martedì 28 maggio 2019

24: Legacy (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/05/2017 Qui - Trasmessa da Fox dal 2 marzo 2017 e conclusa solo poche settimane fa, 24: Legacy, ha provato a tornare ai fasti di un tempo, c'è riuscito, ma solo sufficientemente, perché questa serie, ovviamente spin-off (o meglio revival, ponendosi a tratti come diretto seguito della serie principale anche se con diversi personaggi) dell'originale 24 con protagonista Kiefer Sutherland (tornato comunque in veste di executive producer), non è riuscita a ritagliarsi una propria personalità rispetto alla serie madre, di cui segue (fin troppo) fedelmente le orme, la suspense c'è ancora, ma senza Jack Bauer non è la stessa cosa. Poiché la serie, creata da Manny Coto e Evan Katz, anche se comunque solo in parte penalizzata da questa grande assenza, pur mantenendo tutte le caratteristiche vincenti del prototipo, ne riprende anche i principali difetti legati ad una scrittura seriale ripetitiva. Il risultato è quindi divertente ma leggermente sottotono, paradossalmente più efficace per i neofiti che per i fan storici dello show. Show che infatti è stato puntualmente cancellato perché non è riuscito soprattutto a reinventarsi in modo radicale. Dato che come detto niente è cambiato, stesso format, stessa "medesima" storia ma con un risultato finale leggermente differente in negativo. Poiché se al tempo in cui uscì, nel 2001, 24 fu una novità epocale, l'idea infatti di uno show in tempo reale, 24 episodi per altrettante ore di una stessa giornata (spot pubblicitari esclusi), era rivoluzionaria, ora così non è più. Per cui una domanda viene spontanea, era possibile riesumare il format di una serie che, dopo otto stagioni, aveva mostrato un'evidente parabola discendente? Soprattutto, l'assenza di Jack Bauer, il cui carisma ha tenuto in piedi uno show più volte sull'orlo della chiusura negli ultimi anni, era necessaria? Forse sì e forse no, ma l'azzardo, dopo il comunque scontato finale e a conti fatti, non è bastato a risollevarlo.
Ma dopotutto, risollevare una serie storica come 24 non era per niente facile, perciò pretendere di più era francamente difficile, anche se ci speravo, perché tutti ricordano la serie 24, e di come appassionò milioni di spettatori, perciò qualcosa in più ci voleva. Ma si sa, non tutte le ciambelle escono col buco, anche se l'originale ci riuscì. La serie infatti godette di un buonissimo successo, 8 stagioni, 1 film ed una miniserie (del 2014 con Sutherland nuovamente protagonista) hanno raccontato le avventure dell'agente Jack Bauer e dei suoi colleghi e familiari sempre impegnati a contrastare pericolosi attacchi terroristici. Gli eventi venivano narrati in tempo reale, a volte dividendo lo schermo in più parti se più accadimenti avvenivano nello stesso istante. Così il tempo dello spettatore e quello dell'agente Bauer coincidevano, permettendo al primo di vivere, istante per istante, tutte le avventure del secondo, quasi stesse assistendo a degli avvenimenti veri, in diretta televisiva, donandogli una suspense maggiore rispetto ad altri show dello stesso tipo. Infatti la formula piacque moltissimo, anche se con il tempo la sua ventata di freschezza ovviamente perse mordente, fino a portare alla chiusura della serie nel 2010. Per questo dubbi e perplessità hanno accompagnato tutte le puntate di questa nuova serie, che in ogni caso si salva dalla bocciatura totale grazie proprio all'eredità che 24: Legacy si è portata dietro (ripeto fin troppo) fedelmente.
Non solo, lasciando perdere infatti gli aspetti negativi evidenti, qualcosa di buono c'è. Se da un lato infatti la non presenza dei personaggi originari ha fatto storcere il naso ai fan della storica versione di 24, dall'altro, soprattutto per chi si è avvicinato per la prima volta a questa serie, la spettacolarità e la velocità delle immagini hanno comunque reso 24: Legacy piacevole e scorrevole. E' innegabile difatti che il carisma del personaggio cucito addosso a Kiefer Sutherland sia stato per anni il carburante grazie al quale 24 è decollato ed andato avanti, Legacy cerca invece fin da subito (a prima vista) di distanziare il nuovo protagonista, Eric Carter (che del suo predecessore in ogni caso mantiene il carattere cinico e duro), dal noto Jack, sia sul piano della risoluzione personale che dell'esperienza sul campo, Eric (interpretato dal Corey Hawkins visto in The Walking Dead) è un soldato, non una spia, non ha ben chiari i limiti oltre cui può spingersi, non è riuscito a scendere a patti con alcune missioni svolte in passato e soprattutto non è dotato del tipo di esperienza che invece Bauer trasudava copiosamente. I metodi e le dinamiche Baueriane vengono però in realtà riflesse in un altro personaggio, Rebecca Ingram (Miranda Otto), ex capo del CTU (anche lei), almeno all'inizio risulta esattamente speculare al personaggio iconico di 24, pur se inserita in un contesto personale profondamente diverso.
Tuttavia, il nuovo Legacy non si differenzia in definitiva quanto vorrebbe da 24, anzi, la trama rincorre come da manuale un evento terroristico in procinto di venir commesso, e lo staff del CTU di turno impegnato a cercare di evitarlo. Al centro della scena l'outsider Eric, ma questo non basta a creare una reale differenza con l'impostazione che ormai conosciamo così bene, dato che gli showrunner non riescono ad andare oltre i classici topoi del genere ormai cementificati nelle radici della serie. Abbiamo quindi, di nuovo, la possibilità di un tradimento all'interno dello staff del CTU, abbiamo, di nuovo, il sotto-testo politico-presidenziale inserito a forza nella narrazione, abbiamo, di nuovo, la trama adolescenziale di contorno che profuma di "quel qualcosa in più che scopriremo più avanti" ma che poi non convince. Certo, per i fan è come tornare indietro (senza nessun cambiamento), ma per le nuove generazioni che non conoscono Jack Bauer, questo potrebbe rivelarsi una buonissima scommessa a livello di pubblico. Ed è in questa cornice che 24: Legacy dovrebbe esser vista.
Comunque la trama gira attorno ad una misteriosa cassetta di sicurezza che potrebbe celare i piani per un attacco terroristico in preparazione, una talpa all'interno dei servizi segreti ha fatto i nomi dei possibili possessori della cassetta, portando la ex capo della CTU a dover prendere in mano la situazione, mettendo forse a repentaglio la campagna presidenziale di suo marito. Un nuovo grande pericolo riporterà dunque il comandante Eric Carter (a capo dei ranger, ora barbaramente uccisi, che avevano sventato i piani dello sceicco Ibrahim Bin-Khalid) a tornare operativo. In un operazione dove ovviamente non mancheranno (avvincenti) colpi di scena e sequenze d'azione (quasi) sempre credibili, ma nonostante per i fan più accaniti molto avrà come già detto sapore di già visto, se si lascia scivolare sempre più verso l'omaggio piuttosto che verso il desiderio di copiare un format vincente, ci si può anche moderatamente divertire. Giacché l'azione è ovviamente ciò che si aspetta da questa serie tv, che non si risparmia su sparatorie e zuffe corpo a corpo. Tutto senza strafare, riuscendo nel difficile intento di equilibrare la parte movimentata con una statica, fatta di analisi, congetture e riflessioni.
Molto spazio viene lasciato alle vicende private dei vari personaggi. In particolar modo la famiglia, che messa ripetutamente in pericolo rende il telefilm ancor più realistico e denso di suspense. Lo spettatore poi si trova circondato da un ambiente inteso di thriller e angoscia, caratterizzato in maniera perfetta dai due elementi fondanti della serie, la colonna sonora e l'orologio digitale a centro schermo che scandisce l'incessante ed inevitabile scorrere del tempo. Molte sono infine le porte che si aprono in poco più di un episodio, anche se proprio queste porte aperte e chiuse in modo repentino risultino prevedibili, come la serie stessa che purtroppo cade nella trappola della scontatezza, annoiando a più riprese. Oltre a questo, le sotto-trame della serie sono poco appetitose. Davvero dovrebbe interessarci che il marito (Jimmy Smits) dell'ex capo della CTU potrebbe diventare il prossimo Presidente degli Stati Uniti? La moglie di Carter deve essere protetta da un fratello "gangster"? Non è interessante, meglio rimanere agganciati alla trama principale, senza ulteriori deviazioni.
Comunque nonostante tutto, nel complesso, riescono a rendere bene anche gli attori (tutti più o meno sconosciuti, tranne forse Teddy Sears e Gerald McRaney), che si calano perfettamente nel personaggio. Corey Hawkins con la sua espressione costantemente corrucciata riesce non solo a riprendere un po' di Jack Bauer, ma anche a metterci un po' del suo senza lasciarsi sommergere dalla pesante eredità. Il problema però è stato ben altro. E' difficile infatti appassionarsi alle trame secondarie tratteggiate dagli sceneggiatori. Sotto-trame che appaiono solo come una deviazione inutile da una trama che aveva del potenziale e che invece finisce per annaspare, anche se grazie al format originale dello show che viene ripreso e adattato a una storia e a personaggi nuovi, senza la pretesa di voler essere esattamente come l'originale, moderatamente funziona. Funziona anche perché Corey Hawkins funziona, poiché seppur si mostra ben lontano dal suo predecessore, è dotato di una propria interessante identità. In definitiva perciò, 24: Legacy è consigliato molto più a chi non conosce o non si è mai avvicinato al precedente format, ricalcandolo in tutto e per tutto pur inserendolo in un contesto molto più moderno (dalle tecnologie usate dai protagonisti alle dinamiche scolastiche di ultima generazione eccetera), ma anche a chi ha salutato con tristezza la chiusura della vecchia serie e spera di riviverne le stesse emozioni, ma proprio le stesse, identiche, seppur con meno ardore. Voto: 6-

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