Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/11/2016 Qui - Dopo una spasmodica attesa durata molti mesi, finalmente sono riuscito a vedere, tramite la piattaforma Premium Play di Mediaset, la prima a trasmetterlo in Italia nel marzo scorso, una delle serie tv più brillanti degli ultimi tempi, ossia Mr Robot, di cui si è parlato spesso e ancora si parlerà, dato che proprio da martedì scorso in seconda serata è stato trasmesso in chiaro su Italia1, e quindi per quelli che non avevano ancora avuto il piacere di vedere questa straordinaria serie è giunto il momento, spero perciò che non ve lo siete perso, perché nonostante siano stati usati paroloni e messaggi propagandistici di proporzioni enormi, addirittura la serie che ha rivoluzionato il mondo della tv (per accalappiare più spettatori possibili), molti di questi aggettivi sono adeguati per un prodotto che ha davvero strabiliato il palato e gli occhi di chi da molto tempo non vedeva qualcosa di così incredibile come Mr Robot, una delle poche serie nel mondo cinematografico che entra in modo deciso e convinto, in un mondo quello degli hacker che spesso il cinema ha affrontato, ma mai in modo così approfondito. Un mondo che esplode metaforicamente nella nostra testa, alla vista dello decisamente straordinario pilot con cui si apre la serie. Un pilot capolavoro, tanto che le altre puntate delle 10 che compongono la prima stagione, nessuna raggiunge personalmente lo stesso effetto di una prima puntata così elettrizzante da sfiorare la perfezione assoluta (puntate in ogni caso da vedere e non perdere). La prima puntata infatti ci catapulta in modo intenso e potente, ma anche onirico e ambiguo quasi psichedelico, con un personaggio, interpretato magistralmente da un Rami Malek in stato di grazia, d'altronde non per caso ha vinto un Emmy per il miglior attore in una serie drammatica, che quasi in preda a schizofrenia acuta insieme ad uso esplicito di sostanze stupefacenti, con i suoi occhi che quasi fuoriescono dalla orbite (marchio distintivo e davvero azzeccato del protagonista), conduce una doppia incredibile vita. Ma di questo scriverò dopo, intanto è utile sapere prima che lui non è il classico nerd che di tanto in tanto si diverte a fare quello di cui è capace, no lui lo fa con criterio e convinzione, con uno scopo più o meno deciso, in più si comporta in modo anormale dato che lui è sociofobico, depresso, autistico e dipendente dalla morfina, la mente di Elliot è infatti pesantemente influenzata dai deliri paranoici e dalle allucinazioni che gli causano grossi problemi nel relazionarsi con le persone e lo fanno vivere in un costante stato di ansia e paranoia. Sintomi che il creatore della serie, lo sceneggiatore Sam Esmail, al suo debutto o perlomeno primo progetto importante della sua giovanissima carriera, riesce non solo a rendere credibili ma addirittura riesce a farli diventare nostri, poiché anche grazie ad una particolarità del suo personaggio, ovvero parlare oltre lo schermo, un metodo già sperimentato efficacemente in House of Cards, fa funzionare tutto ottimamente e questo oltre ad una strana aura di mistero e inquietudine, affascina e coinvolge.
Mr Robot difatti non è solo un hacker movie di primissimo livello, una serie televisiva statunitense di genere drammatico-thriller, è soprattutto un esperimento riuscitissimo, addirittura che potrebbe associarsi ad una specie di Fight Club, dato che tutti sono all'oscuro (anche se non del tutto) di quello che questi hacker hanno in mente di fare. Una serie che stranamente, nonostante i tanti monologhi, introspezioni, citazioni e una critica profonda, quasi radicale, alla società, e anche grazie all'atmosfera sapientemente complottistica e per un protagonista efficace fin dalla prima inquadratura, riesce a farti restare incollato allo schermo. Appiccicato e in attesa di vedere cosa in serbo hanno per noi gli sceneggiatori, per poi capire le dinamiche e i meccanismi, ma soprattutto le intenzioni del regista di creare qualcosa di nuovo e creativo, riuscendoci in pieno. In ogni caso, Mr. Robot segue le vicende di Elliot Alderson (Rami Malek), un giovane tecnico informatico di New York che lavora come esperto di sicurezza informatica alla ditta Allsafe di giorno, di notte e nella vita privata Elliot (un po' come Clark Kent) veste i panni di un giustiziere informatico. Grazie a queste sue abilità come hacker, Elliot infatti è in grado di carpire informazioni su chiunque gli stia attorno, dalla ragazza minacciata dagli spacciatori, alla (sua) terapista che sta iniziando a vedersi con un uomo che in verità nasconde un'altra famiglia. Si perché Elliot non è per niente una persona propriamente equilibrata, anzi, anche se per fortuna non l'ennesimo sociopatico in stile Dr House tutto battute, cinismo e misantropia, ma una persona realmente disturbata che evita il contatto umano e cerca di contenere la propria ansia sociale con le bugie, l'isolamento e ogni tipo di sostanza. Lui difatti non è la classica simpatica canaglia né il piccolo genio con cui lo spettatore è solito empatizzare, ma piuttosto un personaggio che attraverso il proprio disagio e i conflitti interiori aggiunge realismo e veridicità alla narrazione, riuscendo così a renderti partecipe in prima persona. Ma la "tranquilla" routine di Elliot a base di hacking e morfina viene sconvolta quando entra casualmente in contatto con Mr. Robot, interpretato da Christian Slater (eccezionale e in forma strepitosa, valore aggiunto), il fantomatico leader di un gruppo di hacker chiamato Fsociety. Un team, che, palesemente ispirato ad Anonymous, punta a radere al suolo la E Corp, un'azienda enorme che potrebbe rappresentare una delle tante multinazionali con interessi e agganci di ogni tipo. Elliot rimane affascinato dalla loro missione visto che abbattere la E Corp, una delle aziende che in teoria lui dovrebbe proteggere con il suo lavoro alla AllSafe, è in realtà uno dei grandi obiettivi della sua vita. Tuttavia non ne condivide i metodi eccessivi che non tengono assolutamente conto dei danni collaterali e che si fondano sulla collaborazione con gruppi di hacker criminali e senza scrupoli. Perciò aguzzerà l'ingegno e tramite sotterfugi e metodi poco convenzionali riuscirà a mettere in piedi e riuscire nel suo intento, con un piano astuto, eh sì anche condivisibile, che farà il botto.
Purtroppo anche se nelle intenzioni dello sceneggiatore era di sviluppare e rendere ancora più accattivante la serie, dopo lo straordinario pilot (quasi che poteva concludersi tutto lì, al massimo aggiungendo la parte conclusiva e farci solo un film) si perde e quasi manda in frantumi tutto. Gli hacker, e il loro mondo dopotutto non è un tema nuovo, almeno dagli anni '90, nel cinema è pure vecchio, e quindi accade quello che poteva succedere o accadere, e difatti alcune scelte raffazzonate, fanno in modo che lo sviluppo appaia più banalotto di quanto il pilot non suggeriva a un primo sguardo. Fermo restando che la serie rimanga durante le 10 puntate su di un livello qualitativamente alto, perché durante le altre comunque ottime puntate (a parte alcune) la trama si sviluppa in modo decisamente audace, ma con picchi verso il basso (molti) e alcuni (pochi davvero interessanti) verso l'alto, tramite alcuni efficacissimi ed incredibili colpi di scena, tutti pazzeschi tra cui uno che mi ha davvero straziato, proprio non me l'aspettavo. Altro piccolo problema sono le caratterizzazioni ambigue di certi personaggi, si fa davvero fatica a capirli perché a volte non hanno un senso specifico (per esempio non ha senso alcuni atteggiamenti per capire la psiche dei protagonisti), in più anche qui, sono presenti quei mezzucci che ormai molte serie utilizzano per catturare l'attenzione degli spettatori, sfruttando il gusto di un certo pubblico per le scenette torbide che non hanno alcuna (davvero nessuna) utilità narrativa. Anche qui non mancano quindi baci saffici, sesso esplicito di ogni tipo e colpi di scena a volte davvero improbabili (soprattutto la rivelazione più importante, parecchio assurda e quasi inverosimile), anche se in verità a parte una scena (proprio inutile e personalmente disgustosa di un personaggio secondario ma decisivo) o un altra (forse due), non c'è niente di così forte (o torbido) da fare slittare la visione in seconda serata (basta toglierla che non serve), tranne ovviamente la droga e l'hackeraggio illegale. Anche la scelta di far comparire (anche troppe volte) sulla scena donne bellissime (Carly Chaikin, Portia Doubleday, Stephanie Corneliussen e altre comprimarie) che via via si fanno da parte e praticamente a parte la meravigliosa Frankie Shaw (Sheyla), l'unica donna con cui Elliot passerà una notte, non vengono sfruttate al massimo, e questo nonostante le discrete interpretazioni stona un po' poiché alla lunga non intrigano più di tanto e praticamente non fanno niente, solo scelte strane e alquanto stupide. Infine, tutta la storia ad un certo punto sembra solo un sogno, solo nella testa del protagonista, che confonde e ti manda leggermente in crisi. Chi avrà visto capirà molto di quello che ho scritto, anche di negativo. Anche se proprio tutto questo non impedisce però a Mr. Robot di essere una delle serie più interessanti dell'ultimo periodo non solo per la regia pulita che si concede solo qualche momento visionario (forse anche troppi), ma anche per le tematiche e la cura riposta nella parte dedicata all'hacking e ai computer. Molta parte di ciò va attribuito all'efficacissimo Rami Malek, attore poliedrico e davvero molto bravo, alla storia originale e articolata splendidamente, alla trama e soprattutto alle vicende narrate abbastanza bene, anche se parte del merito di questo miracolo va senza dubbio alla colonna sonora, in grado di sottolineare i momenti più tesi con il ritmo ossessivo della musica elettronica e accompagnare quelli più onirici con brani (tra cui Pinocchio) che cullano la mente. Insomma qualcosa di bello e appassionante. Ma non è tutto, perché nonostante alcuni momenti di noia e lentezza, la serie riesce sia a divertente che riflettere, e questo tramite intuizioni geniali degli autori, poiché è difficile non affezionarsi a tutti i protagonisti. Protagonisti che sicuramente vedremo nella seconda stagione che si prospetta interessante, anche se la rivelazione conclusiva non mi ha per niente gratificato. Ma non per questo tutto il lavoro svolto in questa spettacolare prima stagione è stato vano, anzi, la serie che ha riscosso un successo inaspettato è un ottimo intrattenimento e passatempo, uno svago dalla solita routine, dai soliti cliché, dalle solite serie. Consigliatissimo un po' a tutti. Voto: 8
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