lunedì 13 maggio 2019

The Shannara Chronicles (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2016 Qui - I 10 episodi della prima stagione di The Shannara Chronicles, in onda sul canale americano MTV e in differita di pochi giorni anche in Italia su Sky Atlantic (dal 15 gennaio all'11 marzo), ci hanno catapultato in uno dei mondi fantasy più puri mai visti sul piccolo schermo (l'ultimo visto è stato La Spada Della Verità di Sam Raimi che non era comunque un granché) ma allo stesso tempo "inquinato" da elementi moderni presentati come vestigia di antiche e misteriose civiltà, in una fedele rappresentazione dei libri della saga di Shannara dello scrittore Terry Brooks. E' importante sottolineare, secondo me, che questa recensione è fatta da un non lettore di libri, difatti non ho letto nessuno dei suoi libri o capitoli di una delle saghe fantasy più longeve di tutti i tempi (il primo capitolo della saga di Terry Brooks risale al 1977) nonché una di quelle di maggior successo. Premessa importante dato che mi limiterò a recensire quello che ho visto in Tv, non prestando attenzione a differenze tra libri e la serie tv, in quanto è evidente che molto cambia e molto risulterà diverso a chi ha letto invece i libri. The Shannara Chronicles è la prima grande produzione televisiva per l’emittente MTV che, ha messo a disposizione un imponente budget e che, da molti anni ormai, ha smesso di trasmettere semplicemente dei videoclip musicali ma si è allargata a programmi di più vasta portata. All'inizio non sapevo cosa aspettarmi, ma dopo la sua conclusione (parziale) posso adesso affermare che in fin dei conti la serie non è stata affatto male, certo non siamo di fronte a una serie al livello di "Game of Thrones", la qualità della sceneggiatura e degli attori è sicuramente più bassa, ma è un prodotto comunque interessante e avvincente, ma che ovviamente non credo diventerà un fenomeno di culto come "Il Trono di spade" e "Il Signore degli Anelli". La serie mescola un po' di tutto, la produzione sceglie di realizzare un piatto sapientemente condito di vari elementi: un fantasy realistico che riprende la lezione del Trono di Spade e della saga de Il Signore degli anelli con tutti i loro cliché (la lotta per il potere, il viaggio degli eroi, la critica politica e sociale) ma adattandolo per il pubblico teen, che rappresenta il bacino d’ascolto naturale della rete. Più Hunger Games, insomma, che non Peter Jackson, soprattutto per quanto riguarda il bellissimo pilot. Gli sceneggiatori Alfred Gough e Miles Millar (già artefici di Smallville, quindi esperti conoscitori di teen drama) scelgono, non a caso il secondo dei libri della saga (Le pietre magiche di Shannara) come soggetto per questa prima serie, in quanto secondo molti, è quello che meglio si adatta a questo tipo di storie. E' innegabile che pur presentandosi come una serie fantasy, The Shannara Chronicles spesso "scade" in dinamiche da teen drama adolescenziale dove a farla da padrone è il triangolo sentimentale fra i tre protagonisti principali. In effetti però il target al quale la serie si rivolge è proprio quello degli adolescenti, quindi sapete cosa vi aspetta. In molti punti infatti si ha proprio l’impressione che il tono venga volutamente abbassato per adattarsi ad uno standard più leggero di quello che la serie meriterebbe o che uno spettatore più adulto si aspetterebbe, proprio per arrivare alla maggioranza di quel pubblico che MTV deve soddisfare e che è sostanzialmente (anagraficamente) differente da quello dei grandi canali dediti a produzioni dalle note più alte. Una narrazione diversa ma in fin dei conti efficace se adattata al pubblico a cui si riferisce, e che se letta in maniera più scanzonata e meno criticista mostra meno ombre di quelle che si è tentati di attribuirle ad un primo sguardo. Shannara però funziona, e anche molto bene, al punto che i 120 minuti del doppio pilot volano via quasi senza che ce ne si accorga.
Siamo ovviamente nel campo del fantasy più canonico, quindi: Elfi, gnomi, troll, druidi, pietre magiche, alberi che fungono da guardiani della soglia tra mondi, c'è molta magia nello show, ma c'è anche quel tocco (a onore del vero molto lieve) di distopia che rimane sempre sotto la superficie ma che contribuisce ad arricchire il risultato finale. A livello visivo, la serie è decisamente accattivante: i paesaggi della Nuova Zelanda sono praticamente perfetti, quelli ricostruiti in CGI sono veramente ben realizzati, e i costumi e il trucco sono curati nei minimi dettagli e aiutano a calarsi nel mondo delle Quattro Terre. Gli effetti speciali sono di ottimo livello e a un livello cinematografico, la cura impiegata nella ricostruzione dell’universo creato da Brooks è tale che non si ha mai la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di finto, di irreale. Le scene d'azione coinvolgono (molto bella la sequenza iniziale della corsa), e quelle di dialogo non sono mai pesanti. I paesaggi, i demoni e le città sono rese in modo ottimo ed è evidente che non si è badato a spese. Nei primi due episodi però l'emittente ha osato troppo, si è spinta (economicamente) troppo in là nella ricerca (in ogni caso assolutamente riuscita) di un Pilot coinvolgente ed appassionante, bruciando probabilmente quasi tutto ciò che la produzione aveva a disposizione. Poiché dalla terza puntata qualcosa cambia, l'epicità iniziale viene sostituita da un regia statica, messa in un angolo in virtù di una piatta (o meglio standardizzata) ricerca di inquadrature insistenti sui personaggi piuttosto che sull'ambientazione. Ambientazioni che vengono riciclate, al limite dell’usura. A tratti la sensazione è quella di trovarsi all'interno di una sit-com, per la misura in cui gli interni risultano identici o riutilizzati all'infinito. Le scenografie esterne si riducono al minimo, sfociando raramente all'infuori di anonime foreste, ed anche le scene in computer grafica subiscono un netto taglio. Ma scopriamo nel dettaglio la storia della serie, partendo dal pilot. La serie parte col botto, anzi, di corsa. A correre contro secoli e secoli di tradizione, che vuole che i custodi dell’Eterea (l'albero magico che tiene confinati i demoni in un'altra dimensione) siano maschi, è Amberle. La tosta principessa elfica Amberle Elessedil (la bellissima Poppy Drayton) nipote del re degli elfi Eventine Elessedil (l'ottimo John Rhys-Davies, già interprete del nano Gimli nella trilogia di Peter Jackson, un nome una garanzia) è la protagonista indiscussa della sequenza iniziale pre sigla d’apertura, ed è evidente come il titolo del doppio pilot, Chosen, prescelto, si riferisca non solo a Wil Ohmsford, detentore delle pietre magiche, ma anche a lei. Dagli elfi ai druidi. Dopo Amberle, il secondo personaggio principale che ci viene presentato è il druido Allanon (Manu Bennet, direttamente da Spartacus), che si risveglia improvvisamente dal suo sonno rigeneratore perché qualcosa di terribile sta per accadere: l'Eterea è malata, e sta morendo. Finalmente poi è la volta di Wil Ohmsford (un convincente Austin Butler) un giovane mezzosangue (metà umano e metà elfo) che sogna di diventare guaritore per riportare in vita la madre morta, giovane eroe che non vuole esserlo ma che non potrà sfuggire al suo destino in quanto si scoprirà essere nientedimeno che il discendente dell’antica famiglia di re elfi Shannara, e appunto, detentore delle pietre magiche. Wil si ritrova improvvisamente catapultato in un mondo che non conosce, e la sua inesperienza, sommata a una certa dose di ingenuità, lo rende la preda perfetta della bella Nomade Eretria (una sensuale Ivana Baquero) una ragazza subdola e vendicativa. L'ultima, spettacolare presentazione è quella di Dagda Mor, druido di origine elfica che in un passato lontano si è lasciato sedurre dal lato oscuro non della forza, ma della magia. Per ora è confinato in un altro universo a causa del Divieto, ma più l'Eterea si indebolisce, più lui diventa forte, e come tutti i big bad che si rispettino è abbastanza inquietante e abbastanza arrabbiato.
La trama di The Shannara Chronicles poi diventa lineare e quasi semplicistica dal terzo episodio: la principessa, deve compiere un viaggio in stile Il signore Degli Anelli per portare il seme dell’albero sacro Eterea in un luogo chiamato Cripta, dove questo verrà rigenerato per poi poter essere piantato di nuovo e scongiurare l’avanzata dei demoni. Ad accompagnarla, in questa straordinaria avventura, complice una visione sia Wil che la nomade Eretria. Questi tre improbabili eroi sotto la guida del druido Allanon dovranno quindi unire le proprie forze per salvare il loro mondo dall'attacco dei demoni liberatisi dopo anni di prigionia a causa della malattia che ha colpito l’albero sacro di Eterea. Nelle successive puntate scopriamo qualcosa in più sui protagonisti e personaggi, dai figli del Re, uno che vorrebbe prendere il suo posto perché non lo ritiene adatto ma soggiogato dal male sarà ingannato e sfruttato, l'altro che non si perdona dell'uccisione dell'altro fratello (il padre di Amberle, il candidato perfetto per il trono) morto per mano degli gnomi, gnomi che saranno fondamentali più in là, che si ubriaca e se ne frega, ma qualcosa cambierà quando incredibilmente salirà al trono, non senza qualche reticenza da parte del consiglio e guardiani, fino a tutti gli altri tra cui Amberle e il suo fidanzato, Eretria e il suo 'padrone' e gruppo di vagabondi, vecchi amori, tradimenti e riconciliazioni di tutti, ma anche dolorosi ricordi e perdite. Per tutta la durata del loro viaggio seguiamo poi lo sviluppo delle vicende legate, più che altro, al triangolo amoroso fra i tre protagonisti. Perché la traversata di tutte le terre più pericolose del mondo di Shannara passerà ovviamente per ostacoli di ogni sorta, personaggi dalla moralità quantomeno ambigua, demoni sempre ben attrezzati e pericolosi, troll sempre in cerca di cibo, umani che vivono in un villaggio dove non tutto è come sembra, cacciatori di elfi sanguinari e soprattutto per una continua riscoperta dei rapporti fra Amber, Wil ed Eretria. Ma l'elemento cardine sarà la fiducia, ma mai come in questo caso, 'fidarsi è bene, non fidarsi è meglio'. La trama orizzontale risulta leggermente carente, i colpi di scena sono lasciati quasi totalmente alla psicologia ed alle vicende personali dei singoli personaggi, riflettendo quella carenza di budget che ha fatto insistere gli autori più sulle morti improvvise dei personaggi di contorno e sulle loro insicurezze personali che su dei veri e propri eventi risolutivi. In questa atmosfera dove gli ormoni prendono sempre più posto rispetto alle battaglie epiche, l'elemento ecologista è quello che più di altri caratterizza questo fantasy: il rispetto per l'ambiente e la natura è fondamentale, quando questo viene meno nascono i guai. L'unione di elementi fantasy con elementi post-apocalittici (la serie è ambientata in un futuro imprecisato in cui la civiltà degli uomini è collassata a causa di un disastro ambientale da loro provocato) sono gli elementi più originali e innovativi della serie. Attenzione Spoiler - Durante le puntate poi tante cose mutano, si evolvono e cambiano il destino di tutti. Nell'ultima puntata poi tante altre cose succedono, e scopriamo anche che ci sarà una continua, che era ovviamente prevedibile. Le chiacchiere sono ridotte all'osso e c'è tanta, ma tanta azione. L'epica battaglia finale tra i guerrieri di Arborlon e le fila del ben più numeroso esercito del Dagda Mor (Jed Brophy), diretta con un’agilità e un senso di pathos che poco ha da invidiare a molte controparti cinematografiche e aiutata da un ottimo uso di effetti speciali e visivi, è il momento clou che si aspettava. Tuttavia, alcuni punti non vengono chiariti, come ad esempio, con troppa superficialità, la mancata spiegazione della necessità, per Amberle, di recarsi presso la Cripta. A dispetto di questa colposa tendenza alla leggerezza, lo sviluppo dei personaggi principali risulta piuttosto soddisfacente, e l'arco di Amberle finisce per convincere e, perché no, anche commuovere, all'indomani dell'unica notte d'effusioni trascorsa dalla ragazza con l'amato Wil. Se il mezzelfo non brilla, come sempre, per carisma, la bella Eretria si eleva, col proprio eroico sacrificio, a degno prodromo dell'autoimmolazione di Amberle come nuova Eterea. Certo, nella probabile seconda stagione di The Shannara Chronicles, è probabile che Wil possa mettere in luce maggiormente il proprio eroismo e quella personalità finora messa in ombra dalle sue ben più energiche controparti femminili; per il momento, comunque, va preso atto della supremazia delle due protagoniste femminili rispetto a quello che rimane, a tutti gli effetti, un eroe mancato. Occorre però notare come il fallimento di Wil, incapace di salvare Amberle dal proprio glorioso e tragico destino, possa costituire un terreno fertile per l'evoluzione del suo personaggio nell'eventuale futuro della serie (come lascerebbe intuire il suo slancio finale alla ricerca di Eretria). Stesso discorso vale anche per Allanon (Manu Bennett), sfruttato non sempre al meglio da questa prima stagione, ma probabilmente destinato a proseguire il proprio percorso come Druido, avendo non solo perso il proprio potenziale erede Bandon (Marcus Vanco), ma rischiando di ritrovarselo, in un futuro non troppo lontano, come antagonista temibile quanto il fu Dagda Mor. Fine Spoiler
Se la buona semina di Ellcrys (ultima puntata), volta evidentemente a creare basi per una seconda stagione, non cancella gli errori grossolani in cui la serie di MTV ha continuato a cadere fino all'ultimo, bisogna riconoscerne il merito di aver aperto la storia verso uno scenario futuro che offre più di un motivo d’interesse. A chiusura di una prima stagione imperfetta, frammentaria ma, a conti fatti, godibile e affascinante nella propria bizzarra mescolanza di generi e suggestioni, un episodio come Ellcrys è comunque riuscito, tra alti e bassi, piccole e grandi lacune, a evidenziare i punti di forza drammatici di The Shannara Chronicles, nonché a offrire un’accattivante prospettiva di miglioramento in vista di una possibile seconda stagione. Ma tornando a questa primissima stagione vorrei sottolineare come questa serie non sia partita sotto i migliori auspici, ma nel corso degli episodi ha convinto anche gli scettici, poiché la serie è riuscita secondo me ad avere successo, perché a me come detto all'inizio mi è piaciuta, più che l'ambientazione, gli scenari, i demoni, la storia, la suspense, l'atmosfera e le dinamiche, i sentimentalismi non accentuati, gli scontri, duelli e battaglie, tutte ben confezionate e di buon livello, soprattutto la musica sempre in tema, il cast convincente, la sigla bella e spettacolare e le due bellissime protagoniste. Eh sì, anche se Wil alla fine ha fatto la sua scelta, il dubbio rimane dopo la fine, quasi spiazzante, chi tra le due è la migliore? Se non ci è riuscito neanche Wil, chi potrebbe farlo? io non credo poiché sono ancora indeciso, però adesso la scelta è l'unica rimasta. Comunque, eh bravo Wil. In conclusione, una buona serie, non eccezionale, ma coinvolgente e interessante oltre che spettacolare, in attesa della prossima. Voto: 6

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