venerdì 24 maggio 2019

The Night Of (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/01/2017 Qui - Già da quando cominciavano a trapelare i primi giudizi sulla serie, sulla sua qualità e la sua diversità da simili progetti, era chiaro che The Night Of fosse una serie da tener d'occhio, e su questo nessuno aveva dubbi, nemmeno io. Perché già dal pilot, le tematiche della miniserie HBO e le fondamenta della trama avevano preso forma in modo eccellente. Le potenzialità erano difatti chiare fin da subito ed ora, a conclusione del viaggio e dopo esser stata candidata a due Golden Globe (2017), anche se purtroppo nessuno vinto (in ogni caso non era facile prevalere su Il caso O.J.Simpson: American Crime Story e The Night Manager nei premi candidati), posso dire che le aspettative sono state mantenute, la serie è affascinante, accattivante e intensa, forse ancor di più di quello che mi aspettavo. In memoria di James Gandolfini (inizialmente scritturato come attore protagonista, poco prima di morire), The Night Of: Cos'è successo quella notte? (The Night Of), creata da Steven Zaillian e Richard Price, prende il via con un primo episodio destabilizzante, solo l'inizio dell'odissea che avrà il via nel corso di una notte tragica, in cui la vita di un ragazzo (Naz, Riz Ahmed), un ragazzo americano di origini Pakistane, cambierà per sempre. La notte in cui verrà implicato nell'omicidio di una ragazza (Andrea, la bellissima Sofia Black-D'Elia), avvenuto in circostanze non chiare. Infatti dopo una notte brava e dopo aver trascorso la notte insieme, Naz (diminutivo di Nasir Khan) si risveglia in un'altra stanza, e tornato in camera da letto a rivestirsi, scopre il cadavere mutilato di Andrea. Terrorizzato, scappa via, ma una manovra sbagliata (con il taxi rubato a suo padre) attira l'attenzione di una volante della Polizia, che dopo una serie di eventi, rocambolescamente collega Naz all'omicidio appena avvenuto. Il ragazzo viene fermato e, così, la sua epopea ha inizio. L'odissea di Naz comincia con i primi interrogatori. Poi con l'incontro con l'avvocato (borderline) John Stone (John Turturro, attore magistralmente poliedrico qui scritturato per una delle sue interpretazioni migliori, dimenticando le sue discutibili, per non dire scadenti, messe in scena degli ultimi anni), tassello fondamentale del puzzle giuridico che si verrà a creare ha inizio un processo che sembra avere tutte le prove contro l'imputato. Ma sarà davvero stato lui?
The Night Of, che per completezza si rivelerà essere un prodotto di alta qualità (per non dire altissima) per regia, scrittura e recitazione, non racconta qualcosa diverso da quello che dovrebbe, è infatti una storia convenzionale, incentrata su un processo per omicidio, in cui lo spettatore, come i protagonisti, è all'oscuro del colpevole. La ragione per cui la serie si distingue da tanti prodotti simili è però il livello di dettaglio con cui lo scenario viene approfondito. Le 8 puntate difatti attraversano varie fasi e generi diversi, il pilot è un thriller urbano, poi, una puntata alla volta, ci si sposta nei territori del legal drama con incursioni nel prison drama. 8 episodi, in cui l'avvocato Stone (Turturro) tenterà di venire a capo di un caso legale apparentemente irrisolvibile, vagando per le strade, i tribunali e le stazioni di polizia con un eczema da stress che lo vede costretto all'uso di guanti e scarpe aperte (non proprio un bello spettacolo, per i suoi colleghi o assistiti). Puntate in cui la suspense resta sempre una condizione del racconto, ma il fine sono i personaggi, difatti come nella migliore letteratura gialla moderna, il viaggio dei protagonisti svuota il meccanismo ludico del whodunit ("chi è stato?") fino ad un finale in cui l'esito del processo è molto meno importante delle scelte che i personaggi hanno fatto, e di come li hanno trasformati. La serie infatti racconta ciò con estrema maestria e precisione, un viaggio distruttivo di un giovane uomo che vede cambiare completamente la sua vita e di quelli che gli sono vicino, a partire dalla sua famiglia. Avvocati ed un processo da pagare sono difatti i primi elementi che iniziano a minare la tranquillità di questa famiglia modesta, ma non solo, l'episodio e il presunto omicidio, portano a galla malcontenti discriminatori verso la comunità pakistana del quartiere in cui vive la famiglia Khan. Questo perché The Night Of, mette in luce tematiche attuali molto importanti, sia la discriminazione, sia quella legge del più forte che porta i deboli a sottomettersi.
Una delle grandi forze di questa serie è proprio il mutamento che avviene nel personaggio. Naz, ragazzo timido ed impacciato, si trova a fronteggiare il momento più oscuro della sua vita. Accusato di omicidio, si trova inerme e nudo di fronte alla crudeltà del carcere. E come si può sopravvivere in una giungla oscura abitata da serpenti velenosi? Naz, è costretto a fare il loro stesso gioco. La lotta alla sopravvivenza fisica e psicologica di Naz è ulteriormente messa a dura prova da un processo sfiancante ed infinito. Molte sono le pedine messe in gioco, da un lato troviamo l'imputato difeso prima da John Stone e poi dalla giovane avvocatessa Chandra Kapoor (Amara Karan), dall'altro troviamo l'accusa portata avanti dall'avvocatessa veterana Helen Weiss (Jeannie Berlin). Inoltre troviamo il detective Dennis Box (Bill Camp), ormai prossimo alla pensione, alle prese con il suo ultimo caso, un caso talmente ostico che potrebbe macchiare la sua linda carriera. A complicare tutto ci sono poi le prove, alcune circostanziali altri no, e non sempre la giustizia fa davvero bene il suo corso. Insomma non il classico legal-crime drama perché il duo Richard Price e Steven Zaillian (quest'ultimo, anche regista di questa opera magna) non ha voluto realizzare solo l'ennesima crime series alla Criminal Minds, o peggio, alla C.S.I., perché The Night Of è, innanzitutto, un inno alla giustizia imperfetta, ma equa, non c'è la super squadra della scientifica, non c'è alcun detective o un investigatore privato senza macchia e senza paura. Tutti i personaggi sono a loro modo assolutamente 'reali' e la vicenda e grottescamente simile alle decine e decine di casi che la giustizia statunitense è costretta a risolvere, in un modo o nell'altro, ogni maledetto giorno. E la storia di Naz, dramma processuale di intensità assoluta, ci accompagna quindi per mano verso un finale tremendamente agrodolce e, a modo suo, sempre e comunque in bilico. Come lo spazio che separa l'innocenza dalla colpevolezza.
The Night Of ovviamente, mi sembra abbastanza evidente, è comunque una serie complessa, ma chiaramente delineata. Le indagini del caso si incastrano perfettamente con le vicende che seguono i personaggi, descrivendo molto bene ogni singolo carattere. Tra questi spicca certamente, oltre al protagonista principale, il personaggio interpretato da John Turturro. Apparso in sordina nel primo episodio, John Stone ha mostrato pian piano tutta la sua complessità. Tipico avvocato delle cause perse, non prova gioia nel suo lavoro, se non nelle parcelle che riscuote a fine lavoro. Il caso Khan mette in moto quel ragionevole dubbio e quella forte curiosità, mista ad una voglia di rimettersi in gioco, che accende in John Stone una scintilla che lo porta ad appassionarsi al caso. Come una lunga pellicola di nove ore poi, The Night Of non smette mai di stupire lo spettatore. L'incessante angoscia che pervade i genitori dell'imputato, la crudeltà della prigione, le falle delle indagini, sospetti sempre più forti, la preparazione meticolosa di un processo difficile, il dubbio che non ti abbandona mai, sono elementi che lasciano lo spettatore quasi straziato da una storia che non vede mai la luce bianca in fondo al tunnel. Anche il finale, molto forte, lascia in bocca il sapore dolce amaro e quella sensazione che vede ormai quel vaso rotto per sempre, i cocci potranno essere rimessi assieme, ma nulla potrà riportare il vaso alle condizioni originali. La scrittura tesa e la regia precisa fanno perciò di The Night Of una delle migliori serie drama degli ultimi anni. Serie che in ogni caso non è perfetta, poiché alcune parti sono più convincenti di altre, e si denotano alcuni problemi di narrazione, anche se la serie si distingue dalle altre del genere col suo desiderio di mostrare gli aspetti più truci ed austeri delle istituzioni che un sospetto criminale deve affrontare. Il cast come detto è eccezionale ed ogni personaggio interpreta magicamente la sua parte. Io però nonostante Turturro rubi praticamente la scena a Riz Ahmed, preferisco il secondo, perché di lui ne sentiremo parlare, poiché è davvero bravissimo, magnetico e ambiguo al punto giusto. D'altronde l'ambiguità del racconto (di lui e della giovane avvocatessa) e del finale è proprio la cosa che più mi è piaciuto di questa serie, poiché il dubbio resta, siamo davvero sicuri che non sia stato lui o il contrario? Per adesso non è lecito sapere anche se una seconda stagione sarebbe l'ideale per scoprire la verità anche se in un primo tempo la serie avrebbe dovuto concludersi dopo i primi otto episodi, ma ora appare possibile che ne venga realizzata (giustamente) una seconda parte. In ogni caso, se non avete ancora avuto il piacere di vedere questa prima straordinaria stagione, e se soprattutto siete fan del genere poliziesco-drammatico, dovete assolutamente recuperare. Perché son sicuro che amerete la serie e vi lascerete conquistare dal carisma dei protagonisti. Voto: 8

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