Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/09/2016 Qui - Scream Queens è solo l'ennesima e straordinaria serie creata dal genio di
Ryan Murphy. Lui che dopo aver prodotto la interessantissima serie antologica di
American Horror Story, anche se l'ultimo capitolo,
Hotel, non mi ha del tutto convinto e l'altra gemella
Crime Story, quella sì davvero convincente (l'inquietante processo a
O.J.Simpson), estrapola dal cilindro una delle serie più belle e originali degli ultimi tempi. La serie infatti, trasmessa in Italia da
Fox da maggio, dichiaratamente ispirata ai più famosi slasher movies degli anni '80 e '90 (
Scream primo tra tutti), edulcorata da citazioni sparse unite a toni kitsch ed esageratamente pop, è probabilmente la prima comedy a tinte horror che celebra tutta la cultura pop, di ieri, oggi e domani, e lo fa in modo magistrale, un esperimento unico nel suo genere che ha reso la serie tv appunto una fra le produzioni più irriverenti ed inusuali dell'anno. Questo perché
Scream Queens, ideata appunto da
Ryan Murphy, con la collaborazione di
Brad Falchuk e
Ian Brennan, gli stessi di
American Horror Story e
Glee (che non ho mai veramente seguito), si basa su un'idea di show totalmente diversa da altri, a metà tra l'horror splatter e la commedia dissacrante (a tratti parodia dei film dell'orrore stessi e sul genere grottesco), prendendo proprio la trama di base horror (ma con molte differenze) e un po' di stile narrativo e cinematografico del primo, mentre del secondo (fortunatamente) solo
Lea Michele, non ci sono infatti né canti o balletti, la trama è perciò dichiaratamente horror, anche se non è il genere che prevale, si perché il punto forte è la comicità associata ad un'ironia pungente che non lascia mai il filone horror a cui è strettamente intrecciata e che mi ha fatto ridere (davvero) più volte. E ciò viene espressa in modo paradossale e ingegnoso, incredibilmente sfruttando e abusando cliché e stereotipi. Mettiamo però subito le mani avanti, io non amo i cliché, anzi, ma in questa serie è diverso, ad essere presi in giro non sono solo i poveracci proletari di quartiere, ma soprattutto i riccastri come la protagonista, che ha un padre "schifosamente ricco" e non si vergogna di mostrare al mondo la sua superbia. Lo stereotipo più comune, quindi, è quello del "Ricco-Stupido", di cui il fidanzato è l'emblema. Ad opporsi a loro ci sono le protagoniste minori, due semplici ragazze desiderose di entrare in una Confraternita femminile, e le altre consorelle che rappresentano lo stereotipo delle "sfigate" americane, quella carina, ma trascurata, la stupida, la nerd, la fan ossessiva...tutto molto triste, ma sfortunatamente molto attuale. Ma anche la narrazione sfrutta i cliché del genere, perché la trama esile ruota solamente attorno a una serie di omicidi (uno in ogni episodio) che avvengono nel campus universitario di
Wallace, avvenuti per mano di qualcuno travestito da
Red Devil, la mascotte del college. Tutto però sembra esser collegato a vent'anni prima, quando una ragazza della confraternita era stata trovata morta nella vasca da bagno, dopo aver dato alla luce una bambina (tutto saggiamente nascosto). Ovviamente l'identità del
Diavolo Rosso verrà svelata nell'ultimo episodio anche se è chiaro dall'inizio che è solo un espediente narrativo (alquanto intelligente) per mostrare e far percepire la chiave di lettura dello show.
Ovvero, grazie anche alle sue bizzarre trovate, fotografare la gioventù di oggi, una gioventù schiava della popolarità, dei social network, con quella voglia di crescere troppo in fretta e decisamente incurante della diversità. Perché con tutte le sfumature di una comedy rude e volgarotta e senza dimenticare i paradigmi più essenziali di un horror anni '90,
Scream Quuens si fa portavoce dei teenager di oggi, illustra infatti i tanti vizi e le poche virtù di una gioventù che bada solo alle apparenze, atta solo a criticare, interessata solo al successo e che non scava in profondità nei sentimenti umani. E' perciò una serie superficiale, che si prende in giro da sola (non mancano infatti le trovate bizzarre ed algide battute al fulmicotone) ma soprattutto è un affresco-socio culturale distaccato e dissacrante della realtà di oggi (anche se poco attinente). E per fare ciò e rendere tutto (almeno minimamente) credibile, avvincente e intrigante, Murphy si avvale di due sue pupille,
Emma Roberts e
Lea Michele, meravigliose e affascinanti protagoniste indiscusse dello show. La prima interpreta Chanel Oberlin, una ricca, viziata quanto antipatica presidentessa della confraternita
KKT (che ha trasformato la sua confraternita in un harem di bellezza, tenendo lontano da questo luogo etero e quasi fuori dal mondo, tutte le persone meno in vista del college), la seconda è invece Hester Ulrich, una giovane che indossa un busto per scogliosi, affascinata dalla morte, che viene trasformata in una ragazza popolare. Ma
Scream Queens si compone di un cast formidabile e ben amalgamato tra loro, che mette in scena dei personaggi esilaranti, tipici della gioventù americana, mostrati nei loro limiti dell'eccesso. Oltre alle citate Chanel e Hester, abbiamo la 'tribù' di seguaci di Chanel (immischiate, come tutte, in una lunga scia di inganni e torbidi segreti), che non hanno nomi propri, ma vengono etichettati con dei numeri, Chanel#5, interpretata da
Abigail Breslin, ragazza insicura, spesso ricattata dalla sua leader, Chanel#3, interpretata da
Billie Lourd (riconoscibile grazie ai suoi paraorecchi), che dichiara di essere figlia del serial killer
Charles Manson, c'era anche una Chanel#2 (la bellissima
Ariana Grande), uccisa però da Red Devil durante i primi episodi della serie (una scelta controversa dato che era nella locandina). Grace Gardner (
Skyler Samuels, desiderosa di entrare a far parte della confraternita per vivere la stessa esperienza della madre, morta quando Grace era bambina, che era stata una consorella ai tempi del college) e Zayday Williams (
Keke Palmer) sono invece le ultime arrivate nella confraternita e le uniche che decidono di indagare (seriamente) su Red Devil, aiutate da Pete (
Diego Boneta), che ha una cotta per Grace. Menzione speciale infine per
Jamie Lee Curtis, splendida ed eccezionale, in grado di catturare l'attenzione di tutti, nel ruolo della spietata quanto amabile Cathy Munsch, la rettrice dell'università, (che non vede di buon occhio l'influenza di Chanel e che decide di aprire le porte della confraternita a tutte quelle ragazze timide e introverse) alla quale importa solo la sua reputazione e farà di tutto per impedire che gli omicidi di Red Devil vengano risolti al più presto. Completano il cast
Oliver Hudson nei panni del padre di Grace, e
Glen Powell nel ruolo di Chad, lo pseudo fidanzato di Chanel con manie sessuali alquanto perverse e deliranti.
Ma nonostante questo, il cast e tutto il resto (comunque ottimo),
Scream Queens manifesta una palese disattenzione allo sviluppo della trama. Poiché anche se parte da ottime premesse, mescolando citazioni, toni kitsch e ilarità con destrezza, diluisce la trama in un numero eccessivo di episodi e centellinando in modo eccessivo i dettagli per la scoperta dell'identità del serial killer. Poco originale anche lo scontro tra bulli e nerd (tra divi popolari e secchioni sfigati), i dialoghi poi (a volte al limite della sopportazione), il più delle volte sono al limite della stupidità, riempiti per lo più di "graziosi" appellativi, e deliranti urla. Anche l'happy (o quasi) ending in cui finalmente giustizia è fatta (più o meno) non convince tanto, anche se fa solo da tramite alla stagione successiva. C'è comunque un merito che va riconosciuto a
Murphy (l'unico autore televisivo che fa dei cliché e dei diversi punti di vista, il suo cavallo di battaglia),
Brennan e Falchuk, è sicuramente quello di aver riempito la serie (tredici episodi di pura follia, battute, gag ricorrenti, nonsense distribuito gratis, politicamente scorretto ovunque) di citazioni e intuizioni geniali (seppur raggruppate maggiormente nella sua prima parte), dal personaggio della fan sorda di
Taylor Swift alla blogger di candele, dalla scena della doccia di
Psycho con
Jamie Lee Curtis (che, guarda caso, è proprio la figlia di
Janet Leigh, l'attrice che interpretò la scena originale nel film di
Hitchcock), al labirinto di
Shining ricostruito per la puntata di
Halloween, alle indagini del poliziotto Denise Hemphill (
Niecy Nash) che scimmiotta
Annalise Keating (
Viola Davis di
How To Get Away With Murder), passando per il mash-up tra
True Detective e
Come farsi lasciare in 10 giorni in cui Pete (
Diego Boneta) imita magistralmente la voce e le movenze di
Matthew McConaughey. Ma
Scream Queens anche se parte bene per poi perdere completamente il filo del discorso, è una serie che vuole incutere timore ma anche far divertire, senza troppe pretese, e grazie a Murphy che da abile narratore qual è cuce una storia fruibile ma d'impatto, stupida ma intelligente, comica ma non scontata e, con la complicità di dialoghi (in ogni caso) ferrati e personaggi dal grande appeal, entusiasma, avvince (con dei colpi di scena davvero ingegnosi), diverte, intrattiene e spaventa il necessario (il sangue e le decapitazioni difatti non mancano). Comunque alla fine questa commedia horror dichiarata e volutamente nonsense, nonostante molti (soprattutto in America) non l'abbiano compresa a fondo, convince e in definitiva intriga non poco. Una serie che quindi consiglio a tutti, quasi a tutti, d'altronde è pur sempre una serie horror o giù di lì. Voto: 7+
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