da vedere come questi eventi influenzeranno il futuro della serie, e soprattutto come sarà gestito il passaggio da Geralt al successivo witcher interpretato da Liam Hemsworth. Nel complesso, promuovo comunque questa stagione che si guarda con piacere ed intrattiene narrandoci le vicende del Continente. Voto: 6,5

Secret Invasion (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Nick Fury torna sulla terra per sventare un'invasione da parte di una fazione della specie aliena degli Skrull. Miniserie (la prima della cosiddetta Fase Cinque dell'MCU) dedicata ad uno dei personaggi più iconici della Marvel, viene declinata come un thriller spionistico che accantona in parte i supereroi. L'atmosfera è cupa, con toni e riferimenti da guerra fredda, e questo ne fa un prodotto più "adulto" della media, purtroppo gravato da alcuni momenti di pausa (alcuni episodi sembrano aggiungere davvero poco alla narrazione generale). La messa in scena è di alto livello, così come l'ambientazione e la prova di un ottimo cast corale, a partire dal sempre ottimo Samuel L. Jackson (che in coppia con Ben Mendelsohn funziona benissimo, ma si fa notare anche il personaggio di Emilia Clarke). Buona la colonna sonora, poco incisiva invece l'azione, con uno scontro finale a dir poco deludente. Poteva essere di più, ma va bene anche così, per un lavoro che si può gradire come prodotto intermedio, che cerca di porre fine ad alcune linee narrative per aprire nuovi quesiti. Voto: 6

Westworld (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Con la quarta stagione, Westworld si conferma serie sci-fi dall'alto contenuto concettuale e dalle tremende potenzialità visive, ma non sempre in grado di combinare questi due aspetti al meglio delle sue possibilità. Il quarto capitolo della serie creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy parte bene (come il precedente) per poi perdersi ancora una volta dietro ad elucubrazioni eccessive, piuttosto che concentrarsi sull'azione e l'approfondimento sensibile dei tanti temi sollevati dal brillante inizio in cui era presente un eccellente Anthony Hopkins. Dopo il semi-disastro della goffa e ridondante terza stagione, la quarta si rivela un magro premio di consolazione che, se non altro, si ricongiunge con gli anni rimasti in sospeso, ripristinando un senso dell'orientamento totalmente smarrito in precedenza. Questo quarto capitolo dispone di un impianto narrativo complesso, ma, tuttavia, lineare, ricco di presuntuosi palazzi spazio-temporali e di invasioni intimistiche all'interno della fenomenologia degli spiriti dei protagonisti. E' una stagione che scuote dalla fondamenta tutti i temi trattati in precedenza, che respira a polmoni aperti e che non ha il timore (purtroppo) di strafare. Una stagione che almeno chiude il cerchio (dove altri falliscono). Il finale da brividi di Westworld 4 può infatti tranquillamente essere la perfetta (e deliziosamente amara) conclusione anche per l'intero show. Uno show da non dimenticare. Voto: 6

Good Omens (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Non sempre le seconde stagioni sono necessarie, soprattutto quando la prima è stata autoconclusiva. Ma Neil Gaiman riesce a riprendere con naturalezza la storia che aveva portato sul piccolo schermo nel 2019, dando nuovamente prova (dopo The Sandman e in parte dopo American Gods) di essere non solamene uno scrittore di talento, ma anche uno sceneggiatore abile. Anche in questa seconda stagione infatti, la storia di Good Omens (tutt'altro che tranquilla) funziona. Rispetto alla precedente, la trama rallenta un po', tralasciando i momenti d'azione per concentrarsi sul rapporto tra l'angelo e il demone. Ma la comicità british, l'immenso talento dei suoi interpreti e gli effetti speciali rendono Good Omens 2 un prodotto di grande qualità televisiva. Il romanticismo non manca in questa stagione, capace di emozionare anche gli spettatori più infernali. In fondo Good Omens vuole insegnarci che tutti hanno il diritto di provare amore, anche nell'Aldilà. Per concludere, il seguito di Good Omens ha una storia più piccina dell'originale (forse anche più debole), ma la solita ironia e due protagonisti così possono bastare. Una terza stagione la merita e ci meritiamo, promettenti basi sono state gettate, attendiamo fiduciosi. Voto: 7

Tulsa King (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Sylvester Stallone, lontano dai suoi ruoli abituali (qui decisamente più cattivo ed ambiguo) e alla prima volta (da protagonista) in una serie tv, è talmente bravo che quasi dispiace non si sia cimentato in nulla di simile prima. L'attore dimostra una notevole maturità ed offre (probabilmente) una delle sue migliori prove attoriali di sempre. La trama, a sfondo gangsteristico, raccoglie l'eredità dei classici film sul tema di Scorsese & Co, ma con un taglio meno drammatico, a tratti (specialmente nelle prime puntate) stemperato da qualche slancio ironico. L'attenzione viene mantenuta alta, la violenza non manca e la curiosità per la prossima (confermata) stagione è tanta (lo zampino di Taylor Sheridan, creatore della serie, si nota, si vede e si sente). Tulsa King si può quindi vedere, certo, nulla di nuovo nel campo malavitoso-cinema, tutto secondo canoni, ma è bella da seguire. Forse le puntate sono troppo brevi, qualcosa non funziona al 100%, ma nel complesso semplice, movimentata, ben girata e piacevole. Per il momento alquanto più che sufficiente per un buon giudizio. Voto: 7

Das Boot (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2023 Qui - Una nuova stagione, della serie di guerra prodotta da Bavaria Fiction e Sky Studios, migliore delle precedenti. Si attenuano i difetti, si acuiscono i pregi. La trama continua sempre a vacillare di tanto in tanto, complice l'intreccio di più storie, lentezza e derive narrative (inutili in certi casi) non sono alleate dell'intera struttura (ecco pure alcuni archi che vengono spazzati via rapidamente), ma Das Boot continua (ed ancor meglio) ad impressionare con la sua plausibilmente evocazione atmosferica della vita durante il Secondo Conflitto Mondiale. Non c'è modo di sfuggire alla brutalità della guerra. Ma ciò che questa serie fa così bene è trasmettere le aree grigie della vita: non tutti i "cattivi" sono "cattivi" e non tutti i "buoni" sono "buoni", abbiamo sempre una scelta su come comportarci. Ci muoviamo dal mare aperto (che resta centrale motore narrativo e quello più convincente), a Dusseldorf e Kiel in Germania, a Liverpool in Inghilterra e a Lisbona in Portogallo per seguire tre trame in questa stagione. Una stagione preferibile alle altre, ma pur sempre altalenante. Voto: 6

giovedì 19 ottobre 2023

City on a Hill (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Alla fine penso che l'avranno vista, oltre me, quattro gatti questa serie, serie che arrivata alla terza ed ultima stagione chiude i battenti. Ed è un peccato, perché anche se non è riuscita mai a decollare, la serie prodotta da Ben Affleck e Matt Damon, condotta da Tom Fontana ed interpretata da Kevin Bacon, qualcosa da dire aveva e una discreta qualità esprimeva. City on a Hill si è lentamente trasformato nel corso delle due stagioni in una interessante critica ai metodi incrementali di riforma sociale. Continuando a mettere in primo piano la relazione caustica tra l'ormai ex agente dell'FBI Jackie Rohr (Bacon) e l'assistente procuratore distrettuale DeCourcey Ward (Aldis Hodge), la terza stagione riprende i filoni della narrativa sull'edilizia pubblica della seconda stagione. Continua a spingersi oltre nelle macchinazioni politiche e nelle ramificazioni dei rapidi sconvolgimenti. Ma, sebbene questa stagione, principalmente, funziona bene nell'esplorare la disuguaglianza finanziaria che affligge la città, la suddetta non ha ancora trovato un modo per rendere interessante la vita della famiglia di Rohr e Ward. Ripetitiva, poco coinvolgente e/o coerente, in un qualche senso addirittura patetica. Alla fine insomma resta poco, passando sopra ad un finale comunque soddisfacente in parte, per una stagione buona ma non buonissima, come tutta la serie, che forse è meglio che sia finita. Voto: 6

1923 (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Lo spin-off di Yellowstone è un ritratto interessante degli anni che precedono la Grande Depressione, un racconto coerente e compatto che tuttavia presenta alcune pecche. 1923 non riesce infatti a raggiungere i livelli dell'originale, e ciò che resta al termine di questa prima stagione è soprattutto un senso di insoddisfazione legato ad un finale fiacco e tre vicende che raramente stupiscono. Le idee messe in campo sono tante, e indubbiamente non è semplice gestire tanti personaggi da dover poi ricollegare alla serie madre (al momento ferma), ma 1923 resta una storia a metà, che in questa prima parte raramente brilla (bello comunque rivedere Harrison Ford, splendidamente accompagnato da Helen Mirren). Visto che ci sarà una seconda stagione, lo spazio per rimediare c'è, e anche se si è davanti ad un mezzo passo falso, c'è da scommettere che Taylor Sheridan troverà nuovamente la giusta strada, o perlomeno così si spera. Dopotutto questi primi episodi aprono la strada a una seconda stagione i cui avvenimenti, appena accennati, hanno la promessa di essere sempre più avvincenti. Voto: 6+

The Mandalorian (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - La terza stagione si potrebbe definire di transizione. Non c'è d'aspettarsi i picchi della seconda, specie il finale. L'azione più densa è riservata agli ultimi episodi della riconquista di Mandalore. I personaggi non subiscono particolari sviluppi, se si esclude però Lady Kryze, l'unico carattere ben approfondito al punto da essere una vera e propria co-protagonista di questa stagione. Più che nei personaggi la terza stagione cura più il contesto. C'è una mappatura dei contendenti in gioco come i residui dell'Impero e la Nuova Repubblica, ma soprattutto si concentra sul popolo Mandaloriano nelle sue origini e come collettività vagante per la galassia, divisa e senza patria. In tale contesto Lady Kryze è un catalizzatore (simpatici i cameo di Jack Black e Christopher Lloyd). Nel complesso è una stagione che magari raccoglie poco ma in compenso semina molto. Se avrà seminato bene lo si vedrà nel prosieguo. Voto: 7,5

What We Do in the Shadows (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Dopo un anno di viaggi, Nandor e Nadja tornano nella casa più caotica e dark di Staten Island per ritrovarla quasi distrutta e non curata da un Laszlo troppo impegnato a badare alla versione baby di Colin Robinson. Anche questa quarta stagione di What We Do in the Shadows tende alla comicità surreale, portando lo spettatore a tifare per l'apertura di un night club per vampiri. La formula del mockumentary, dopo anni ed anni funziona ancora e i filoni narrativi interni al racconto risultano ancora provvisti di un'ironia fresca e coinvolgente. In questo marasma di canini appuntiti e pipistrelli, è sempre il famiglio Guillermo a uscire vero protagonista delle vicende di questo strampalato gruppo di amici. Come nelle stagioni precedenti, anche questa quarta stagione ospita diversi camei di un certo spessore, come Sofia Coppola e Jim Jarmusch. L'universo inventato da Taika Waititi e Jemaine Clement ha ancora molto da raccontare e la perfetta chimica generata dal cast continuano a generare grande affetto nello spettatore, che non può smettere di osservare le strane avventure di un quintetto davvero improbabile. Un quintetto pronto nuovamente a sorprendere e divertire nelle prossime già certe stagioni. Voto: 7

Cabinet of Curiosities (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Nella presentazione che precede ogni episodio, Guillermo del Toro promette meraviglie (come il suo Pinocchio): una promessa mantenuta solo in parte in questa serie (antologica) in cui si alternano autori diversi in cabina di regia (alcuni anche molto conosciuti e di cui già visti alcuni dei loro lavori, mi riferisco a Vincenzo NataliDavid S. GoyerAna Lily AmirpourPanos Cosmatos e Jennifer Kent). Gli episodi migliori sono quelli in cui prevale l'aspetto fantascientifico (L'autopsia e La visita), mentre si rivelano deludenti i due tratti da racconti di Lovecraft (Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata), meno lovecraftiani di Lotto 36 e Ratti del cimitero. Poco originale Il brusio, fuori contesto L'apparenza. Confezione impeccabile, fotografia ed effetti speciali sono di prim'ordine e talvolta assai macabri. Discontinua, come detto, la qualità degli episodi. Nel complesso non è male, ma si poteva fare meglio. Voto: 6+

Cyberpunk: Edgerunners (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Un'opportunità mancata, ecco come mi viene di riassumere Cyberpunk: Edgerunners. Non ho né letto il libro né giocato il gioco, quindi non so se lì riescono a fare di meglio, ma questo anime è stato leggermente deludente: c'era il potenziale per un qualcosa di estremamente bello e coinvolgente, ma hanno scelto di realizzare un semplicissimo anime tamarro e ricco di stereotipi. La serie parte bene, con una ambientazione interessante e un protagonista dalle ottime premesse. Lo stile cyberpunk si nota tutto, graficamente risulta particolare e accattivante, così come tutto quello che ruota intorno la tecnologia e pure i comprimari sembrano sopra le righe al punto giusto per rendere l'opera una quella che sarà in grado di farsi ricordare. Sfortunatamente, non riesce a decollare, per una strada che risulta raccontata in modo non sempre coerente e uno sviluppo dei personaggi che risulta a tratti forzato e poco credibile. La trama non è così appassionante come avrei sperato, manca qualcosa che ti prende veramente, un mistero o un qualcosa in più che riesca a intrattenermi. Pertanto ci si "accontenta" di una serie di scontri fatti bene, spettacolari e splatter, fatti per sorprendere e stupire. Ha sicuramente stile da vendere e il tutto è accompagnato da un'ottima colonna sonora. Può bastare per tanti, ma io avrei gradito qualcosa di più, le mie aspettative probabilmente erano troppo alte. Voto: 6,5

1899 (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - La nuova serie di Baran bo Odar è accattivante non c'è che dire, ma al tempo stesso ha il respiro corto. E' più rilevante da un punto di vista tecnico e scenografico, con gli interni della nave, realmente claustrofobici, e nei paesaggi metafisici che si aprono nei passaggi e negli interstizi della nave stessa. Vuole essere imprevedibile ed in parte ci riesce, però è innegabile che peschi da riferimenti cinematografici precisi come Dark CityMatrix ed altri. Di conseguenza che non è neofita di questo tipo di pellicole, parte dell'imprevedibilità tende a scemare. A livello visivo nulla da dire, sono le carte migliori di questo lavoro, i personaggi un po' meno, lasciati in balia di se stessi e con dialoghi qualitativamente non sempre all'altezza. Una volta capito il meccanismo anche il finale stesso non mi ha colpito più di tanto, ma devo ammettere che offre dei risvolti interessanti. Il precedente Dark del regista svizzero naturalizzato tedesco era di tutt'altro livello sia pure nella sua estrema complessità, ma una seconda stagione di questa serie l'avrei vista, se non fosse che non ci sarà. Voto: 6,5

Archive 81 - Universi alternativi (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Gradevole sorpresa per un prodotto che viaggiando sui ritmi seriali classici riesce a distaccarsene per imprevedibilità narrativa. Attinge il meccanismo investigativo e i risvolti orrorifici da importanti registri recenti e non dissipando nel proprio curato grafismo indizi e soluzioni con magnetica continuità che non trova momenti morti. Ha il merito di spingersi oltre i propri confini abbracciando diverse sfumature dell'occulto senza risultare mai banale. Oltre a questo ho trovato magnifici i riferimenti a Lovecraft che alzano sicuramente la qualità del prodotto. Horror o thriller che sia, Archive 81 ha la rara qualità di riuscire a catturare lo spettatore e a tenerlo incollato allo schermo fino alla fine. Peccato solo che tutto si interrompa sul più bello, una seconda stagione infatti non ci sarà, e che il finale lasciato aperto lasci l'amaro in bocca. Ma in ogni caso un bravo al cast, alla regia e soprattutto agli sceneggiatori. Voto: 7

The Blacklist (8a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/10/2023 Qui - Il ritorno dopo aver subito numerosi tipi di ritardi e pause che anche altri spettacoli hanno dovuto sopportare a causa della pandemia. La settima stagione fu persino costretta a fornire un finale di stagione semi-animato prima che la produzione dello show venisse sospesa. È stata una pausa più lunga di quella a cui si era abituati tra una stagione e l'altra, ma ora torna e dà diversi pugni, un po' in faccia e un po' nello stomaco. In un certo senso sono colpi ritardati che finalmente arrivano, ma che lasciano abbastanza freddi. La serie purtroppo è da parecchie stagioni che è alla deriva, hanno raschiato talmente il fondo del barile che ormai non c'è più nessun barile. Lo stesso James Spader (sempre magnifico) miracoli non ne può fare quando una sceneggiatura è a livelli imbarazzanti. Il problema non è solo allungare il brodo, è che proprio hanno abbandonato sotto-trame importanti, a discapito dei personaggi sempre meno incisivi. E' il caso di Liz, che volente o meno finalmente lascia, diventata inevitabilmente uno zimbello. Qualcosa sta finalmente cambiando? Si vedrà. Voto: 5,5

venerdì 22 settembre 2023

Le terrificanti avventure di Sabrina (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - Io sono un fan di Sabrina Spellman fin da piccolo, ho adorato il cartone animato, la vecchia serie tv comica degli anni '90 e non potevo non dare una chance anche a questa serie. Essendo io, più che fan, spettatore (in cui presto ritornerò), anche di Riverdale, di cui questa serie è uno spin-off (anche se hanno ambientazione, stile, emittente e storia molto differente), dovevo assolutamente vederla. E' tratta quindi anch'essa dai fumetti di Archie Comics. Inizio dicendo che è tutto, e completamente, diverso, forse troppo per quello che invece m'aspettavo. Per questo e per altri motivi, la serie in generale non mi ha convinto pienamente, tuttavia l'ho trovata godibile. È una serie tv leggera, ma che cattura grazie al fascino dell'esoterico che in maniera naturale accompagna episodio dopo episodio. Forse un po' troppo teen, con dinamiche adolescenziali molto accentuate. Il telefilm, la storia in generale, ha un sapore più cupo, dark e horror. Un mix tra lo stile delle nuove serie tv (dove la stagione, o parte, dura solo 10 puntate e gli episodi seguono precisamente una trama lineare e specifica) e il telefilm di Buffy (costellato da ragazzi alle prese con un'amica davvero speciale e che deve vedersela con forse oscure e infernali). In equilibrio tra modernità (molte allusioni gay friendly), atmosfere classiche anni '80 (con molte citazioni a film horror famosi dell'epoca), ironia (il divertimento non manca mai con le due zie di Sabrina) e horror (con molte scene inquietanti e, spesso, anche splatter). Il tutto orchestrato da un buon ritmo ed una colonna sonora efficace. Insomma, siamo di fronte ad una Sabrina più matura, cattivella e dark. E seppur continuo a preferire quella vecchia, non mi è dispiaciuta nella sua totalità. Il finale però non mi è piaciuto, ad ottime puntate si alternano altre mediocri, ma in fin dei conti mi sono divertito (Salem ahimè poco utilizzato). Voto complessivo: 6,5

Perry Mason (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - La seconda stagione di Perry Mason è una grande conferma. Restituisce allo spettatore le atmosfere giuste, con un'accurata attenzione per il lato estetico oltre a quello narrativo. La messa in scena continua a regalare una Los Angeles fumosa e noir, mentre il caso che attraversa le otto puntate è ancora una volta appassionante e reitera vecchie e nuove tematiche come la discriminazione razziale, la disparità sociale e la fiducia nel sistema legale. Una seconda stagione che propone piccole ma significative variazioni rendendo il valore complessivo della serie se possibile ancor più elevato. Sotto più di un aspetto, un'operazione davvero notevole. La serie con protagonista l'eccellente Matthew Rhys conferma infatti tutto il buono che c'era nella prima annata ed anzi consolida la propria scrittura in una stagione coinvolgente e profonda. Quest'ultima si mantiene d'ottimo livello anche in questa stagione e permette di capire qualcosa di più sui personaggi, sia quelli già noti che quelli il cui ruolo s'espande maggiormente. Perry Mason difatti, a discapito della cancellazione che certamente non ha nulla a che vedere con il versante qualitativo della serie, si conferma una produzione intrigante e pregna di fascino. E la seconda stagione fa davvero di tutto per rendere ancora più saldi e convincenti i suoi punti di forza. Tuttavia ogni lato positivo ha un suo corrispettivo deludente: la parte centrale della stagione è troppo macchinosa e la gestione degli accusati è mediocre se non proprio discutibile, il setting troppe poche volte diventa centrale e secondo protagonista, limitandosi a meravigliose cartoline. Un'ottima serie, insomma, con del potenziale sprecato, ma che comunque riesce a rendersi pregna, meritevole di lodi. Voto: 7

She-Hulk: Attorney at Law (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - I Marvel Studios presentano l'avvocatessa-supereroina She-Hulk, cugina di Bruce Banner, facendola diventare protagonista di una serie tv che, più che gettarsi (indispensabilmente) nell'action, si concentra (malamente) sull'attività forense della protagonista scegliendo, come protagonista (giustamente), la simpatica Tatiana Maslany. Occasione persa però per realizzare una serie dosando bene ironia, azione e serietà quando, come in alcune occasioni, non c'è niente da ridere. Qui invece, dopo un inizio anche simpatico, aiutato dalla presenza di un Hulk di media grandezza pacato e prodigo di consigli, l'ironia, tendente alla pagliacciata e all'assurdo (l'apoteosi è nell'ultimo episodio), prende il sopravvento, travolgendo tutto e facendo sbracare il prodotto. Un prodotto di cui non si può parlar male degli effetti speciali, che lasciano (specie quelli della protagonista) parecchio a desiderare. Peccato, perché l'idea dell'avvocatessa verde non era poi così male. Serie simpatica, che gioca con le regole stesse del genere e più in particolare con il MCU. Fa sorridere spesso anche se, considerata la natura del prodotto (con frequenti e bislacche rotture della quarta parete), è difficile appassionarsi alla trama. Molto brava e ispirata la protagonista, un po' troppi i cameo di altri personaggi della saga, quasi come a poter richiamare quanti più aficionados possibili. Gradevole ma non indispensabile. Voto: 5,5

American Gods (Serie Completa)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/09/2023 Qui - Dopo essermi già perso tra gli intrighi ed i misteri di Sandman e dopo aver viaggiato al fianco di Crowley e Aziraphale in Good Omens (di cui seconda stagione a breve vedrò), mi sono trovato davanti American Gods, in modo del tutto inaspettato, ed inaspettatamente mi sono ritrovato a vedere un prodotto che parte a razzo e finisce a "si capisce". Dal romanzo di Neil Gaiman una serie dal concept grandioso, realizzata con eccezionale immaginazione visionaria e con gli interpreti giusti (si distingue Ian McShane). Un affresco affascinante delle imprese che oppongono le divinità storiche a quelle inquietanti dei nostri tempi e una trama giustamente complessa ed avvincente. Purtroppo, le belle parole di cui sopra valgono per la prima stagione, non certo per una seconda piuttosto moscia e inconcludente, che si stiracchia in modo ripetitivo e con pochi sussulti (solo qualche isolato momento, qualche scena). Se con il cambio di showrunner si sperava in qualche modo di invertire la rotta, vedendo esaudite le promesse di un American Gods che tornava alle origini, ciò non è successo. Nonostante un piccolo miglioramento rispetto al caos della seconda stagione, la terza non riesce ad invertire il trend negativo, anche per la defezione di parte del cast. Accolta con rassegnazione e scarso interesse, American Gods 3 ha segnato il fato di una serie che poteva e doveva dare di più. Di una serie stilisticamente e concettualmente ineccepibile, ma narrativamente e spiritualmente discutibile. Davvero un gran peccato. Voto complessivo: 6